Il comune di Trasacco celebra l’anniversario della nascita di Luigi Susi con una serata letteraria presso l’antica Torre Febonio, alla presenza dei familiari, delle autorità, e di un folto pubblico. In un percorso itinerante, che metta in evidenza non solo il talento creativo del poeta-pittore ma anche la vicenda esistenziale che lo condusse emigrato nella lontana Venezuela, a poco a poco si delinea il profilo di una persona di alto spessore umano e sociale.
I ricordi di chi lo conobbe, tra cui quelli del prof. Ilio Leonio e le letture delle sue poesie con la voce di Annalisa Cambise, Cesidio Cambise e Cesidio Taricone, hanno ricostruito le ragioni e i principi della sua poetica personale. A mio avviso la storia della sua anima inebriandosi della bellezza, al di là dei bisogni contingenti e delle incidenze biografiche, consente alla sua espressione artistica di unire pittura e poesia secondo i vari canoni del novecento in una comune genesi fantastica. Infatti, rinvii di immagini e parole passano da un genere all’altro con tecniche stilistiche e ritmiche. Sia nelle sue poesie che nei suoi quadri, è presente la rielaborazione degli input sentimentali, sensitivi ed intellettuali che sottendono la sua attività rendendo autentica ed empatica ogni sua produzione. In un avvolgente colloquiare il dato biografico non si discosta mai dalla vita e dal tempo. In tal senso chiara è l’intenzione dell’autore nel titolare il suo libro di liriche in vernacolo, dedicato teneramente ai nipoti Antonio e Giulia, “I Pèndele ‘Je Tèmpe” dove il filo della speranza riesce a dare un senso al trascorrere inesorabile del tempo.
Con acuta sensibilità Luigino si sofferma sul tema del viaggio congruo al lessico semantico dei suoi versi chiarificatori della condizione universale di dolore e precarietà che spesso tormenta e angoscia. Sicché il paese dell’America che lo ospitò come emigrante non gli appare diverso dal suo paese natale quasi ad annullare ogni divergenza con l’esibizione di un eguale destino di povertà tra il Sud e il suo essere poeta.
Eppure in tutta la sua opera, capace di indagare oltre il visibile, mai cede alla disperata rassegnazione. La sua alta e nobile dignità mette a nudo un sentimento profondo di umana fratellanza che non solo riscatta e libera dalla miseria ma riesce a dare luce di fronte al male della storia. Alla fedeltà oggettiva e realistica Susi elabora un pensiero alternativo all’apparenza e all’esperienza per consolare con la capacità di sentirsi, tramite l’arte, sempre altrove. Il tema dell’esilio ripercorre ogni momento della sua vita tramite il calore degli affetti più cari.
Concludendo lasciatemi raccontare come la serata ventosa sembrasse evocare con la lettura della poesia “A I Vente” con i versi “portame addonùnca, addo va tu” la sua presenza nelle immagini allegoriche di una antica parlata con il suono dell’arcolaio sul telaio del giorno. Pagine sonore, le sue, vibranti sul fresco lino riecheggiante voliere di vocali e consonanti tronche. Ed ecco la sua voce lirica a scalfire con l’aria umida della luna appena spuntata il sasso chiaro della torre di Trasacco, custode di antiche generazioni e faro del prosciugato lago, a rimembrare le radici di tutti e di ognuno.