13 Gennaio 1920: il deputato Erminio Sipari celebra la Marsica a 5 anni dal terribile terremoto del 1915
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Marsica – Erminio Sipari (Alvito 1869 – Roma 1968) è spesso ricordato per essere stato il fautore e primo presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, uno dei pionieri della conservazione...
Castello baronale dei Colonna (Avezzano)
L’arrivo dei  Colonna nella Marsica: amministratori del feudo in fermento nel 1653
Dopo la morte di Marcantonio (24 gennaio 1659), gli successe nei possedimenti marsicani Lorenzo Onofrio Colonna che, alla metà degli anni ottanta del XVII secolo, incappò nella celebre guerra di successione...
Aquiloniam, Cominium, Velia, Palumbinum ed Herculaneum: dove si trovavano le località citate da Tito Livio?
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È vero: Aquiloniam, Cominium, Velia, Palumbinum ed Herculaneum non sono località dell’Abruzzo. Però va anche detto che fino al 1963 l’Abruzzo e il Molise erano una sola Regione, ed ecco spiegato il mio...
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Giacinto De Vecchi Pieralice, un erudito tra il carseolano e Roma
Giacinto De Vecchi Pieralice (1842-1906) fu un intellettuale con vasti interessi culturali nel campo umanistico e storico. Nacque a Castel Madama (RM) il 16 dicembre 1842 da Michele Pieralice ed Eufrasia...
Due donne di Civita d'Antino ritratte nei pressi di Palazzo Ferrante dal famoso artista danese Kristian Zahrtmann nel 1904
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Civita d’Antino – Il titolo originale dell’opera di Kristian Zahrtmann di cui parliamo è “Udenfor Seminariemuren i Civita d’Antino” che, tradotto in italiano, diventa...
Come vestivano i banditi Scarpaleggia e Simboli
Il banditismo nella Marsica nei secoli XVI-XVIII: complicità, aberrazioni e compromessi
Lo storico Julian Paz y Espeso, nella sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale di Spagna (Archivio Simancas) ha sostenuto che nella prima metà del Seicento, prevalse nel viceregno napoletano il giudizio...
La necropoli di Val Fondillo
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Opi – La presenza dell’uomo nel nostro territorio è documentata sin dal Paleolitico, tra 300.000 e 120.000 anni fa, quando quest’area era occupata da gruppi di cacciatori in cerca di cibo, quindi...
Inaugurazione della ferrovia Roma-Sulmona il 18 Luglio 1888: per la prima volta il treno attraversò la Marsica
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Marsica – L’inaugurazione della ferrovia Roma-Sulmona nel 1888 fu un evento di grande importanza per l’Italia perché segno un passo fondamentale nello sviluppo delle infrastrutture di trasporto del...
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Costa della Morte ultima tappa del Cammino di Santiago: misteri e segreti illustrati da Valentino Pisegna, divulgatore e primo commendatore per l’Italia dell’ Ordine di Santiago

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NECROLOGI MARSICA

Necrologi Marsica Anna D'Amico
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La Costa della Morte, Costa de la Muerte in spagnolo e Costa da Morte in galiziano, è una zona costiera della Galizia che si estende da Malpica a Cabo Fisterra. Il fascino di questi luoghi, il cui toponimo deriva dall’antica credenza che qui finisse la Terra, sta nella sua asprezza e nei profondi contrasti della natura: il vento forte e onde gigantesche che si infrangono minacciose sugli scogli trasmettono un indomabile turbamento a chi si avventura in queste acque, racconta il Cav. OMRI dott. Valentino PISEGNA, che nel 1997 visitò per la prima volta questa Regione: “Sotto la superficie del mare giace un cimitero di navi affondate dalle implacabili tempeste, disorientate nella nebbia imperscrutabile che le portò a schiantarsi sulle scogliere. Lungo la Costa, infatti, si alternano croci, chiese e santuari fin sulla riva del mare, innalzate in ogni angolo a protezione delle barche e della vita dei pescatori. Nei pressi del Faro di Cabo Vilàn che segnala uno dei tratti più pericolosi della Costa da Morte, si trova un vecchio cimitero inglese, a ricordo di una tragedia del mare avvenuta il 10 novembre 1890 in cui perirono 172 marinai della nave scuola inglese Serpent diretta a Freetown.

Questo Faro si trova a 125 metri di altitudine e dal suo mirador si gode un impareggiabile panorama. Paesaggi selvaggi e spiagge impressionanti, luoghi considerati magici, dove molte persone vengono ad aspettare il tramonto ascoltando la musica dell’Oceano e quella della Gaita, continua Pisegna, la malinconica cornamusa del folklore gallego”. E aggiunge: “in compagnia della gente del posto si possono apprendere le leggende di questa Regione, storie di streghe e lupi mannari che testimoniano le origini celtiche della cultura popolare gallega”.


Molti pellegrini, illustra Valentino, “dopo essere arrivati a Santiago di Compostela, terminano il loro Cammino seduti sulle rocce di Capo Finisterre, bruciano simbolicamente i vestiti indossati nel lungo viaggio e proseguono poi verso uno dei luoghi più suggestivi che si trova a Muxìa: il santuario della Vigen da Barca (Madonna della barca). Nella scogliera di fronte, i pellegrini hanno voluto notare la forma della barca di pietra su cui la Madonna sbarcò per infondere coraggio all’ Apostolo Giacomo – Santiago, che secondo la leggenda cercava di evangelizzare le genti locali, con scarso successo. A pochi metri dalla Chiesa si trova il monumento A Ferida, in ricordo dell’affondamento della petroliera Prestige carica di 77.000 tonnellate di greggio che il 19 novembre 2002 causò uno dei peggiori disastri ambientali europei.

Oltre duemila chilometri di costa atlantica spagnola vennero devastati dalla marea nera che colpì gravemente questi bellissimi luoghi, compromettendone irreparabilmente l’economia e l’ecosistema. Oltre a Muxìa, commenta Pisegna, altre località costiere come LAXE e CAMELLE vennero sommerse da una spessa ondata di greggio che raggiunse il nord del Portogallo e persino i Paesi Baschi e la Francia. Numerosi volontari accorsero da tutta la Spagna e anche da altri paesi d’Europa, e lavorarono per settimane raccogliendo tonnellate di sabbia mista a petrolio. Insieme a loro c’era il tedesco Manfred Gnädinger, l’anacoreta che viveva sulla scogliera prospiciente il porto di Camelle (Concello de Camariñas), autore del Jardin – Museo popolato da centinaia di sculture antropomorfe realizzate con sassi e materiale fornito dall’Atlantico. Manfred El Alemàn, che tutti chiamavano semplicemente MAN, è l’unica vittima mai dichiarata di quella catastrofe, conclude il Commendatore (uno dei pochi connazionali ad averlo incontrato) che ama definirlo in questo modo:“ MAN era uno scultore visionario, filosofo e ambientalista di grande talento, ricco di virtù, con una vita protesa alla ricerca di un equilibrio spirituale, di ideali di dignità e di libertà, che nobilitò con l’esilio nella piccola e modesta baracca nei pressi del Porto”.

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