Pescina e Venere nelle cronache giornalistiche di Edmondo Parisse
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La reazione di uno studente del Benedetto Croce: “Voi ci lasciate a terra!”

Un’ assemblea che doveva essere libera è stata strumentalizzata
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NECROLOGI MARSICA

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Avezzano – Povero Giovanni Della Casa!  più conosciuto come Monsignor Della Casa, noto soprattutto come autore del manuale di belle maniere “Galateo overo de’ costumi” . Non tutti però ne conoscono le regole, anche le più semplici, racchiuse anche nell’uso comune del bon ton o di quella che nei bei tempi passati si chiamava buona educazione, che ben precisa: se non si è invitati non ci si può presentare…d’altronde un motivo di esclusione ci sarà pure, o no? I grandi dovrebbero saper insegnare ai giovani.

Si arriva al dunque. Gli studenti del Liceo Statale “Benedetto Croce” di Avezzano  si riuniscono in un’assemblea per comprendere e discutere dell’ormai ben noto scempio del trasferimento, nel Palazzo Torlonia, del comando della Polizia locale.  Professionisti ospiti invitati:  l’arch. Conti presidente della Federarchitetti e l’ing. Sergio Di Cintio .   Invece si presentano, pur se non richiesta la loro presenza, tre rappresentanti del Comune di Avezzano, il relatore  dirigente comunale del settore cultura Claudio Paciotti  e  due supporters.  Come si fa nelle più alte sfere di democrazia repressiva, con una lealtà dittatoriale, si richiama nell’ufficio della preside (n.d.r. la tana del lupo per ogni studente)  la rappresentate dell’istituto.  Quindi, come nel più strutturato tribunale dell’inquisizione, le si richiede la motivazione dell’esclusione al dibattito, e del perché non sia stato interpellato, nientepocodimenoche il Comune di Avezzano,

Una domanda sorge spontanea, riflettendo, ma se non è stata richiesta la presenza delle alte sfere comunali,  chi è la spia dell’istituto?  perché se sei una spia non sei figlio di Maria ma… sorvoliamo.

Quello che emerge in conclusione è il dispotismo, un monologo istituzionale durato 2 ore contravvenendo alla semplici nozioni che dibattito vuol dire, come cita Treccani:  Discussione alla quale prendono parte i partecipanti a un’assemblea, a una seduta, a una riunione pubblica o privata, e nella quale si contrappongono e valutano idee e opinioni diverse in merito a determinati argomenti proposti.

Invece ai ragazzi non è stata data la possibilità del dibattito, piccoli sporadici interventi  dei più coraggiosi, subito interrotti; interruzioni che hanno violato tale principio.  Due ore per presentare documenti,  per precisare chi aveva disposto, chi aveva deciso, chi aveva deliberato. Tutto contro la richiesta espressa dagli  studenti,  in quei pochi minuti rubati, con la quale si è sottolineato a voce ferma che non importa, nel modo più assoluto, chi ha firmato che cosa, in quanto l’unico obiettivo  per loro è difendere  il presente ed il futuro di Palazzo Torlonia.   Nemmeno un batti e ribatti ha fatto desistere il mattatore dell’incontro, allor quando rivoltosi all’esaurita platea ha affermato: “Noi siamo un popolo di agricoltori e cresciamo piano piano,(…)  noi veniamo dalla terra” di rimando Natan Aprile ha risposto “Voi, se continuate su queste linee, ci lasciate a terra!”

Eccoci alle frasi intimidatorie e ambigue: “lo spostamento si farà e sarà imminente” “uno spostamento provvisorio, (n.d.r. se è provvisorio a che pro tutta questa urgente necessità?) fin quando non verrà ultimato il Masterplan, un progetto che comunque non è stato ancora finanziato dalla Regione Abruzzo”.

Diamine! da quando in qua prima si prendono i soldi e poi si fanno i lavori… detto proprio in un istituto superiore è offensivo. Inoltre si è ribadito e confermato che anche la Soprintendenza è favorevole al trasferimento.

In una scuola, regola anche per chi la presiede, non dovrebbe entrare la politica in un’assemblea studentesca,  e da che mondo è mondo,  l’amministrazione comunale è un’ istituzione politica “Anatra zoppa docet”.

Per non farci mancare nulla sono state screditate, nella riunione dei giovani ascoltatori,  quelle associazioni culturali contrarie allo “scempio”,  menzionando la Pro Loco di Avezzano,  enunciando tronfio, che codeste inqualificabili realtà hanno nell’oggetto sociale proprio la “valorizzazione e tutela del patrimonio culturale, artistico, storico-monumentale, nei comuni in cui hanno sede”.

Non per tediare il lettore, ma corre l’obbligo di precisare anche cos’è una Pro Loco.

La Pro Loco, dal latino “Pro loco”, ovvero “a favore del luogo”,  è un’associazione costituita da volontari che si attivano per la promozione e la valorizzazione del proprio territorio e del proprio paese.  Svolge, quindi, il suo operato, nell’ambito di numerosi e variegati settori: da quello turistico a quello culturale, sociale, eno-gastronomico, di preservazione e recupero di beni architettonici, di risorse ambientali, di recupero di tradizioni popolari e di mestieri artigianali , con il fine, unico ed esclusivo, di promuovere e valorizzare il territorio di pertinenza.

Apparare evidente  sia proprio ciò che è nell’intento della Pro Loco Avezzano. Se ciò non bastasse, in risposta  a chi con tanta solerzia è andato a consultare uno  statuto, è utile completare l’informazione prendendo visione di  quanto segue:

La legge regionale n. 30 del 18 Agosto 2004 fornisce disposizioni in materia di riorganizzazione e finanziamento delle Associazioni pro-loco. Finalità:

 art 1. La Regione e le Province abruzzesi riconoscono e promuovono, nel contesto dell’organizzazione e della programmazione turistica regionale, le Associazioni pro-loco e loro consorzi come associazioni di volontariato, che hanno finalità di promozione turistica e di valorizzazione dei servizi, delle realtà e delle potenzialità naturalistiche, culturali, sociali e gastronomiche delle località su cui operano.

La Regione e le Province riconoscono l’Unione Nazionale delle pro-loco d’Italia (U.N.P.L.I.), nelle sue articolazioni regionale e provinciali, come associazione rappresentativa delle pro-loco attive in ambito regionale e provinciale.   Secondo la Carta dei principi, la Pro Loco è un’associazione territoriale di volontariato di interesse pubblico, democratica e apartitica, volta alla promozione ed alla tutela delle località su cui insiste, comune o frazione, sia per conservare e valorizzare le risorse ambientali e culturali, sia per migliorarle le caratteristiche e le condizioni per lo sviluppo turistico e sociale. La Pro Loco nasce, vive e si sviluppa nel territorio, di  esso è espressione e al suo servizio si dedica completamente.

Chi si oppone al trasferimento che con tanta passione viene imposto (unica determina dei 5 anni di amministrazione Di Pangrazio abbracciata come un’amante) sembra lapalissiano, ma non per tutti, lo fa proprio per tutelare, salvaguardare e valorizzare(come prescritto nel proprio statuto)  quel patrimonio culturale, artistico, storico-monumentale nei comuni in cui ha sede. Statuto  che tanta ilarità ha scaturito nel conferenziere. A dire il vero,  la polizia locale di culturale, artistico, storico e monumentale ha ben poco se non la capacità di deprezzare un monumento simbolo della Marsica, abitazione  di chi ha voluto  un incredibile mondiale progetto ingegneristico.

Poi, come educazione insegna, dopo il  monologo istituzionale al momento degli interventi dei professionisti arch. Conti e ing Di Cintio,  i tre non convocati hanno salutato e sono andati via.

Il discorso del presidente della Federarchitetti  arch. Pasquale Conti è stato indirizzato a evidenziare  gli impegni del Master Plan per la valorizzazione e la rivalutazione del Palazzo del Principe Torlonia. L’ing. Di Cintio ha avuto un dialogo diretto e semplice con gli studenti, decimati a causa dell’orario di uscita e non solo.

Le sue parole hanno fatto breccia essendosi presentato come ex rappresentate d’istituto dei geometri per 4 anni e per 3 anni rappresentante distrettuale. Molto importante nella sua premessa che il confronto doveva essere senza nessuna base politica,  e che non deve  interessare ciò che ha fatto o detto un Sindaco attuale o precedente.

Voi non avete bisogno di prediche politiche, ma avete bisogno di esempi di collaborazione e confronto, per uno scopo comune, che ponga la crescita socio-culturale di una città al primo posto. La vostra generazione, appare disorientata, distratta, lontana, a chi cerca di entrare nel vostro mondo parlandovi attraverso i social e pensando di avere il vostro linguaggio, e come se io oggi avessi iniziato il mio discorso con “bella raga”, sarei stato ridicolo, invece stiamo  dando una dimostrazione che la “connessione” con voi deve avvenire in luoghi reali, solo così potete realmente “connettervi” alle problematiche di tutti i giorni. Avete ascoltato quali sono le tematiche dello spostamento del comando di polizia locale all’interno di un palazzo storico vincolato. Ma quello che vi chiedo è di studiare l’argomento attentamente, dovete essere liberi di fare una scelta che abbia il principio di libertà, farla vostra e combattere per le vostre idee, sarete allora padroni dei vostri pensieri, non dovendo così camminare in ginocchio o essere tirati per la giacca, ma potrete essere fieri e andare a testa alta. Il 24 ed il 25 marzo ci sono le giornate FAI, e l’anno scorso un luogo aperto era Palazzo Torlonia, quest’anno i luoghi sono altri.  Con l’arrivo della Polizia Locale non so se ne avremo ancora di giornate, in conclusione, siate liberi e andate sempre a “sbattere” contro chi vuole togliervi la cultura, perché la cultura è vita.

Così si  parla ai giovani che devono prendere  arbitraria coscienza della propria realtà presente e futura.

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Luisa Novorio

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