Capo dipartimento sanità della regione fa il punto sui contenuti del convegno in programma a l’Aquila il 15 gennaio all’emiciclo, “seconda gamba della riforma sarà medicina del territorio, a breve approvazione linee guida per le Asl”
L’AQUILA – “L’approvazione della nuova rete ospedaliera rappresenta per la nostra regione un decisivo strumento di programmazione, che migliorerà la presa in carico dei pazienti, perché ci sarà un percorso prestabilito a seconda della patologia. Inoltre sarà possibile accedere a importanti risorse economiche, per la realizzazione di nuovi ospedali, per il loro ammodernamento, per l’implementazione tecnologica e l’acquisto di grandi apparecchiature”. Lo afferma Claudio D’Amario, capo del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, entrando nel merito dei temi che saranno al centro del convegno nazionale “Nuova rete ospedaliera: la svolta in Abruzzo. L’evoluzione della sanità regionale”, in programma il 15 gennaio, dalle ore 9, all’Aquila, nella sala Ipogea di palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale.
Al convegno, organizzato dall’Agenzia sanitaria regionale (Asr), diretta da Pierluigi Cosenza, parteciperanno rappresentanti delle istituzioni locali, parlamentari ed i sottosegretari di Stato, alle Imprese e al Made in Italy, Fausta Bergamotto, e all’Agricoltura e alla Sovranità alimentare e Foreste, Luigi D’Eramo, esperti di livello nazionale, oltre ai quattro direttori generali delle Asl abruzzesi.
“La nuova rete ospedaliera – spiega innanzitutto D’Amario – era un adempimento richiesto dal Decreto ministeriale numero 70,per regolamentare la riclassificazione degli ospedali italiani, perché era accaduto che negli ultimi 15 anni essi hanno vissuto di una autonomia organizzativa e funzionale, che non teneva conto delle caratteristiche e delle specializzazioni. Dando seguito a questo obiettivo, anche l’Abruzzo, con la nuova rete, ha razionalizzato il sistema, nella consapevolezza che la presa in carico dei pazienti dipende molto dalla capacità di integrare e diversificare le prestazioni e le specializzazioni, visto che non tutti gli ospedali sono in grado di far fronte alle grandi emergenze ‘tempo dipendenti’, che riguardanol’infarto, l’ictus e il politrauma”.
Tiene però a sottolineare D’Amario: “con la nuova rete ospedaliera disponiamo di uno strumento di programmazione alta, ma deve essere chiaro che essa non può fare a meno della rete territoriale, che rappresenta la seconda gamba di questa riforma. Il secondo atto di programmazione inerente proprio la rete territoriale è stato però già deliberato dalla Giunta in quanto era propedeutico all’ approvazione governativa del Contratto Istituzionale di Sviluppo del Pnrr. Mancano adesso le linee guida per la redazione dei nuovi atti aziendali integrati per procedere alla fase attuativa”.
Con la nuova rete ospedaliera, conclude dunque D’Amario, “i presidi sanitari rimangono quelli che erano, ma migliorerà la presa in carico dei pazienti, perché avremo percorsi clinici prestabiliti, a seconda della patologia, con al centro gli ospedali con funzioni hub per le reti tempo dipendenti, ovvero rete stroke, politrauma e trauma maggiore, rete emergenze cardiologiche estese. E inoltre l’Abruzzo potrà finalmente accedere ai programmi annuali dell’articolo 20, ovvero dell’importante capitolo del finanziamento della sanità nazionale, per l’edilizia sanitaria, per la costruzione di nuovi ospedali, per loro ammodernamento, o per l’acquisto delle grandi apparecchiature. Prima non sarebbe stato possibile, perché giustamente lo Stato non poteva finanziare la realizzazione di un ospedale senza avere contezza delle specialistiche previste nella rete clinica complessiva, e delle prestazioni che deve essere chiamato ad erogare”.
Comunicato stampa