È venuto a mancare uno degli ultimi mulattieri di Opi, addio a Ottavio Paglia
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Opi – Tra i tanti nomi riportati negli atti anagrafici tratti nell’archivio comunale di Opi, troviamo il vetturale Tatti Loreto anno di nascita 1856, poi Seimonte Desiderato anno di nascita...
Il convento di S.Maria Valleverde di Celano prima del terremoto
Clero, ceti sociali e regime fiscale nella Marsica vicereale (1633-1638)
Lo storico Giuseppe Coniglio sintetizza correttamente il carattere esclusivo del governo spagnolo nel regno di Napoli e nelle province periferiche come la Marsica: «Le autorità spagnole s’interessavano...
Soldati spagnoli e francesi
Giulio Pezzola del Borghetto e le sue scorribande nella Marsica (1646)
Le grandi insurrezioni popolari, aizzate dalle potenze spagnole e francesi, dal papa-re e da fazioni baronali (vedi Colonna, Barberini, conti di Celano ecc.) causarono tra Lazio e Abruzzo continui saccheggi...
I confini della Marsica arrivano fino al Monte Marsicano
I confini della Marsica arrivano fino al Monte Marsicano
Opi – Trenta anni fa i parroci di Pescasseroli e di Opi parteciparono a “Tribuna Libera”, uno spazio che il giornale “Il Tempo” metteva disposizione dei cittadini. Nella pagina riservata alla Marsica...
Decreto-di-nomina
Aurelio e Orazio Mattei, nobili avezzanesi, sindaci e ispettori ai Monumenti del Distretto di Avezzano
Aurelio Mattei (1763-1835) uomo politico, Cavaliere della guardia papalina e cultore di antichità. Nacque da Ladislao, il cittadino più ricco di Avezzano[1] e probabilmente dell’intera Marsica, il 2 aprile...
Il cavaliere ritratto in un affresco rupestre posto su una parete rocciosa che dominava il lago Fucino
Il culto di San Giorgio
Il 23 aprile si è celebrato San Giorgio patrono dei cavalieri, dei soldati e degli scout. Il suo nome deriva dal greco gheorgós che significa agricoltore, lavoratore della terra. In mancanza di notizie...
Soldati spagnoli e commissario
Spese gravose delle Università marsicane per mantenere commissari e soldati spagnoli (1607-1631)
Le «gabelle» (che erano molteplici forme di contribuzione, non legate da alcun rapporto d’identità, come un’imposta diretta o indiretta oppure anche una tassa), gravarono in modo particolare sui prodotti...
Magliano de' Marsi si prepara a celebrare il bicentenario della nascita di Padre Panfilo Pietrobattista, insigne teologo e missionario
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Magliano de’ Marsi – Duecento anni fa, esattamente il 22 Aprile 1824, nasceva a Magliano de’ Marsi il teologo e missionario Panfilo da Magliano, al secolo Giovanni Paolo Pietrobattista....
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Tutto quello che avreste voluto sapere sulla criptoeconomia

Dal baratto al bitcoin, l’evoluzione e la rivoluzione delle monete digitali spiegate in semplici passaggi
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Avezzano. Se ritenete di non avere gli strumenti o l’adeguata preparazione tecnica per comprendere i meccanismi delle criptovalute e dei sistemi informatici che ne regolano l’emissione, la circolazione e il valore, niente paura: da oggi un libro vi spiegherà cosa sono e come funzionano le monete digitali, dai processi storici ai dettagli più specialistici, dai vantaggi alle applicazioni.

“Dal baratto al bitcoin, l’oro del XXI secolo” è un’agile sintesi a firma di Biagio Solimeo, giurista d’impresa avezzanese con la passione per la moneta; uscito il 9 marzo in versione a stampa per l’editore Youcanpress e in ebook, è disponibile su Amazon.

Il principio è rivoluzionario e riguarda il potenziale sovvertimento dell’intero sistema finanziario: «i cittadini devono essere proprietari dei soldi che guadagnano con il proprio lavoro, mentre ora sono le banche che emettono moneta a debito, cioè denaro da restituire in gran parte sottoforma di tasse e interessi invece che essere investito in servizi e strutture o ridistribuito equamente», spiega Solimeo. Le politiche monetarie dettate dalla Bce dopo Maastricht vanno infatti in questa direzione: le banche detengono il denaro e lo concedono secondo criteri sempre più stringenti, decidendone i tassi ed esigendo garanzie reali in cambio di una moneta che invece non ha alcun valore intrinseco rispetto a quello nominale. Un “divorzio” tra economia reale e mercati finanziari che risale al decreto del presidente Usa Nixon del 1971, una «operazione imponente» grazie alla quale le banche centrali possono d’ora in poi emettere liberamente denaro senza corrisponderne allo Stato il controvalore in oro: una moneta che “si crea dal nulla” come la luce biblica di cui prende il nome: fiat (lux).

Per sottrarsi a questo sistema di predominio delle banche centrali, però, nell’ultimo decennio si è mosso qualcosa nelle maglie della rete. Nel 2009 un gruppo di hacker anonimi sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, probabilmente esperti di economia e crittografia, hanno progettato una tecnologia totalmente innovativa che si chiama “blockchain”, una catena di blocchi di codice, attraverso cui la rete “premia” chi riesce a risolvere delle operazioni e sbloccare l’anello successivo. La ricompensa consiste nell’emissione di bitcoin o btc, una valuta digitale che immessa sul mercato acquista valore.

I risultati dell’esperimento sono sorprendenti: il primo caso noto è stato quello di uno studente norvegese che per preparare la tesi in crittografia nel 2009 aveva acquistato bitcoin per il valore (di allora) di 27 dollari per veder lievitare nel giro di 6 anni il proprio investimento fino a 800mila $.

La catena di enigmi numerici però non è infinita, e via via le operazioni si fanno più complesse da richiedere ormai dei server dedicati giorno e notte a generare gli algoritmi che trovano la chiave giusta, cosa impossibile da svolgere con le potenze di calcolo del proprio pc di casa. Si è deciso quindi che l’emissione verrà interrotta al raggiungimento dei 21 milioni di pezzi.

Più diventa difficile “estrarre” le criptovalute dalla rete, più aumenta il loro valore: se all’inizio un btc valeva pochi centesimi di dollari, ora ne vale 8mila, con punte di 20mila a ottobre-novembre scorso, e chi ha investito acquistandoli “in tempi non sospetti” ora detiene una fortuna.

Esistono altre monete virtuali oltre il btc: l’ether ad esempio, del valore attuale di circa 600 $, emesso dal primo computer “che non esiste”, non risiede in nessun luogo fisico ma è composto da tutti i pc utenti connessi; o il ripple, una valuta adottata da alcune banche nel 2013 per garantire il trasferimento istantaneo di fondi e rendere veloci e a costo quasi zero le transazioni.

I vantaggi sono moltissimi: le criptovalute nel tempo non perdono il loro valore, non sono soggette a inflazione, le transazioni sono economiche, veloci e anonime (è pubblico il tracciato, ma non chi invia o riceve); inoltre sono legalmente riconosciute perché non soggette a frode, in quanto la violazione del sistema sarebbe subito visibile.

Il futuro è già qui? Le applicazioni pratiche possono essere molte e convenienti, e mentre a Roma un’agenzia immobiliare è stata la prima al mondo ad accettare pagamenti in criptovalute e anche Amazon ha riconosciuto il btc per la spedizione della sua merce, proviamo a ipotizzare insieme all’autore uno scenario futuribile dove il denaro esisterà solo nel “wallet” (portafoglio digitale) del suo proprietario: «Immagina di essere nel 2020. Entri in un taxi e c’è un’app che attiva uno “smart contract” che ne regola la corsa». Il denaro virtuale si “sblocca” una volta giunti a destinazione, con tutte le garanzie per tassisti e utenti.

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Anna Maria Baiamonte

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