Piccola Svizzera, Catalano e il mistero della bandiera dell’Isis. Scattano le denunce

Il professionista proprietario dell'abitazione ha presentato una querela per diffamazione. Catalano sarà denunciato per aver condiviso un articolo su Facebook

Tagliacozzo. E’ scattato l’allarme: “Sul balcone c’è una bandiera dell’Isis che sventola”. E’ l’annuncio ai carabinieri di Pietro Catalano, il 48enne in attesa di giudizio per aver ucciso un collega buttafuori alla Piccola Svizzera, la località turistica di Tagliacozzo, a settembre dello scorso anno.

L’uomo di trova agli arresti domiciliari e anche ieri, come ogni giorno, ha ricevuto, intorno a ora di pranzo il controllo delle forze dell’ordine.

Il 48enne ha detto ai militari della radiomobile che nel balcone del vicino c’era esposta una bandiera dell’Isis e così da lì è stato richiesto l’intervento della locale stazione.

Nel frattempo la notizia è finita sulla stampa ed è finita sulla versione on line di un quotidiano locale, poi di altri, con tanto di foto del drappo e di dichiarazioni di Catalano che lamentava il ritardato intervento dei carabinieri.

Subito sono scattate le indagini dei militari della compagnia di Tagliacozzo, agli ordini del comandante Edoardo Commandè.

In effetti, sul balcone della villetta confinante a quella del 48enne, c’era un bandiera. In realtà si trattava della parte anteriore di una t-shirt con su disegnati i simboli dell’Isis. I carabinieri hanno rintracciato subito il proprietario della casa che da sabato scorso si trova nella sua abitazione a Roma. L’uomo, totalmente estraneo ai fatti, si è subito mosso, raggiungendo la più vicina caserma dei carabinieri, per presentare una denuncia per diffamazione a mezzo stampa. E’ contro ignoti. Contemporaneamente dava la disponibilità agli amministratori della Piccola Svizzera ad entrare nella sua proprietà per sequestrare la bandiera.

Si tratta di un anziano e noto professionista che abita da anni a Tagliacozzo e, come anche sottolineato dal primo cittadino, Vincenzo Giovagnorio, è una persona di origine libica, rispettabilissima e che non ha mai creato problemi di alcun genere.

Lo stesso avvocato una ventina di giorni fa ha presentato un esposto alla prefettura in cui ha raccontato di essere stato più volte minacciato da Catalano, dopo l’omicidio dello scorso anno, per problemi di vicinato. Pare che Catalano si sia riferito a lui dicendo cose del tipo “Faccio fuori anche te”.

Fatto sta che dopo l’uscita dell’articolo lo stesso Pietro Catalano ha condiviso lo scritto sulla propria bacheca di Facebook invitando i lettori a commentare l’operato del suo “vicino”. Una “leggerezza” che gli costerà una denuncia. L’uomo, infatti, è sottoposto a precise prescrizioni che non gli permettono di comunicare con altre persone se non con i suoi familiari conviventi e quindi non può scrivere su Facebook.

Preoccupante il fatto che un suo contatto, al suo invito, ha risposto “Eliminare”.

 

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