Home Attualità Lo sviluppo industriale della Marsica: sventata la chiusura di molte aziende negli ultimi quattro anni

Lo sviluppo industriale della Marsica: sventata la chiusura di molte aziende negli ultimi quattro anni

La LFoundry usa 180 metri cubi di acqua l’ora, una percentuale proviene dal CAM, l’acqua della cittadinanza | VIDEO
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Avezzano – Nella sala convegni di Sviluppo Italia, si è tenuto un incontro inerente “lo sviluppo industriale della Marsica”. Pur se si è rivelato in prima battuta un meeting politico, saltando la formula di comizio elettorale, molte considerazioni hanno avuto l’interesse generale e la constatazione di un progresso aziendale sul territorio, nel percorso degli ultimi anni.

Sono intervenuti la Senatrice Stefania Pezzopane, il Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, il vice Presidente Giovanni Lolli, il Presidente della III Commissione permanente “Agricoltura, Sviluppo economico e Attività Lorenzo Berardinetti, Lorenza Panei Presidente Aciam. Moderatore dell’incontro  il segretario Provinciale del PD Francesco Piacente.  A preso parte all’incontro il vice presidente della LFoundry Fabrizio Famà. Ha poi raggiunto i relatori l’ex Sindaco della Città di L’Aquila Massimo Cialente. In evidenza ormai la nota e drammatica  situazione attuale da chi ha paura della perdita del lavoro,  a chi lo ha perso, da chi si deve accontentare di un lavoro a poche centinaia di euro  al mese, ai giovani che non lo trovano, e a chi lo trova ma è un precario, senza prospettive per un futuro.

L’importanza dell’industria è che non conta solo per il numero di persone occupate attivamente in fabbrica, ma è il generare occupazione nell’indotto -ha precisato Giovanni LolliL’industria sta cambiando e vincerà chi sarà capace di adeguarsi alla trasformazione e all’ evoluzione tecnologica. La Marsica ha la potenzialità all’ adeguamento. Per il pericolo che la Marsica venisse cancellata con la crisi e la cessazione delle attività delle più note fabbriche territoriali, con una riunione di tutti i sindaci e degli Enti istituzionali, negli ultimi 4 anni è stata sventata la chiusura totale della Micron, della Cartiera Burgo, della Vesuvius, dell’acqua di Canistro, anche per Telespazio si è avuta grande incertezza finito il progetto Galileo e per la  Fiamm che stava delocalizzando. Si è stabilizzato un quadro importante del territorio.”

Il lavoro è determinante. Alcuni errori di comunicazione  della Regione sono stati fatti – ha ammesso Lorenzo Berardinetti –  Molti fondi non sono ancora giunti a destinazione. L’industria è essenziale per creare occupazione. Il settore dell’edilizia è in crisi e bisognerebbe intervenire. Sto lavorando per creare un T.U. (testo unico) per l’industria che permetterà la semplificazione delle richieste di insediamento, evitando problematiche inerenti le procedure.   Si sta provvedendo alla stesura, con il Presidente D’Alfonso, di una legge per il riutilizzo dei capannoni dismessi. Noi dobbiamo essere i venditori del nostro territorio.”

Ha preso la parola il vice presidente della LFoundry Fabrizio Famà, “ Sono qui per trasmettere le problematiche nel fare industria in questo Paese, alcune non risolvibili sul territorio ma che possono essere prese in considerazione a livelli più alti.  La LFoundry è una società che lavora in Europa, con un fatturato in dollari. Il punto è il cambio euro/dollaro che vuol dire che un euro forte comprime il nostro fatturato e i nostri costi sono in euro, poiché siamo qui in Europa,. Questo è qualcosa che non possiamo controllare, e come in questo periodo che al cambio è favorevole l’euro al dollaro, per noi diventa un problema e comporta il fatto che dobbiamo cercare di ridurre i costi in maniera di mantenere profittevoli e continuare a dare lavoro a 1500  più 200 persone. Problema che va preso in considerazione come variabile a contorno. E’ bene sapere che  siamo un’azienda energivora e abbiamo installato un impianto di cogenerazione. Non è molto noto  il fatto che utilizziamo  circa 180 metri cubi di acqua l’ora, di cui 70 dei 180 derivano dai nostri pozzi, ma negli ultimi anni sono calati moltissimo, visti i lunghi periodi di siccità estivi. Il resto dell’acqua proviene dal CAM la stessa acqua utilizzata per uso domestico dalla cittadinanza. Quale potrebbe essere lo scenario se questo trend di siccità soprattutto durante l’estate continua? Se c’è da scegliere se utilizzare l’acqua per uso civile, piuttosto che per uso industriale, giustamente la priorità viene data nel primo caso; questo potrebbe comportare dei fermi importanti per le aziende, noi compresi. Una problematica di cui non sento parlare se non dagli addetti ai lavori, ad oggi non abbiamo visto molte azioni per recuperare questo tipo di problema”.

La situazione è  difficile sotto il punto occupazionale e della qualità di vita. 35 gli imprenditori che hanno preso incentivi per le loro aziende, quando venne inserito il territorio nel “progetto Marsica,” rientrate nelle Aree  di crisi non complesse. Ben 50 milioni di euro verranno spesi sul territorio della Marsica. Ha dichiarato il presidente Giuseppe Di Pangrazio–  E’ stato  firmato nella sede della Regione la convezione per i fondi finalizzati al Master Plan Regione Abruzzo, con il presidente del Consorzio di Bonifica Ovest, e dell’ARAP, con un programma ben definito: il progetto, la valutazione del progetto e l’affidamento dei lavori.  Il 10% è già disponibile in pronta cassa, e questo vuol dire rivitalizzare il territorio. Il distretto agro industriale della Marsica deve partire,  con un progetto di filiera che può ottenere un investimento di circa 10milioni di euro. Progetto di filiera  vuol dire industria di trasformazione del prodotto.”

Il problema serio è un lavoro dequalificato, o d’assenza o di un salario insufficiente -interviene la senatrice Stefania PezzopaneSe vogliamo che le aziende,  piccole medie o grandi che siano, si rafforzino e nascano sul territorio bisogna affrontare questi problemi. C’è bisogno di intervenire sul sistema di tassazione,  diminuire alle piccole imprese l’IRI  e intervenire ancora sull’ IRES  che già abbiamo abbassato dal 27 al 24%. Bisogna intervenire perché sono gli strumenti efficaci che l’impresa tocca direttamente e immediatamente. Finalmente la situazione dei rincari autostradali e stata resa pubblica, la Regione la posta anche sul piano formale.  Nelle nostre tariffe autostradali c’è una assurda percentuale che non va al Ministero dei trasporti ma va all’ANAS, quindi noi diamo delle risorse ad  ANAS che se le tiene tutte per sé, mentre in altre zone la tariffa va al Ministero che la rigira sui  territori. Tutto a causa di errori drammatici di altre classi dirigenti nel 2001 e 2002, quando furono fatti quei  tipi di gare, un silenzio di controllo sui bandi.”

Il problema sorge a livello nazionale ed ovviamente va a riflettersi sul locale, con una continua analisi di quelle che dovrebbero essere le prospettive economiche e l’adeguamento all’innovazione.

Un’analisi conclusiva è la visione di un futuro di sviluppo per il  territorio della Marsica, il ché fa presagire la rivalorizzazione di una zona che ha sofferto.

Foto e video a cura di Manuel Conti

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