Home Attualità “Eppure Soffia” :  un vento di emozioni da …Genova  

“Eppure Soffia” :  un vento di emozioni da …Genova  

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Avezzano – ….. così per caso entri in un bar per prendere un caffè e, nell’attesa, dai uno sguardo ad un foglio A4 colorato  con dei volti disegnati e  tu quei volti li conosci, sono dei miti. Miti della musica italiana, di chi ha costruito nota su nota, parola dopo parola la poesia …Lauzi, De André, Paoli, Tenco, Endrigo.  Ti incuriosisci e leggi…il caffè letterario Vieniviaconme presenta “Eppure soffia – Vol. 1:  Accadde a Genova e qualcuno si stupì.”.   Insolita presentazione,  prosegui  per saperne un po’ di più…

…a cura di Federico Del Monaco con Giuseppe Ippoliti, Francesca Palumbo, Simona di Profio e alla chitarra Raffaele Tatti,  voce e chitarra Lorenzo Lanciotti, fisarmonica e vibrandoneon Massimiliano Tommasoni   17 luglio ore 21,30 Giardini del Comune di Avezzano.  Nomi conosciuti.

Tutto qui, in sordina, come se l’appuntamento fosse destinato a pochi intimi, o meglio,  col timore di presentarsi a tanti.  Allora pensi, chi opera così, chi crea  cultura, chi esalta i miti della poesia musicale italiana merita senza dubbio di essere ascoltato, e vai.

Un’atmosfera perfetta. Luci che si susseguono in colori che esaltano e si insinuano tra i rami degli alberi di quello spazio così poco utilizzato ma che risulta, in questo contesto,  la più perfetta delle cornici.

Lo spettacolo inizia. Le frasi che compongo il testo, filo conduttore, si susseguono con una creatività che pensi sia di qualche grande autore, ma poi percepisci che il compositore delle parole è lì di fronte a te, Federico Del Monaco,  legge “…grazie, grazie a tutti voi artisti, santi, diavoli, navigatori, poeti, ….passo  la linea all’altro “quando” dove le parole rimangono  sospese e c’è posto per canto, musica, voce, memoria, ….”  e passa così  la parola ai narratori che si susseguono al microfono. Una composta sensualità e  delicatezza nella voce di Francesca Palumbo, dolce con toni quasi ingenui  Simonia di Profio  che poi si trasformano  in passione quando interpreta la canzone che rese celebre la grande Mimì  “Piccolo uomo” composta da Bruno Lauzi.

Poi,  vieni trasportata in una atmosfera ricca di colore, di sentimento, di emozione e chi ti conduce è Giuseppe Ippoliti. Non legge, vive racconta, interpreta,  e poi ti travolge  con la sua voce quando canta “Io che amo solo te”  di Sergio Endrigo.

Sintonia vocale, sintonia strumentale  generata dai  musicisti:  Raffaele Tatti, Lorenzo Lanciotti e Massimiliano Tommasoni.

Tutto si alterna in una continua perfetta armonia.   Il racconto, no, meglio dire:  le confidenze  rivelano i volti di quegli  uomini  non degli artisti,  con la storia del loro successo o della loro fine. La gelosia, l’invidia, la repressa  omosessualità… Amici e nemici generati nella stessa madre terra: Genova,  che hanno respirato quell’aria prolifica di geniale maestria.

Dal presente vieni  trasportata nel passato, nei ricordi delle tue pagine di vita,  quando ascolti la voce di Mina che interpreta il “Cielo in una stanza”,   Umberto Bindi nel  “Il nostro concerto” e poi la struggente “ Ciao amore ciao”  di Luigi Tenco.

E’ il tuo lavoro, registri per non dimenticare…….

 

 

 

“….. Certo è che tanto è stato seminato e chiunque può augurare a se stesso o a chi vorrà  un  solo,  apparentemente uguale,  arrivederci . A rivederci , a vederci di nuovo, a tornar su canzoni ascoltate in periodi più scuri, potrebbero illuminare giorni più recettivi o più bisognosi . Rivediamoci …ogni disco è un pianeta da visitare miliardi di volte, per coglierne sempre nuove sfaccettature …. questo non è il gioco dei se o dei ma, stiamo solo facendo soffiare altro vento, aria buona di musica e parole,  attraverso il ricordo che, se diventa presente,  è un bellissimo invisibile tatuaggio sotto pelle.  Facciamolo  soffiare ancora, scopriamo se si tratta di maestrale, libeccio, ponente e per finire, che significa cominciare, torniamo in una di quelle stradine dove la lingua degli antichi padri ancora resiste e conserva il suono degli strumenti  degli elementi, una viuzza che porta al mare che passa tra due proprietà a segnare le appartenenze , le differenze  e le distanze,  che se non si possono colmare rimangono buone per passeggiare . Strada di passaggio più che mulattiera di mare o più semplicemente “Creuza de ma”

“…sperando nel conto finale di essere in tanti, di essere stretti  di essere uniti,  il vento soffia ancora ed oggi signori e signore, cara gente ben pensante o di malaffare spira da Genova” (F. Del Monaco)

Quando tutto termina, ti rammarichi, perché non trovi giusto che le cose belle finiscano così presto. Poi ti chiedi:  perché la sinergia, l’intesa culturale, la valenza artistica di un gruppo così perfettamente unito, come in un puzzle di milioni di colori, abbia un così limitato riscontro?  Non vuoi darti una risposta.

… e così per caso,  hai incontrato l’arte!

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