L’Abruzzo ha fatto registrare nella sua storia molteplici nevicate, ma quella più grande, quella che ancora vive nella memoria degli abruzzesi più saggi, resta quella del 1956. Quell’anno un’ondata di freddo investì buona parte dell’Europa e dell’Italia, coprendola di neve con un’intensità tale da essere definita da allora “nevicata del secolo”.
Tutta quella neve, rimase nella memoria di coloro che vissero quell’evento, come Tito Lucarelli che con entu- siamo ci racconta quei giorni – “Avevo nove anni e il 29 gennaio di quell’anno, assistevo al derby tra la Fucense e Carsoli. La giornata non prometteva bene, nel giro di pochi minuti inizò una fitta nevicata, tanto che il campo fu ricoperto e la partita venne sospesa ”.
In Abruzzo, in quei giorni, la tormenta continuava a flagellare senza sosta, ci furono quantitativi di neve notevoli, si superavano tranquillamente i due metri.
“All’epoca si era abituati a forti nevicate” – enuncia Tito, “ma quella volta, tutto sembrava surreale, era così alta che se ci camminavi sopra, ti trovavi all’altezza dei balconi.”
Gli anziani erano angosciati e spaventati per via delle possibili cadute sul ghiaccio, mentre i giovani si diverti- vano a scavare tante di quelle gallerie da sembrare dei veri eschimesi. Oggi, della neve, almeno da parte di alcuni, si parla in maniera molto diversa, considerandola quasi nemica, all’epoca invece, nonostante i molteplici disagi, anche gli adulti si divertivano, un trasaccano, Venanzio Civi- tareale rimase affascinato da tutta quella neve, tanto da dilettarsi nel realizzare un cavallo di neve che, in quei giorni, diventò meta di molti trasaccani che si recarono a vederlo.
Furono in molti a chiedersi il motivo di tanto gelo e freddo. Tra le molte teorie, la più accreditata era quella che attributiva alla causa di tanto freddo l’alto numero di macchie solari in quel momento: ben 135.
Decantare i 63 anni dall’incredibile nevicata del 1956, in quest’inverno così caldo e mite del secolo attuale, può sembrare insolito, il fenomeno che stiamo vivendo oggi si può spiegare con un vortice polare lontano dall’Italia e dal Mediterraneo, l’aria della depressione dell’Islanda arriva con temperature molto alte, mentre l’aria più calda e umida che arriva dall’Africa fa il suo, facendo somigliare questi periodi più autunnali che invernali. (B.D.M.)
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