Avezzano. A volte ritornano. Dopo 5 anni torna nel capoluogo marsicano uno dei massimi esponenti del cantautorato italiano, il Maestro Franco Battiato, un altro nome illustre che il Teatro dei Marsi può annoverare nella stagione musicale 2016/2017, giunta quasi al termine.
Venerdì 10 e ieri sera, 11 marzo, l’esibizione del Maestro è stata preceduta da Juri Camisasca, cantante, compositore e mistico nel panorama nascente della musica rock ed elettronica italiana, e collaboratore di Battiato all’inizio degli anni sessanta.
Per l’occasione, il Maestro è stato accompagnato da Carlo Guaitoli, al pianoforte, e Angelo Privitera, alle tastiere e programmazioni, due suoi fedelissimi angeli della musica, che, dalla seduta centrale, ha diretto con maestria ed eleganza, durante l’intero spettacolo, lasciandosi andare anche a qualche battuta. Sold out da diversi mesi le due date di Avezzano del cantautore siculo, che durante le prove ha elogiato il Teatro dei Marsi per la bellezza della struttura e per l’ottima acustica.
Battiato canta seduto e rompe il ghiaccio con “L’ombra della luce” e prosegue con circa 20 brani, proponendo un repertorio che ha ripercorso il suo viaggio artistico, tra canzoni d’autore, musica d’avanguardia e genere pop.
Ovazione dei circa 800 presenti in sala per brani come “L’animale”, “La stagione dell’amore” , “Povera Patria” o la “Cura”, capolavoro d’eccezione, per il quale l’artista siculo ha abbandonato la seduta centrale, opportuna dopo la caduta del marzo 2015 che gli aveva causato una frattura del femore, per mostrarsi più vicino ai fan che sono rimasti ammaliati dal fascino e dal tocco intenso del Maestro, unico nel suo genere all’interno del panorama artistico italiano.
Gran finale, con il pubblico in piedi, e con il brano “Io chi sono?”, mentre piovono sul palco richieste di ogni genere. “ E ti vengo a cercare”, reclamata a gran voce, viene eseguita tra una battuta ed un’altra con i musicisti. Standing ovation con l’ultimo brano “I treni di Tozeur” e il pubblico che non vorrebbe lasciar andar via il Maestro, il quale, ridendo, con il tono sarcastico che da sempre lo contraddistingue, conclude: “Ma mica posso restare qui tutta la notte!”