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San Benedetto dei Marsi, cane muore di indifferenza

Si sarebbe potuto salvare il cucciolo di cane randagio che si aggirava per i vicoli del paese, ma purtroppo non ce l’ha fatta
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San Benedetto dei Marsi. Si sarebbe potuto salvare il cucciolo di cane randagio che si aggirava per i vicoli del paese, ma purtroppo non ce l’ha fatta.

Denutrito, l’animale, di circa 6 mesi di vita, è stato intercettato da una cittadina quando le sue condizioni erano, ormai, troppo gravi. È quanto accaduto pochi giorni fa nel paese marsicano ed a denunciarlo è stata una residente e amante degli animali, “sono solita dar da mangiare a tutti i randagi che trovo, ma quel cucciolo non sono riuscita a salvarlo” – racconta la donna ai nostri microfoni – “quando l’ho trovato era uno scheletro rivestito di peli. Ho prontamente contattato i carabinieri per farlo prelevare dalla Asl, in quanto aveva sicuramente bisogno di flebo perché non apriva la bocca e non riuscivo a farlo mangiare, ma la burocrazia è spesso lunga, e a volte inefficiente, e l’animale non ce l’ha fatta ad arrivare al mattino seguente”.  Storie come queste non le si vorrebbe mai raccontare.

Si sa, soprattutto nei paesi,costante è la presenza di cani di quartiere o di quelli che non hanno una vera e propria casa, ma che son ben voluti da tutti. Il fenomeno del randagismo, però, è incrementato ovunque, anche a San Benedetto dei Marsi, dove ultimamente si sono riscontrati numerosi abbandoni di animali. Prima di poter puntare il dito contro le  amministrazioni comunali, che sicuramente detengono le loro responsabilità e che potrebbero far di più per contrastare un simile fenomeno, è necessario anche che le comunità collaborino con le autorità nel rispetto della normativa e del buon senso. Non si comprende se il cucciolo scomparso pochi giorni fa sia stato abbandonato o meno, probabilmente si. In un periodo storico dove pullulano campagne contro l’abbandono degli animali e di sensibilizzazione, si assiste ancora a simili episodi, e fin quando ve ne sarà anche uno solo, sarà sempre troppo.

E’ fondamentale, quindi, sottolineare che un cane non lo si adotta esclusivamente sulla scia dell’emotività o perché lo si possa trattare come un peluche, da buttare non appena non serva più. Un cane, un gatto, ogni animale è un essere vivente, e per questo meritevole di rispetto. La volontà di adottare un animale deve essere, quindi, ponderata e il frutto di una scelta pensata e desiderata.   Qualche giorno fa il programma televisivo “Striscia la notizia” è arrivato ad Avezzano per indagare sulla vicenda di un uomo che avrebbe tenuto segregati in casa i propri animali e la notizia è rimbalzata su tutti i giornali. Maltrattare un animale non è solo questo, ma è anche negargli l’aiuto che meriterebbe e che sta chiedendo. Per questo non si possono ignorare simili avvenimenti ed è giusto parlarne al fine di abbattere il muro di indifferenza che si crea attorno a questo argomento.

“Non tutte le persone vedono di buon occhio il fatto che si dia da mangiare a dei poveri cani randagi – conclude la donna – ma penso che se anche chi non ritiene giusto prendersene cura, avesse almeno chiamato molto tempo prima le autorità competenti, probabilmente il cucciolo si sarebbe potuto salvare”.

 

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Violetta Salvati (Iole)

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