Avezzano – Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II, aveva programmato la visita ad Avezzano per il 19 marzo, giorno di San Giuseppe. La neve rovinò i suoi piani. Fu costretto a rimandare di una settimana il suo arrivo nella Marsica. Arrivò, infatti, domenica 24 marzo 1985 e segnò la storia dei nostri territori: per la prima volta un pontefice aveva scelto di giungere nei nostri luoghi, tra la nostra gente.
Nel corso della giornata, il Papa polacco si recò presso la Stazione di Telespazio, nel cuore della piana del Fucino accolto, tra gli altri, dall’allora Presidente dell’IRI, prof. Romano Prodi. Il suo discorso, nella circostanza, fu rivolto alle persone che lavoravano per quello che, al tempo, era denominato “Centro per Teletrasmissioni” del Fucino: “Vorrei testimoniarvi la simpatia, l’affetto, l’ammirazione che la Chiesa ha per voi, lavoratori, e vorrei salutarvi ad uno ad uno, con particolare intensità di sentimenti, per raccogliere direttamente da voi le espressioni del vostro animo, ma anche per assicurarvi che vi sono vicino, condividendo con voi preoccupazioni, speranze, aspirazioni e impegno per una pacifica promozione di tutti i lavoratori e per superare le ansie di un avvenire difficile o incerto“.
A seguire il Papa si recò al Santuario della Madonna di Pietraquaria di cui disse: “ho sostato davanti alla venerata immagine della Beata Vergine, la cui celeste protezione è vivamente sentita dal popolo cristiano ed è fonte che alimenta quelle robuste virtù spirituali, morali e familiari che sono caratteristiche di questa terra e ne formano un patrimonio religioso di incomparabile valore“. Poco più tardi incontrò i fedeli sia in piazza della Repubblica che in piazza Risorgimento, ad Avezzano, dove celebrò la Santa Messa. L’abbraccio che i marsicani riservarono al Santo Padre fu caloroso e commovente. In tanti, ancora oggi, conservano come un ricordo prezioso quel momento.
Rivolgendosi alla cittadinanza, papa Giovanni Paolo II, tra le altre cose, disse: “Di qui sgorga il mio fervido augurio per l’avvenire di questa terra, così interessante per la bellezza dei suoi monti, dei suoi laghi, del suo Parco Nazionale e dei suoi monumenti, ma anche così provata da antiche calamità naturali e da ritardi nella soluzione di annosi problemi sociali. Questa mia visita coincide con il 70° anniversario del funesto terremoto del 13 gennaio 1915, che costò all’intera Marsica 30.000 morti, dei quali poco meno di diecimila in questa Città. Da quella dura prova, che vide sulle rovine fumanti e tra le vittime doloranti l’eroica figura di Don Orione, il forte, paziente, laborioso e fiero popolo marsicano ha saputo risollevarsi e oggi Avezzano ha tutto l’aspetto di una città moderna, le cui linee geometriche e ben spaziate le conferiscono un piacevole aspetto residenziale. Ma vari problemi ancora attendono una soluzione“.
Nel 1986, un anno dopo la visita del Papa, il trasaccano Alvaro Salvi, giornalista, saggista, storico e animatore culturale della Marsica, realizzò un volume intitolato “Papa Wojtyla, da Telespazio del Fucino al mondo“. Lo stesso autore, Salvi, introducendo il testo scriveva: “Un avvenimento straordinario che non poteva non essere ricordato, ad un anno di distanza, con una pubblicazione per tramandare ai posteri la visita pastorale di Sua Santità, la festosa accoglienza che il popolo marso ha riservato calorosamente, com’è suo costume, a un Papa venuto da lontano“. A corredare l’opera diversi storici scatti fotografici realizzati, al tempo, da Carlo Bollini, Salvatore Di Tana, Elvio Gentile, Vincenzo Innocenzi, Ernesto Rogata e Angelo Sambuco.