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Il colle dell’osso e il Blok haus di Val Fondilo

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La perla verde del Parco Nazionale d’Abruzzo (oggi anche Lazio e Molise) mi ha visto il giorno 24 luglio 2017, quale Turista sul colle dell’Osso e precisamente nell’area dove trovasi i ruderi del Fortino dei Piemontesi o dei Briganti, che dir si voglia.

Andiamo per ordine e diciamo subito che controllando le cartine dell’IGM il fortino o fortilizio, compare riportato solo nella cartina dell’IGM del 1923, cartina allegata alla relazione Sipari del 1926, mentre nelle edizioni del 1954 non risulta riportato, come non risulta in quella dell’edizione del 1964.

Sappiamo però che la quota del colle dell’0sso è pari a 1522 metri sul livello del mare, mentre dove sono ubicati i ruderi del Blok haus (per la verità conservati abbastanza bene) trovasi ad una altezza di 1322, duecento metri al di sotto della cima del colle, in una specie di pianoro.

La Val Fondillo, detta la perla verde del Parco Nazionale d’Abruzzo, di storia da raccontare ne ha tanta, ora ci fermiamo a parlare del BLOK HAUS, fortino o fortilizio che trovasi sul colle dell’Osso, come detto innanzi, sovrastante la fontana dell’acqua” Sfranatara”.

Dalla nostra ricerca non siamo stati capaci di appurare l’anno preciso della sua costruzione, (se qualcuno ha notizie confortate da documenti può comunicarcele), ma abbiamo trovato notizie interessanti, almeno per gli amanti della storia locale, notizie di grande interesse storico del territorio del nostro paese.

Prima di iniziare nella trattazione dei documenti visionati, circa il fortilizio o fortino, da me visitato, il 24 luglio corrente anno, voglio anche parlare della proposta di una scheda progetto, all’interno del piano di sviluppo rurale, predisposto dal Comune di OPI congiuntamente con i Comuni di Pescasseroli, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, inviata alla Regione Abruzzo, notizia riportata sul “Il Borghetto” N.110  dell’Aprile 2017, di proprietà della Pro Loco.

Blok haus è un termine di lingua Tedesca che significa, CASE DI ROCCIA, e che veniva usato per richiamare i fortini militari che l’esercito Italiano costruì come avamposti per contrastare il Brigantaggio post unitario, che si diffuse nel centro-meridione.

Questi fortilizi, erano diffusi nelle montagne Abruzzesi, per combattere il fenomeno, come già detto, dei Briganti e dei fuori legge, che frequentavano anche le nostre montagne, in modo da isolarli e per non farli avvicinare ai centri abitati.

Sul Brigantaggio o sul Banditismo, che sono due cose molte diverse, consiglierei leggere il pezzo da me pubblicato su “Terre Marsicane” dal Titolo “O EMIGRANTE O BRIGANTI-LI CHIMAVANO BRIGANT” del 16 gennaio 2017 o molti altri autori che si sono cimentati a raccogliere notizie sul fenomeno Brigantaggio anti e post unità d’Italia, ma trattare questo ci porterà molto lontano da quanto ci siamo prefissati in questo pezzo.

Torniamo al nostro Fortino e diciamo che la struttura in pietra, ancora esistente, si è conservata in buono stato, almeno nella parte angolare, dove sono state posizione pietre squadrate.

La costruzione a forma rettangolare a lati paralleli ha le seguenti dimensioni: il lato lungo misura 17,00 metri e quello corto 7,00, centimetro più centimetro meno, lati orientati secondo i quattro punti cardinali.

La costruzione si può far risalire agli anni 1862/64 e comunque dopo l’unità d’Italia a quota 1322 posizionato sul Colle dell’Osso nella Val Fondillo sopra la sorgente dell’acqua Sfranatara e serviva come punto d’avvistamento e di controllo della valle.

Nel contratto a trattativa privata per l’affittanza novennale alla federazione Pro Montibus di Roma, (da non confondere con la Pro Montibus et Silvi), con la quale il Comune di Opi concedeva la parte del bosco Fondillo detta costa Camosciara, compresa fra il Fosso di Ciccio ed il valico denominato passeggio dell’Orso (non passaggio dell’Orso come noi oggi lo chiamiamo) a lire 2.000 annue, si parla del Blok haus ed era il 4 giugno 1922, ora questa zona in data 6/7/201 .è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO.

Tralasciamo il come e il perché il Comune di Opi fece questo passo, e  andiamo all’articolo 6 del contratto di fitto  che riportiamo integralmente:” è data facoltà alla Federazione Pro Montibus di costruire anche all’infuori della zona affittata, e cioè in altre località della Val Fondillo che saranno più particolarmente adatte fabbricati ad uso rifugio, di albergo, di osservatori di studio, campeggi e relative strade d’accesso, non che di restaurare e mettere in condizioni di abitabilità GLI AVANZI DEL BLOK HAUS esistente nelle falde del colle dell’Osso, essa Pro Montibus, potrà inoltre costruire condutture d’acqua per i servigi ed i bisogni dei fabbricati medesimi”.

Abbiamo riportato l’articolo del contratto, così come è stato scritto allora.

La delibera di concessione dell’area porta la stessa data del 4 giugno 1922 riporta le stesse argomentazioni riportate sul contratto, evidentemente fu fatta nella stessa mattinata, prima della firma del Contratto.

Erano presenti: Ettore Ursitti Sindaco, Tatti Germano e Paglia Carlo Assessori, e il Cav. Alfredo Dell’Agata Direttore Tecnico e rappresentante della Federazione Pro Montibus, nonchè il Segretario Comunale di Opi Bevilacqua Nicola.

Con una lettera inviata al Comune di Opi, il Presidente della Federazione Pro Montibus, con carta intestata  della Camera dei Deputati e con carta intestata della “Federazione Pro Montibus” in data 8 maggio 1925 chiedeva al Comune di Opi la concessione gratuita dell’area occorrente per costruire di un rifugio in contrada Valle Fondillo e precisamente sui ruderi del BLOK HAUS, era necessario che intervenisse una delibera del Consiglio, e si incaricò l’ing. Sipari a redigere una pianta della località.

Il Sipari pur presentando la pianta topografica dichirò, (è riportato nel corpo della lettera) che a causa delle neve che copre il terreno, non poteva essere sicuro che l’area corrispondesse all’area del BLOK HAUS, continuava però il Presidente “che non ha rilievo alcuno, se l’area concessa venga scelta un pò quà e un po’ là, perché il terreno è tutto di egual valore”. Continua la lettera che se tardasse la concessione del terreno, non verrebbe più eseguito e ciò a scapito del Comune che invece ha interesse, nella località suddetta sorga un rifugio.

Con nota del 26 gennaio 1923 la Sottoprefettura di Avezzano chiedeva i provvedimenti adottati dal Consiglio Comunale e il 18 marzo 1923 l’Ente Autonomo del Parco Nazionale d’Abruzzo, si impegnava al riguardo, allo scopo di evitare eventuali perdite di tempo e dannose duplicazioni, per la costruzione del rifugio.

Poi il 6 agosto 1925 ancora l’Ente Autonomo, comunicava al Sindaco di Opi che il Cav. Uff. Camillo Crema, Ing. e Geologo di Roma, “trovò nella recente visita che il progettato rifugio al posto del Blok Haus può essere eseguito, in quanto il posto su cui si decide di edificarlo è geologicamente sicuro contro il terremoto”, invitando l’Amministrazione Comunale a non tardare a deliberare la concessione gratuita alla Pro Montibus.

Ancora con nota del 16 ottobre 1925, la federazione scriveva di nuovo al Comune di Opi, dicendo che nella riunione tenutasi ad Opi tra gli Amministratori Comunali, Erminio Sipari, allora vice Presidente della Pro Montibus, i membri della Commissione del Parco Prof. Giovannoni, l’ing. Crema e il Rev. Cav. Don Alessandro Ursitti oltre al Direttore del Parco, non si raggiunse l’accordo per l’ubicazione dell’unico rifugio a due piani, che si intendeva costruire.

Il dibattito tra i presenti fu abbastanza intenso in quando Giovannoni e Crema preferivano costruire al” Passeggio dell’Orso”( anche se la cartina IGM edita nell’anno 1954 riporta il Passaggio dell’Orso), gli Amministratori e i cittadini di Opi preferirono indicare, per comodità “Il Fosso di Ciccio”.

Senza dilungarmi troppo, diciamo che i presenti si misero d’accordo nel costruire due rifugi più piccoli ad un solo piano, uno nei presso del Passeggio dell’Orso l’altro nei pressi del fosso di Ciccio, anziché due, come previsto dal progetto iniziale, questa volta però a 500 metri a Nord del BLOK HAUS.

L’Ente Autonomo in data 16 dicembre 1925 sollecitava il Sindaco di Opi alla concessione dell’area altrimenti si sarebbe passato all’esproprio delle aree, previsto dall’art.17 della legge 12 luglio 1923, n.1511.e della legge 2 giugno 1910, n.277 art.11.

Una volta poi, concesse le aree alla Pro Montibus, con nota del 23 settembre 1931 ad oggetto: “Concessione di aree Comunali per costruzione di due rifugi II Consorzio per la Condotta Forestale Marsicana, scriveva al Sindaco di fare una ulteriore delibera, però questa volta a favore della Condotta Forestale in quando nel frattempo era subentrata alla guida del Parco.

A modifica della deliberazione Podestarile dell’11 settembre 1926, (nel frattempo il Sindaco venne sostituito dal Podestà), si dovette fare una ulteriore delibera, in quando il Comune di Opi a firma del Podetà Ettore Ursitti aveva già ricevuto la somma di lire 225,00 per ciascun punto dove erano previsti i rifuggi.

La ulteriore delibera è la n. 33 del 26 settembre 1931.

Ad oggi che scriviamo però né i rifuggi risultano essere stati fatti, né il fortino è stato ristrutturato.

A conclusione di questo viaggio tra carte e controllo dal vivo voglio riportare un atto di morte di un cosiddetto Brigante.

“AI POSTERI-MEMORIA- Ai 22 luglio 1862 dalla Guardia Nazionale di questo paese fu preso nella montagna della Valle di Corte in tenimento di Scanno, un Brigante che faceva parte della masseria di Sora nominato Giuseppe Antonio Preci di ……….di anni 22 , e siccome si voltavano qui un Capitano Piemontese colla truppa che inseguiva detto Mammola , lo condannò  per doppio reato alla fucilazione , eseguita il giorno 23 luglio, dopo ……….lo munito dei sacramenti , e quindi perché morì rassegnato , e penitente , fu condotto in chiesa, ove il giorno appresso gli fu fatto il funerale e fu sepolto- Giuseppe Ciolli…..”.

 

Opi li, 28 luglio 2017

Andrea Di Marino

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