Home Rubriche>Curiosità e passione per il territorio Il Carnevale: la festa dell’allegria

Il Carnevale: la festa dell’allegria

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È appena trascorso il Natale e già si respira profumo di Carnevale. Una festa se ne va ed un’altra arriva, con una cadenza ciclica sempre uguale da secoli. Ma che origini ha il Carnevale? L’etimologia di questa parola risale probabilmente dal latino “carnem levare” cioè levare la carne, risalente al Medioevo quando la Chiesa proibiva il consumo di carne dal primo giorno di Quaresima, cioè dal giorno successivo al Carnevale fino al giovedì santo prima della Pasqua. In effetti il Carnevale, nel calendario liturgico cattolico- romano si colloca tra l’Epifania e la Quaresima. Le prime tracce documentate del Carnevale risalgono ad epoca medievale e descrivono una festa caratterizzata da un esagerato consumo di cibi, bevande e piaceri carnali. Per tutto il periodo si nascondeva la propria identità dietro delle maschere.

Ma sicuramente i festeggiamenti del Carnevale hanno un’origine molto più antica, probabilmente nelle feste religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni. Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare. Questo periodo, inoltre, coincide più o meno con l’inizio dell’anno agricolo, collegato così alle feste greche in onore di Dionisio, dio greco del vino che sfociavano in vere e proprie orge, e a quelle romane in onore del dio Saturno e durante la quale si tenevano cerimonie religiose di carattere sfrenato e orgiastico, che prevedevano tra l’altro la temporanea sospensione del rapporto servo-padrone.

Durante il Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica. In questo periodo nacquero i carri allegorici e le sfilate.
Oggi il Carnevale è il periodo che va dal 17 Gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, fino al primo giorno di Quaresima. Le principali manifestazioni però si concentrano tutte negli ultimi dieci giorni e finiscono con il martedì grasso, giorno che precede Le Ceneri, inizio per i cristiani dei quaranta giorni prima della Pasqua. La Quaresima ricorda i giorni di digiuno che Gesù fece nel deserto. Già nel concilio di Nicea (325 d.C.) si ha traccia della Quaresima. La data del martedì grasso non è mai la stessa e varia in base alla cadenza della Pasqua. Il carnevale è la festa dell’allegria per eccellenza. Adulti di ogni ceto sociale si recano a balli in maschera e sfilate variopinte.

Si acquistano vestiti da indossare, coriandoli e trombette. Le feste di Carnevale sono occasione di divertimento esagerato e di grandi mangiate. I bambini si mascherano da moschettieri, pirati, damine del settecento, odalische e personaggi dei cartoni animati più in voga. Le maschere sono presenti in ogni cultura. Le maschere italiane nacquero a Venezia e sono già ricordate verso la fine del 13° secolo. Erano usate per diversi scopi, anche quello di nascondersi agli occhi della gente.

Da Venezia si diffusero in Italia e in Europa e furono adottate dal teatro dell’arte. Ebbero la massima diffusione nei festini di Carnevale del Settecento, in cui conobbero grande fama personaggi come Rosaura la dama, Florindo l’innamorato, Lelio il bugiardo, inseriti da Goldoni nelle sue commedie. Le maschere celebrano le tradizioni delle città e delle regioni d’Italia: il Piemonte con Gianduia, Bergamo con Arlecchino, Venezia con Pantalone e Colombina, innamorata di Arlecchino, Milano con Meneghino, la Toscana con Stenterello, Roma col Sor Tartaglia, con Rugantino e Capitan Spaventa, Napoli con il mitico Pulcinella, la Sicilia con Peppe Nappa e i personaggi della tradizione dei paladini. Negli ultimi anni queste maschere considerate classiche hanno perso un po’ di splendore per lasciare il posto a fate, ninja e mostri spaziali.

Ma il Carnevale rimane sempre una festa piena di allegria e di fascino che contagia tutti, grandi e piccini . . . .e chi per una volta non vorrebbe indossare i panni del proprio eroe o della propria eroina? Allora lasciamo correre la fantasia, divertiamoci e una volta all’anno ritroviamo il bambino che alberga in noi.

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Violetta Salvati (Iole)

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