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Cane da pastore abruzzese maremmano, il riconoscimento, Quaglieri: “Riaffermata l’identità storica della razza”, Liris: “Giustizia all’Abruzzo”

Cane da Pastore

Il Cane da Pastore Abruzzese torna a casa, Quaglieri: “Riconosciuta l’identità storica della razza”
Dopo un percorso istituzionale avviato dalla Provincia dell’Aquila e dalla Regione Abruzzo, la Federation Cynologique Internationale (FCI), con delibera del 16 dicembre 2025, ha ratificato l’inversione della denominazione della razza, che da Cane da Pastore Maremmano-Abruzzese diventa diventa Cane da Pastore Abruzzese-Maremmano. Il provvedimento sancisce il riconoscimento formale dell’identità originaria di una razza storicamente legata alla pastorizia e alla transumanza abruzzese.

Un passaggio decisivo del percorso si è registrato il 30 novembre 2021, con l’approvazione all’unanimità, in V Commissione regionale, della mozione a firma dei consiglieri regionali Mario Quaglieri e Guerino Testa, che impegnava la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero competente e gli organismi preposti, su impulso del Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese (CPMA).

«Non si tratta di una semplice modifica terminologica, ma del riconoscimento di una verità storica e identitaria – dichiara l’Assessore regionale Mario Quaglieri –. Il Cane da Pastore Abruzzese è parte integrante della cultura e della tradizione dell’Abruzzo, un patrimonio che affonda le radici nel lavoro dei pastori e nel rapporto millenario tra uomo, animale e territorio. Questo risultato dimostra la grande caparbietà degli abruzzesi e che, quando le istituzioni ascoltano il territorio e lavorano con serietà, è possibile restituire dignità e valore ai simboli più autentici della nostra Regione».

Per il Vicepresidente della Provincia dell’Aquila Gianluca Alfonsi, il riconoscimento rappresenta anche un segnale forte per le aree interne: «È il frutto di un lavoro condiviso, nato dall’ascolto diretto degli allevatori e dei pastori. La Provincia dell’Aquila ha sostenuto fin dall’inizio questa battaglia di identità perché il Cane da Pastore Abruzzese è un simbolo vivo delle nostre comunità montane e del mondo pastorale, che meritava di essere pienamente riconosciuto».

Soddisfazione viene espressa anche dagli allevatori Carlo Caniglia e Mauro Di Fonzo: «Dopo settant’anni il nostro cane torna a casa. La decisione della FCI ristabilisce una verità storica e identitaria. È un traguardo costruito grazie all’impegno degli allevatori e dei selezionatori del cane bianco abruzzese, al lavoro del presidente ENCI Dino Muto e del presidente del CPMA Antonio Grasso, e al sostegno delle istituzioni, in particolare dell’Assessore regionale Mario Quaglieri, del Vicepresidente della Provincia Gianluca Alfonsi e del Consigliere comunale di Avezzano Nello Simonelli. Un ringraziamento va inoltre a Romeo ContestabileGiuseppe MiccoliSandro Della Penna e a tutte le altre figure che hanno contribuito, spesso lontano dai riflettori, a questo risultato».

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Cane da pastore abruzzese maremmano, Liris: “Un riconoscimento che rende giustizia all’Abruzzo

 «Il riconoscimento ufficiale della denominazione Cane da Pastore Abruzzese Maremmano rappresenta un risultato storico che rende finalmente giustizia a un’autentica icona della nostra regione».

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, ricordando il percorso avviato negli anni scorsi: «Quando ero assessore della Regione Abruzzo alle Aree Interne proposi, e la Giunta regionale approvò, la modifica della denominazione del celebre guardiano delle greggi, superando definizioni improprie come “cane da pecora” o “mastino abruzzese”, per affermare con chiarezza l’identità del Cane da Pastore Abruzzese».

Oggi – prosegue Liris – finalmente la Federazione Cinologica Internazionale, su proposta di ENCI e CPMA ha sancito un passaggio storico, riconoscendo la dicitura: Cane da Pastore Abruzzese Maremmano.
È un risultato che onora la storia, la tradizione e la cultura pastorale dell’Abruzzo».

Desidero ringraziare il CPMA, il presidente Antonio Grasso e il vicepresidente Mauro Di Fonzo per la passione e l’impegno con cui hanno sostenuto questa battaglia e questo progetto, con un ruolo decisivo del presidente Grasso nei rapporti con l’ENCI.

«È questo il senso di una politica che sa stare dalla parte di chi difende le proprie radici, il rispetto della verità storica e ciò che appartiene profondamente all’Abruzzo», conclude il senatore.

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