Marsica. L’infernale “gioco del suicidio” Blue Whale è arrivato anche nella Marsica. Il comando dei militari dell’Arma di Tagliacozzo, agli ordini del capitano Edoardo Commandè, fa sapere che:
La notte scorsa i Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo si sono recati presso l’abitazione di una giovane (della quale per avvia opportunità non sarà indicato alcun riferimento), residente in un comune della zona, per un segnalato caso di autolesionismo. Ad avvisare i militari dell’Arma, è stata proprio un’amica dell’interessata, che, sotto il peso e l’angoscia del segreto scoperto, ha riferito al numero di pronto intervento 112 di una coetanea che, negli ultimi tempi, aveva cominciato ad assumere atteggiamenti e comportamenti strani, fino a mostrarle il disegno di una balena incisa con una lametta sul palmo della mano.
I militari sono immediatamente intervenuti sul posto ed hanno preso contatti con la ragazza che è stata accompagnata celermente al pronto soccorso per i preliminari accertamenti del caso, venendo comunque dimessa poco dopo.
La giovane, maggiorenne, interpellata dai militari ha inizialmente negato e minimizzato i fatti, per poi riferire di essere venuta a conoscenza, consultando il web, di quel “gioco on line” comunemente noto con il nome di Blue Whale, e di aver tentato di svolgerne alcune prove, tra cui proprio l’infliggersi con una lametta il disegno raffigurante una balena sul palmo della mano sinistra.
Il fenomeno, certamente allarmante e che purtroppo sta prendendo piede attraverso alcuni social, punta a far leva sulla debolezza di soggetti ai quali vengono richieste prove del tutto assurde e dalle conseguenze gravissime, anche letali. Le uniche sentinelle realmente attive, in queste circostanze, possono essere proprio parenti e amici, perché capaci di intercettare e segnalare (come nel caso specifico) elementi di allarme, così scongiurando più gravi conseguenze.
I Carabinieri, terminati gli accertamenti sanitari preliminari, stanno ora procedendo a una approfondita verifica di contatti e relazioni della ragazza, al fine di individuare partecipanti ed istigatori di questa assurda pratica, insensatamente definita “gioco”.