AVEZZANO, UROLOGIA: NUOVO LASER ‘VAPORIZZA’ E RIMUOVE I TESSUTI INGROSSATI DELLA PROSTATA SENZA TAGLIO CHIRURGICO

Il nuovo macchinario è entrato in funzione lunedì scorso con i primi interventi: niente più sanguinamenti, causati dalle operazioni tradizionali col bisturi, che sono problematici soprattutto per pazienti di età avanzata

AVEZZANO. Il fascio di luce verde ‘vaporizza’ il tessuto ingrossato della prostata e lo rimuove senza taglio chirurgico, evitando sanguinamenti, riducendo le degenze (1-2 giorni anziché 4-5), rendendo più rapidi i tempi di recupero del paziente.  Da lunedì scorso, nel reparto di urologia dell’ospedale di Avezzano, le parti della prostata colpite dall’ipertrofia (ingrossamento)  vengono trattate col nuovo laser, da pochi giorni entrato in funzione. Il macchinario, messo a disposizione dalla direzione Asl, rappresenta l’alternativa, in moltissimi casi, all’intervento chirurgico tradizionale (col bisturi) ma è assai utile soprattutto per alcuni tipi di pazienti. Si tratta, in particolare, di quelli anziani e di coloro che soffrono di patologie cardiovascolari o che assumono farmaci anticoagulanti, più esposti di altri alle conseguenze del sanguinamento  causato dal taglio chirurgico. “Il nuovo macchinario”, dichiara il manager della Asl 1, Rinaldo Tordera, “rientra nel processo di modernizzazione intrapreso dall’azienda che, grazie alle nuove tecnologie, consente di innalzare lo standard delle prestazioni e di migliorare la qualità di vita del paziente. Un ulteriore investimento sull’ospedale di Avezzano che ha un ruolo importante per l’ampio bacino della Marsica”.

L’uso del laser a fascio verde (l’intervento dura una mezz’oretta) è  quindi una risorsa importante a disposizione del reparto di urologia di Avezzano, in cui operano  il dr. Massimo Calabrese e il dr. Pierluigi Leone, la cui attività fa capo al dr. Luigi Di Clemente, direttore del servizio della Asl 1. La possibilità di evitare il taglio con bisturi consentirà di migliorare le prestazioni e di eliminare le complicanze post operatorie, con l’ulteriore vantaggio di una minore invasività dell’intervento rispetto a quello chirurgico tradizionale. Inoltre, come detto, la riduzione della permanenza in reparto (durata dimezzata delle degenze) permette un migliore e più frequente utilizzo dei posti letto disponibili.  In definitiva, le operazioni chirurgiche tradizionali sulla prostata, per asportare i frammenti interessati dall’ingrossamento, verranno limitate a quei casi in cui il ricorso al bisturi è davvero indispensabile. Attualmente, per l’ipertrofia prostatica, il reparto dell’ospedale di Avezzano compie circa 360 interventi l’anno, alla media di una trentina  al mese. L’ipertrofia della ghiandola è una delle patologie maschili più diffuse, dovute in ampia misura (ma non solo) all’allungamento dell’età. Nei pazienti con l’anagrafe avanzata il sanguinamento ha conseguenze più pesanti e quindi  il  laser  si rivela assai vantaggioso e meno traumatico.

 

 

 

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