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Avezzano solidale

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Avezzano – Le storie di cronaca nera che ultimamente riempiono i tabloid ed i tg, ci mostrano che la disperazione non ha età o sesso, ma rappresenta il motore di chi intraprende il cosiddetto “viaggio della speranza”, fino a qualche decennio fa metaforicamente riferito al viaggio di rinascita dell’anima.

Solo con l’aumento dei flussi migratori in tutto il mondo, questo viaggio assume connotati diversi, a volte negativi, che hanno messo in evidenza “la paura dell’altro”, del “diverso”; complice la cronaca che quotidianamente alimenta questa paura.

Ma oltre questo, la trama dell’immigrazione, si basa essenzialmente sui fili della solidarietà…Tant’è che non tutti sanno come funzionano i centri di accoglienza, prima struttura  alla quale gli immigrati si rivolgono non appena arrivati nel nostro Paese.

“Il centro di accoglienza per richiedenti asilo nasce nel marzo del 2014. La nostra Provincia ,fino ad allora, era stata esclusa dall’accoglienza dei migranti per le conseguenze del terremoto dell’Aquila  del 2009. A marzo 2014 il Ministero dell’Interno ha assegnato i primi 40 richiedenti asilo alla Prefettura e l’allora Prefetto Alecci chiamò personalmente tutte le organizzazioni che avevano esperienza nel campo delle migrazioni e dell’accoglienza. La Caritas mise a disposizione 4 posti nella Casa di Accoglienza di piazza Matteotti,” spiega Lidia Di Pietro, Responsabile di zona per la Caritas di Avezzano,  “ l’obiettivo è innanzitutto essere prossimi a persone che hanno scelto di rischiare la propria vita in un viaggio disperato per il deserto e il mare. I nostri primi quattro ospiti sono stati cittadini gambiani. Avevano  tutti  avuto dei problemi con il governo di Yahya Jammeh, il dittatore destituito nel gennaio 2017, dopo 24 anni lunghissimi di repressioni sanguinarie e esecuzioni sommarie. Oggi ispiriamo le  nostre attività alle indicazioni del Vademecum per l’accoglienza nelle diocesi, della Conferenza Episcopale Italiana, e le linee guida dello Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, modelli virtuosi di promozione umana, tutela delle vulnerabilità e integrazione sociale”.

Un lavoro a tutto tondo che comporta la collaborazione con enti  non solo di solidarietà e religiosi, ma anche strutture qualificate nella gestione del territorio. “Collaboriamo con  Questura e Prefettura che sono i nostri diretti interlocutori. E poi con tutti gli attori coinvolti a vario titolo in un processo – quello dell’accoglienza per richiedenti asilo – che non dobbiamo dimenticare è  governato dal Ministero dell’Interno”, continua Di Pietro, “ ed inoltre riceviamo aiuto da Enti istituzionali presenti sul territorio, un aiuto che passa sempre per l’attenzione e la buona volontà del singolo operatore, del singolo rappresentante degli organi istituzionali”.

L’immigrazione oggi è un tema scottante, costellato di infinite sfumature di diversa entità, dettate da esperienze personali o fatti di cronaca, e molte volte erroneamente vissuta come fenomeno sociale da temere perché trattato dai mass media in toni noir e allarmanti….ma dimentichiamo che fondamentalmente, e prima di tutto, è la richiesta di aiuto di persone, umani, che hanno avuto la sfortuna di nascere in luoghi dove la speranza è legata ad un viaggio per salvare la propria vita e quella dei propri cari. (S.C.)

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Violetta Salvati (Iole)

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