Avezzano – Si è spento ieri pomeriggio lo scultore Luigi Di Fabrizio, figura di rilievo dell’arte contemporanea italiana e protagonista di una lunga stagione di ricerca plastica e formale. La salma sarà esposta per l’ultimo commiato presso la Casa del Saluto Bossi di Avezzano.
Le esequie si terranno il 20 dicembre 2025 alle ore 11 nella parrocchia dello Spirito Santo di Avezzano.

Artista di riconosciuto valore, Di Fabrizio si afferma già agli inizi degli anni Sessanta, partecipando a importanti rassegne come la Biennale d’Arte del Metallo di Gubbio, la Mostra d’Autunno di Bologna e la Biennale d’Arte Figurativa dell’Aquila.

Nel 1965 avvia una ricerca radicale sulle forme pure e assolute, scegliendo l’acciaio inox come materiale privilegiato. Nascono opere essenziali, basate sul dialogo tra concavità e convessità, superfici riflettenti e strutture modulari capaci di moltiplicare lo spazio e la percezione visiva.

Nel 1968 la commissione della Seconda Mostra Città di Penne, presieduta da Remo Brindisi, segnala la sua opera Modulo Riflesso, realizzata in acciaio inox e ottone. L’anno successivo partecipa nuovamente alla Biennale di Gubbio e nel 1970 è invitato da Cesare Vivaldi al XIX Premio Avezzano, dedicato all’“Arte italiana del dopoguerra”.

Proprio Vivaldi sottolinea la forza tridimensionale delle sue opere, «oggetti dal valore schiettamente plastico, ricchi di aggetti e rientranze, concavità e convessità esaltate dalle superfici lucide». Dal 1972 Di Fabrizio espone in numerose mostre nazionali e internazionali, approfondendo le potenzialità espressive dell’acciaio inox e del bronzo. Nel 1981 viene segnalato da Luigi Lambertini nel Catalogo Bolaffi n. 5 per la scultura.

Con la scomparsa di Luigi Di Fabrizio, Avezzano e il mondo dell’arte perdono un interprete rigoroso e coerente della materia e della forma, capace di coniugare sperimentazione, equilibrio e profondità estetica.