Home Avezzano Avezzano, il Comune paga 15mila euro la pubblicità istituzionale sul quotidiano. Esposto alla Corte dei Conti di 3 consiglieri

Avezzano, il Comune paga 15mila euro la pubblicità istituzionale sul quotidiano. Esposto alla Corte dei Conti di 3 consiglieri

Pagine a pagamento sul Centro. I consiglieri comunali di minoranza Alessandro Barbonetti, Vincenzo Gallese e Alberto Lamorgese chiedono ora alla Corte dei Conti se la spesa è legittima: "Il Comune ha già speso 20mila euro per una sola uscita di un giornale comunale di sole 4 pagine"
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Avezzano. Quindicimila euro, 7.426 euro già spesi e altrettanti impegnati per essere spesi allo stesso modo: inserti di pubblicità istituzionale, inserita tra le pagine del quotidiano Il Centro.

La spesa è prevista dal Comune di Avezzano, a guida del sindaco Gianni Di Pangrazio, con una determina di maggio del 2015, per pubblicizzare la propria attività amministrativa o meglio per “una informazione puntuale sull’attività amministrativa e politica dell’ente” solo sulle pagine de Il Centro.

Alcuni inserti sono già stati pubblicati, l’ultima uscita ieri, e, in considerazione che a maggio si vota e che comunque i soldi sono dei contribuenti di Avezzano, i consiglieri comunali di minoranza Alberto LamorgeseAlessandro Barbonetti e Vincenzo Gallese chiedono ora alla Corte dei Conti se la spesa è legittima.

Avendo la pubblicazione del periodico mere finalità promozionali e di persuasione”, scrivono i tre consiglieri al procuratore regionale della Corte dei Conti, Maurizio Stanco, “e nessuno scopo informativo ampiamente esaurito con precedenti esaurienti comunicazioni,  la spesa parrebbe dover essere ricondotta nell’ambito delle spese di rappresentanza (voce di costo essenzialmente finalizzata ad accrescere il ruolo, il decoro, il prestigio e la reputazione della singola pubblica amministrazione verso l’esterno)“.

Nell’esposto, inviato alla Corte questa mattina, Barbonetti, Gallese e Lamorgese, sottolineano come la stessa amministrazione comunale, con una delibera della scorsa estate, abbia già speso 20mila euro per una sola uscita del giornale istituzionale dell’Ente. Si tratta di un solo foglio di quattro pagine. 20mila euro era la spesa per il 2016 per il giornale che di fatto è uscito solo a dicembre e quindi a 5 mesi dalle prossime elezioni.

Ecco l’esposto:


Maurizio Stanco
Procuratore Regionale Corte dei Conti – Via Buccio da Ranallo 65
San Domenico – 
67100 L’Aquila

Oggetto: esposto  su determina del Comune di Avezzano n.11005 (30.5.2016 – f.to dr.Zitella) avente ad oggetto “Comunicazione istituzionale – acquisto inserto quotidiano il Centro” e pubblicità istituzionale

Premesso che:

1)il capitolo 0101.13.343 – Bilancio Comune di Avezzano – “Spese per comunicazioni istituzionali” è stato dotato di Euro 15.000,00 per l’anno 2016;

2)nella determina in oggetto si legge che l’Amministrazione comunale di Avezzano “ritiene di fondamentale importanza dare una informazione puntuale sull’attività amministrativa e politica dell’ente”;

3)la determina in oggetto impegna Euro 7.426,70 a valere sui 15.000,00 Euro disponibili, riservandosi di impegnare allo stesso scopo la somma residua. La somma impegnata di Euro 7.426,70 è stata utilizzata per acquistare un inserto pubblicitario di quattro pagine intere sul quotidiano il Centro, ed allo stesso scopo la somma residua, dato che il Centro ha continuato la pubblicazione degli inserti pubblicitari (ultimo in data 25 gennaio 2017).

Sottolineato che:

-gli inserti pubblicitari hanno un tenore ed un contenuto chiaramente propagandistico, esponendo in primo piano anche foto e messaggi del Sindaco pro tempore Gianni Di Pangrazio, ed è da considerare il fatto  che le elezioni comunali si terranno ad Avezzano nel maggio 2017, ovvero tra poco più di tre mesi. Agli inserti pubblicitari, inoltre, il Comune ha aggiunto un foglio di notizie messo in diffusione con la modica spesa di ulteriori ventimila euro, dei quali 10mila sono per stampa e divulgazione del giornale Istituzionale e altri 10mila quale sostegno all’editoria locale in applicazione della legge n.150 del 7 giugno 2000;

-nel merito, gli inserti pubblicitari ed il notiziario elencano con tono encomiastico una serie di opere/iniziative dell’Amministrazione già ampiamente e ripetutamente comunicate e pubblicizzate in passato e quindi più che conosciute dalla cittadinanza di Avezzano, anche grazie al continuo lavoro dell’eutrofico staff del quale il Sindaco dispone,  e che consente all’Amministrazione di essere esageratamente presente su tutti i mezzi di comunicazione locale, a partire dall’ossessiva presenza sul quotidiano il Centro che ospita gli inserti a pagamento.

Ricordato che:

-come è noto, la Corte dei Conti, anche nelle sezioni regionali, è più volte intervenuta sulla legittimità e sui limiti della comunicazione istituzionale anche alla luce della normativa sulla spending review;

-i magistrati contabili (ad es., sezione regionale di controllo dell’Emilia Romagna) hanno ripetutamente ribadito che nella nozione di “spese pubblicitarie e promozionali” (nozione richiamata dalla determina in oggetto) debbano essere ricomprese le attività mediante le quali l’ente porta all’esterno della propria struttura notizie, anche riconducibili alle proprie finalità istituzionali, come quelle riguardanti la comunicazione istituzionale o le informazioni funzionali alla promozione dei servizi pubblici e delle modalità di fruizione degli stessi da parte della collettività;

-la Corte dei conti ha anche evidenziato (in una pluralità di sentenze) che non sempre l’ente locale può legittimamente utilizzare le pubbliche risorse allo scopo di inviare pubblicazioni alla cittadinanza. Tali pubblicazioni, per essere giudicate legittime, non devono essere finalizzate a propagandare l’immagine dei vertici politici, in quanto in tal caso non costituirebbero legittime spese di rappresentanza, ma integrerebbero un danno all’Erario.  A tal proposito, secondo la consolidata giurisprudenza contabile, le spese di rappresentanza sono legittime laddove questa rispetti determinate condizioni:

–finalizzata al perseguimento dei fini istituzionali; 

–destinata ad attività rivolte a proiettare l’amministrazione all’esterno; 
–connessa a un’esigenza effettiva per l’ente di manifestarsi all’esterno. 
Tutto ciò premesso, si chiede di verificare:

-se sia legittima una costosa campagna di “pubblicità istituzionale”, encomiastica e ripetitiva di fatti già ampiamente noti alla popolazione, con chiara finalità di propaganda e persuasione, e questo a pochi mesi dalle elezioni amministrative che vedono la ricandidatura del Sindaco in carica;

-se tale campagna elettorale di fatto costituisca o meno vizio di legittimità della spesa, nel senso che trattasi di spesa  ingiustificata o inutile, poiché frutto di una scelta antieconomica e irrazionale e, pertanto, portatrice di danno erariale (Corte dei Conti, sezione giurisdizionale Toscana, sentenza n. 126/08);

-se la pubblicazione degli inserti e del periodico comunale, rivolto alla comunità amministrata,  e non mirante alla diffusione della conoscenza dei servizi erogati, sia “comunicazione istituzionale” ovvero spesa di rappresentanza. Avendo la pubblicazione del periodico mere finalità promozionali e di persuasione, e nessuno scopo informativo ampiamente esaurito con precedenti esaurienti comunicazioni,  la spesa parrebbe dover essere ricondotta nell’ambito delle spese di rappresentanza (voce di costo essenzialmente finalizzata ad accrescere il ruolo, il decoro, il prestigio e la reputazione della singola pubblica amministrazione verso l’esterno);

-se la pubblicità rientra, come pare,  nella spesa di rappresentanza, allora essa rientrerebbe nelle spese soggette alla riduzione di cui all’articolo 6 del Dl 78/2010 (che prevede un taglio lineare a regime di oltre l’80% rispetto alla spesa sostenuta nell’anno 2009 per le seguenti tipologie: relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza). In tal caso si configurerebbero ulteriori illeciti, attinenti la palese violazione della normativa sulla spending review oltre all’abuso ed omissione d’ufficio.

I consiglieri comunali Alessandro Barbonetti, Vincenzo Gallese e Alberto Lamorgese


 

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