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I collaboratori dell’OVRA nella Marsica, tra infiltrati, malfattori e spie del regime (aprile-maggio 1935)

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collaboratori dell’OVRA nella Marsica
collaboratori dell’OVRA nella Marsica

Dal novembre del 1933 l’ufficio di polizia politica di Avezzano (OVRA), fu diretto da Pasquale Andriani, che rimase in carica fino alla «Liberazione». Nel momento in cui sostituì Saverio Polito (seconda metà degli anni Trenta), la lotta al partito comunista poteva considerarsi quasi vinta; infatti, la rete clandestina interna all’Italia era stata scardinata, rimanendo attivi solo piccoli ma pericolosi gruppi mal collegati tra loro (ad eccezione di Avezzano, centro di smistamento della stampa clandestina verso Roma e viceversa). 

In questa nuova situazione l’OVRA cambiò espressione, cominciando a interessarsi, soprattutto, del controllo del territorio, iniziando così a tenere in considerazione le spie, i mormoratori, i disfattisti e alcuni fascisti dissidenti e delusi. Tale premessa è utile per introdurre alcuni importanti documenti conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila. Si tratta di fogli dattiloscritti compilati da persone inserite nell’organizzazione per il controspionaggio, che descrivevano il comportamento di alcuni fiduciari marsicani o di persone ancora attive nella zona prima e dopo la disfatta del fascismo. In realtà, il carteggio ben denuncia un lungo elenco di spie che collaborarono attivamente con la polizia politica, tra cui spicca il nome di Dante Putaturo, proprietario di una tipografia ad Avezzano, che era stato sin dalla prima ora un fanatico del fascismo. In seguito, sfollato ad Antrosano, mantenne continui contatti con gli ufficiali tedeschi. All’arrivo delle truppe anglo-americane, fu arrestato dalla polizia inglese. Tra l’altro, altri personaggi della Marsica furono complici dei fascisti: Luigi Rossitti, vice console della milizia volontaria sicurezza nazionale, considerato uno dei più violenti squadristi della Valle Roveto; Iole Spera, impiegata alla direzione del servizio postale di Avezzano che ebbe sempre la fiducia dello stesso Andreani, tenendo sotto controllo tutta la corrispondenza degli antifascisti; Domenichino Pirro, un commerciante che aveva il suo negozio all’inizio di Corso Umberto di Avezzano. Abitualmente s’incontravano nella sua bottega, tutti i fascisti del posto insieme a elementi di polizia: Prampolino Iatosti che, dopo aver aderito al movimento clandestino degli oppositori al fascismo, a causa delle sue precarie condizioni di vita, passò sotto lo spionaggio dell’OVRA, contribuendo così all’arresto di dissidenti e comunisti appartenenti al gruppo di Mancini, Amiconi e compagni; Mario Longo, considerato da molti, come una delle figure più losche che spadroneggiavano nella Marsica. Dopo essersi macchiato di gravi ammanchi pecuniari come cancelliere di pretura, fu settario incontinente, mostrando tutto il suo zelo fascista, con sfoggio di divise decorate e armi di ogni tipo, sempre a capo della milizia. Il suo fanatismo raggiunse l’apice subito dopo l’armistizio del 1943, quando tentò di incitare molti giovani avezzanesi a impugnare le armi in favore dei tedeschi. In seguito alla ritirata delle truppe germaniche e con il sopraggiungere degli alleati, rimase indisturbato al suo posto come cancelliere nella sezione penale di Avezzano. Domenico De Cesare, invece, aveva partecipato come squadrista a tutti i fatti di violenza perpetrati dal fascismo marsicano, riuscendo anche ad avere l’incarico di fiduciario dei sindacati dell’agricoltura. Rimase particolarmente attivo nella zona di Tagliacozzo al servizio della polizia politica. Nell’elenco figura anche il maresciallo Bianchini, appartenente alla milizia come elemento pronto a perseguitare Rolando Spina, Antonio Paoluzi di Tagliacozzo e i fratelli Palladini (tutti antifascisti). Anche lui, in seguito, fu arrestato dalla polizia inglese. Altri nomi al servizio dell’OVRA figurano nel carteggio d’archivio, completi di note esplicative: Antonio Di Mizio, commerciante di vini ad Avezzano; Domenico Meta, Antonio Laurenzi, sempre al servizio  di tutti i gerarchi della Marsica; Gilberto Negrini, un fanatico studente dalla propaganda nociva; i fratelli Donatelli, che durante lo sbarco alleato furono i più attivi collaboratori dei tedeschi nella Marsica; Manlio Fioravanti, sedicente professore delle scuole magistrali; Renato Simboli, fascista violento già capo squadra della milizia e poi anche lui al servizio dei tedeschi; Raffaele Tomassetti, inserito nell’amministrazione comunale di Celano tra i più scalmanati squadristi della zona e Domenico Donatelli, maresciallo dei carabinieri (1). In proposito, la studiosa Sara Galli, commentando il libro dello storico Mauro Canali, specifica: «Tramite vicende emblematiche dello spionaggio politico, Canali restituisce, pagina dopo pagina, i tratti di un universo in cui le miserie e le tragedie di una moltitudine di uomini e donne rappresentavano il terreno d’azione ideale per Polizia politica e OVRA. Varie manifestazioni di violenza emergono sia dalle procedure di reclutamento dei fiduciari, sia dalle modalità della loro gestione. Benché raramente le carte di Polizia documentino su eventuali sevizie inflitte agli arrestati, l’autore getta luce su fatti di eclatante brutalità, ai quali fa da sfondo un panorama tanto ambiguo quanto inquietante» (2).

Dopo quanto appena specificato sopra, occorre non perdere d’occhio in questo momento anche la situazione del fascismo in Europa, riguardante l’accordo con la Francia del gennaio 1935, che rappresentò per Mussolini un vero successo politico: «la fine della quarantena per il fascismo e della minore età per l’Italia tra le grandi potenze». Con esso «il fascismo italiano e, addirittura, che l’Italia fascista era non solo elemento dell’equilibrio europeo da cui non si poteva prescindere, ma anche un elemento al quale bisognava far ricorso se si voleva garantire quella pace, quel sistema europeo, quella sicurezza francese che sino allora si era detto che essa voleva infrangere». Per Mussolini si trattava, indubbiamente, della premessa necessaria per una prossima conquista dell’Impero (3).

Alla luce di questi importanti risultati ottenuti dal duce, nella Marsica aumentavano le manifestazioni del consenso fascista, stavolta messe in pratica a Magliano dei Marsi (4 aprile 1935) dal podestà Vincenzo Pietrangeli e dal segretario politico Lorenzo D’Alessandro. Si organizzò un’adunata di seicento e più giovani fascisti provenienti da tutta la zona, cui prese parte il segretario federale, generale Franco Antonelli (4). Nella Cronaca dell’Abruzzo, Marche e Molise, si apprende che altri importanti raduni, con l’imbandieramento degli edifici pubblici, delle caserme e quelli di polizia, si svolsero ad Avezzano alla presenza del presule Pio Marcello Bagnoli: «Dopo l’omaggio ai caduti il vescovo dei Marsi, nell’ampia Piazza del Risorgimento letteralmente stipata, ha benedetto i Labari delle Giovani fasciste e dei Figli della Lupa. Indi ha parlato il comm. Guido Petroni sul significato della celebrazione e della Leva fascista». A Collelongo, invece, il «camerata» Enrico Cianciusi (ex combattente), tenne un brillante discorso sul fascismo, suscitando grandi applausi, in un clima in cui si stavano educando le nuove generazioni. Nella stessa manifestazione, l’insegnante e capo manipolo Ugo De Paolis, promosse un saggio ginnico coadiuvato dalla fiduciaria insegnante Maria Cotugno D’Alessandro. 

In questo momento, per cogliere il grande fanatismo del regime, dal carteggio attentamente esaminato affiora una tenace passione fascista del centurione ingegner Salucci, che organizzò a Celano un’imponente sfilata di avanguardisti (5).

NOTE

  1. Archivio di Stato di L’Aquila, Prefettura, Atti di Gabinetto, II Versamento, b.37, fasc.3. Per avere ulteriori e complete notizie sull’argomento, si veda: M.Canali, Le spie del regime, il Mulino, Bologna, 2004. La ricerca è frutto di un lungo e più che meritorio scavo sui fondi archivistici del Ministero dell’Interno, il volume ricostruisce le origini della polizia politica italiana, la ristrutturazione della Pubblica Sicurezza in epoca fascista, la funzione dei fiduciari della polizia politica, la specificità investigativa e repressiva dell’OVRA.
  2. Per una esaustiva panoramica delle nuove questioni storiografiche postesi in relazione all’antifascismo si veda: Storicamente, vol. 2 (2006), Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, in rivista Viella Editrice, Roma, p. 2.
  3. R.De Felice, cit., pp.536-537, Mussolini e l’Europa.
  4. Il Messaggero, Anno 57° – N.82, Venerdì 5 Aprile 1935, p.6. Adunata di Giovani Fascisti a Magliano dei Marsi.
  5. Ivi, Anno 57° – N.127, Martedì 28 maggio 1935, p.6. La celebrazione dell’annuale dell’Intervento.
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Fulvio D'Amore ricercatore e saggista

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