Con la proclamazione dei vincitori provenienti da ogni parte d’Italia della prima edizione del Concorso Letterario Nazionale il “Tratturo Magno” nella giornata del 9 ottobre alle 17:15 presso la Sala Ipogea del Consiglio regionale si è concluso il Convegno “Tratturo Magno: rigenerazione di un territorio” alla presenza di personalità del mondo politico e religioso.
Tra le autorità ricordiamo la presenza di Giovanni Legnini, commissario straordinario del cratere del Centro Italia, Monsignor Orlando Antonini, Francesco D’amore, sindaco di Fagnano, Vincenzo D’Ercole, docente Università di Chieti, Pietropaolo Martinelli, Presidente dell’Ara, Ernesto Carbone, Membro del CdA di Terna, Tommaso Navarra, Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso, Generale C.A. Antonio Pietro Marzo, il Senatore Gaetano Quagliarello, L’Onorevole Stefania Pezzopane e l’Onorevole Paolo De Castro, Danilo Taddei e Alessandro Di loreto Presidenti dell’Associazione Tratturo Magno 4.0.
Alla nostra conterranea Maria Assunta Oddi è stato assegnato il prestigioso Premio per aver dedicato versi di tenera profondità sentimentale alla tradizione collettiva e millenaria della Transumanza, esperienza unica in Europa, condivisa dall’Abruzzo e dalle Puglie, che dal 2019 è stata proclamata dalla UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale Dell’Umanità.
La giuria del Premio Letterario “tratturo Magno: letteratura Verde” composta dal Presidente Onorario, Gianni Letta, e da Rita Antonia Pelusi, Teresa M. Rauzino, Ottavia Iarocci e Sarah Pelusi ha esaminato poesie e prose ispirate alle meravigliose vie erbose percorse storicamente dai pastori e dalle greggi nella consapevolezza dell’importanza della tutela delle radici del mondo agro-pastorale.
Alla scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi congratulazioni vivissime da tutto lo staff di Redazione per il suo lavoro letterario capace di donare momenti corali di rinnovate emozioni che fanno del paesaggio naturale Luogo dell’animo.
Tratturi
La luna cammina sull’aria con zampe ovattate di luce chiara
E poi si posa stanca sulle lunghe vie erbose e scompare
Tra i riverberi dei fuochi accesi a riscaldar la notte.
Dormono tra gli steccati gli armenti inteneriti dal faticoso
Peregrinare sui giorni contati dove la vita trascorre veloce.
Così avviene con un dolore più vasto il trapasso del pastore
Quando ogni barlume di stella scompare dietro l’orizzonte.
Brancola la tenebra smossa dall’inquieto belare degli agnelli a rimuovere
Di domestiche memorie la gioia antica come ninnoli di fanciullo
Rubati anzitempo al gioco innocente degli aquiloni in volo.
Un’improvvisa attesa toglie il respiro dove s’adagia l’algida brezza:
il Tavoliere d’erba e di fiori diventa terra promessa sulle vie dagli inediti slarghi.
Lungo i campi ai margini dei fossi fra le giunture della stoppia l’aurora
Adorna il nascente giorno con gigli di stillante grazia.
Anche il cuore ha bisogno di saziarsi tra i pascoli della bellezza:
sopra il brusio dei lenti passi dolcezza soave di profumi.
Conosco la tua andatura, leggera nel calpestare la terra
Con passi misurati dalle stagioni di un’intera esistenza.
Con te i miei avi si sono dissetati alle fonti montane
A ricomporre l’affanno con calici di tenero azzurro.
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