Aquiloniam, Cominium, Velia, Palumbinum ed Herculaneum: dove si trovavano le località citate da Tito Livio?
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Giacinto De Vecchi Pieralice, un erudito tra il carseolano e Roma
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Due donne di Civita d'Antino ritratte nei pressi di Palazzo Ferrante dal famoso artista danese Kristian Zahrtmann nel 1904
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Inaugurazione della ferrovia Roma-Sulmona il 18 Luglio 1888: per la prima volta il treno attraversò la Marsica
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Marsica – L’inaugurazione della ferrovia Roma-Sulmona nel 1888 fu un evento di grande importanza per l’Italia perché segno un passo fondamentale nello sviluppo delle infrastrutture di trasporto del...
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Avvenimenti, ricorrenze e restrizioni fasciste in tutta la Marsica (maggio-luglio 1927)

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Il discorso di Mussolini alla Camera per incoraggiare l’incremento demografico
Il discorso di Mussolini alla Camera per incoraggiare l’incremento demografico

Il 26 maggio 1927 (festa religiosa dell’Ascensione), Mussolini tenne alla «Camera dei Deputati» un discorso nel quale esaltò il «numero come potenza», esaminando la situazione del popolo italiano dal punto di vista «della salute  fisica e della razza». Parlò anche del nuovo assetto amministrativo per dare, infine: «le direttive politiche generali attuali e future dello Stato».  L’eloquio fu molto importante perché determinò i tratti delle politiche razziali del regime. Oltretutto, Mussolini, intendeva dare: «una frustata demografica alla Nazione», istituendo anche «La tassa sui matrimoni infecondi».

Dal suo punto di vista, quaranta milioni di italiani erano pochi, rispetto a nazioni più popolose ritenute nemiche come la Francia e l’Inghilterra. Occorreva procreare più figli e, per questo, fece stanziare nuovi fondi per incoraggiare le famiglie, quando già nell’anno precedente era stato messo fuori legge l’aborto, in quanto considerato «crimine contro lo Stato»; oltremodo, fu vietata severamente qualsiasi propaganda in favore di metodi anticoncezionali, a dimostrazione che grande era la preoccupazione per la denatalità. Solo alla regione Basilicata, Mussolini tributò il suo plauso sincero: «perché essa dimostra la sua virilità e la sua forza», ritenendola non ancora sufficientemente infettata da tutte le correnti perniciose della civiltà contemporanea «in primis l’urbanesimo industriale che porta alla sterilità delle popolazioni e la piccola proprietà rurale». Il suo severo monito si scagliò contro la vigliaccheria morale delle classi cosiddette superiori della società, asserendo: «Se si diminuisce, signori, non si fa l’Impero, si diventa una colonia!» (1).

Qualche giorno prima (24 maggio 1927), erano state ricordate in tutta Italia le ricorrenze dell’entrata in guerra 1915-1918. Nella Marsica, a Tagliacozzo: «la data fatidica della dichiarazione di guerra è stata festeggiata con la maggiore solennità. Vibranti manifesti murali sono stati affissi dalla Sezione Combattenti e Mutilati di Guerra, dal Comune e dal Fascio. Tutto il paese fu imbandierato». L’intervento delle massime autorità fasciste, con in testa i capi manipolo Tocci e Girolami, il maresciallo Gianchini, il comandante Ferri della Legione Velino e il podestà, garantì la riuscita della commemorazione: «nella mattinata un corteo composto di oltre un centinaio di Balilla e di Avanguardisti, in divisa ed incolonnati per tre, al comando del Centurione professor D’Apote, si è recato a deporre una corona d’alloro al monumento dei caduti». Nel pomeriggio, invece, un nuovo corteo con autorità politiche e militari, preceduto dalla banda cittadina, depose ai piedi del monumento altra «magnifica corona». Ludovico Tuchegna (presidente sezione combattenti) e Pasquale Salucci (presidente sezione mutilati) cooperarono per la miglior riuscita dell’evento, affiancati dal podestà Amicucci, dal direttore del fascio e dagli ufficiali della milizia.

Avezzano, raduno in Piazza del Municipio

Ad Avezzano, il dodicesimo anniversario dell’entrata in guerra, fu «degnamente celebrato» con bandiere esposte in tutti i maggiori edifici pubblici e privati, mentre la banda musicale «La Leonessa» di Pescina, fece il giro della città al suono di inni patriottici. 

Oltretutto, il dopolavoro ferroviario, la sera del ventiquattro, organizzò «alla presenza di tutte le famiglie dei soci e di un grandissimo numero di invitati, un riuscitissimo intrattenimento con l’inaugurazione del teatro della sezione ed il debutto della filodrammatica da poco costituita. Il capo gestore delle ferrovie, Ottone Vernacchia, parlò degli scopi del Dopolavoro e dello sviluppo dall’istituzione in Avezzano». Durante lo spettacolo fu recitato da venticinque bambini il dialogo patriottico «L’Italia del 1915», seguito dalla brillante commedia in un atto «Presso la culla di A.S.Cagna». La festa si chiuse con l’interpretazione della farsa atto unico «I tre bravi». 

Anche a Magliano dei Marsi, il municipio, le scuole, gli esercizi pubblici esposero il tricolore e la banda musicale suonò per l’intera giornata (2). 

La piazza del municipio di Avezzano  in costruzione

Lunedì, 4 luglio 1927, sempre ad Avezzano si riunì in municipio «La Commissione Annonaria», convocata dal podestà Orazio Cambise, per decidere in merito ai prezzi di alcuni generi alimentari di prima necessità, come il pane, la carne ed altri prodotti. 

Il giorno sei in tutta la Marsica venne applicato il nuovo testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 6 novembre 1926 (n.1848), per porre freno: «alla scandalosa e turpe abitudine della bestemmia e del turpiloquio». Le circolari inviate dal ministero precisavano che le contravvenzioni, tra l’altro, potevano: «produrre attimi incassi giornalieri, ritraendo così dall’abominevole vizio una relativa beneficenza che si potrebbe devolvere a favore dell’Asilo Infantile Regina Elena o per dare un supplemento di stipendio ai custodi dei cimiteri. Ci auguriamo che i Podestà della Marsica in base al R.D. 6 Novembre 1926, vogliano compiere prontamente quest’opera salda di moralità, di patriottismo e di educazione civile». In proposito, si specificava che l’articolo 282, prevedeva: «Fino a che non andrà in vigore il Nuovo Codice penale la bestemmia, il turpiloquio e le offese ai Culti saranno puniti con l’ammenda fino a Lire 2000. La pena è da Lire 100 a Lire 4000 se si tratta di offese al Culto Cattolico» (3).

NOTE

  1. Il Messaggero, Anno XLIX – N.124 – Venerdì, 27 Maggio 1927, p.1. Per il discorso di Mussolini si veda: Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Legislatura XXVII, 1ª Sessione, Discussioni, Tornata di Giovedì26 maggio 1927, pp.7617-7633. Per sostenere la politica demografica, fu stabilita un’imposta sui celibi, esaltando e premiando, invece, le famiglie più numerose, come vedremo accadrà anche nella Marsica.
  2. Ivi, Anno XLIX – Corriere di Avezzano, p.6.
  3. Ivi, Anno XLIX – N.159 – Giovedì, 7 Luglio 1927, p. 4, Da Avezzano. I prezzi dei generi. Corriere di Carsoli. Contro la bestemmia.
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Fulvio D'Amore ricercatore e saggista

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