“Faccio parte di un gruppo che ha sostanza e che merita rispetto, questo é preminente.
A seguito del risultato elettorale che ha visto la nostra coalizione mancare per un soffio il ballottaggio ci siamo riuniti per cercare di metabolizzare la delusione e valutare cosa fare.
Il gruppo civico, da sempre considerato fondamentale nella sua interezza nelle scelte da fare, rispetto a tentazioni personalistiche ed individuali, in maniera collegiale o quasi, salvo qualche resistenza, ha deciso di prendere posizione rispetto al ballottaggio di domenica individuando nella coalizione di Gianni Di Pangrazio la scelta migliore da fare.
E ha deciso di farlo senza apparentamento ufficiale, senza cioè collegarsi alla coalizione in via formale – la qual cosa avrebbe riconosciuto al gruppo uno o forse due seggi per la mia lista ‐ uno al sottoscritto, l’altro ad Angelo Riccitelli.
Perdiamo cioè la possibilità di entrare in consiglio comunale e lo facciamo scientemente perchè prima di tutto riteniamo poco edificante “togliere dei seggi” a persone che hanno lavorato convintamente ad un progetto, gli amici Carmine Silvagni
e Cristian Carpineta (non ci piacerebbe subirlo, non ci piace farlo), ma soprattutto perchè la nostra decisione poggia su basi programmatiche.
Abbiamo sottoposto al candidato Sindaco alcuni punti del nostro programma elettorale, che vanno dalla necessità di ragionare sulle possibilità culturali e turistiche da sviluppare in futuro alla sistemazione dell’impiantistica sportiva, dalla tutela delle periferie e delle frazioni alla creazione di un ufficio che sappia programmare e sappia fare la progettazione, per individuare le risorse utili ad amministrare non utilizzando esclusivamente le poste del bilancio comunale.
Scegliere Gianni Di Pangrazio significa inoltre scegliere la città, scegliere di continuare a combattere una battaglia territoriale contro territori limitrofi che minano la nostra autonomia, scegliere, non ultimo, un consiglio comunale “costituendo” fatto di persone capaci, molte di esse nuove, con le quali, perchè no, ci piacerebbe dialogare e, qualora ci venisse riconosciuta una dignità amministrativa, anche amministrare.