Oggi, 2 luglio, ricorre il 904esimo anniversario dalla scomparsa di San Lidano D’Antena.
San Lidano è il patrono della cittadina laziale di Sezze. Nato ad Antena, oggi Civita d’Antino, intorno al 1026, da Gentile de Compadroni, signore di Antena, e Cecilia, dell’antica famiglia degli Avellia, a nove anni entra a far parte del monastero di Montecassino. I genitori morirono quando aveva 17 anni ed, una volta raggiunta la maggiore età, dopo aver donato ai poveri i beni mobili ed aver venduto i beni immobili del patrimonio che gli spettava interamente in quanto figlio unico, una parte consistente del suo patrimonio viene destinato, con il consenso dell’abate Richerio I (1038-1055) di Montecassino, alla costruzione di un monastero con annessa chiesa. La scelta ricade sull’area che sta alle falde del monte Antoniano, nel cuore delle paludi Pontine. La diocesi è quella di Sezze. Qui Lidano giunge nel 1046. Dopo aver edificato il monastero benedettino di Santa Cecilia, ne diviene abate e come tale resterà per oltre settant’anni. Con i suoi monaci si dedica alla bonifica del territorio paludoso del comprensorio monastico, che si estende tra la città e i territori del ducato di Sermoneta. La zona conserva ancora il nome di Quarto San Lidano.
San Lidano muore nel 1118 e viene sepolto nella chiesa del suo cenobio. Le sue reliquie restano nel loculo sino alla distruzione della chiesa, avvenuta durante la lotta tra l’imperatore Federico II (1194-1250) e il papato. In seguito vengono traslate nella cattedrale di Sezze, per volontà del vescovo Drusino.
Alcuni atti ufficiali ci ricordano il culto tributatogli nella zona pontina. Nel 1312 la più grande delle campane della cattedrale, tuttora esistente, viene a lui dedicata e nel 1473, il magistrato della città s’impegna con atto notarile ad offrire in onore del santo, un calice d’argento ogni due anni. Papa Leone X (1475-1521) ne conferma il culto e disciplina la festa stabilita dagli Statuti della città setina (Sezze); nel 1606 si verifica la ricognizione delle reliquie, con la costruzione di un nuovo altare, completato nel 1672, con una tribuna in legno dorato. Sarà Pio VI il 9 aprile 1791 a concedere l’ufficio proprio e la solenne festività del 2 luglio.
Un codice del secolo XIV, conservato nell’Archivio capitolare di Sezze, contiene la più antica immagine di Lidano con la narrazione della sua vita. Il santo è raffigurato con abiti monacali benedettini, con nelle mani il libro della Regola ed il pastorale di abate.


