Avezzano – L’entusiasmo di decine di alunni ha acceso l’atmosfera del Castello Orsini, splendida cornice dell’11ª edizione di “Una Melodia per la Sicurezza”, evento organizzato e promosso, ieri per la prima volta nella Marsica, dalla Presidenza nazionale di Argos Associazione Forze di Polizia. Presenti i vertici delle forze dell’ordine provinciali e cittadine, insieme ai rappresentanti di diversi Corpi regionali e non solo, alunni e insegnanti dell’Istituto Comprensivo Statale di Arsoli, l’Istituto Comprensivo “I.Silone” di Luco dei Marsi e l’Istituto Comprensivo “A.Vivenza – Giovanni XXIII” di Avezzano, con il patrocinio del Comune di Avezzano e dell’Università Popolare Tommaso Moro.
Ad appassionare grandi e piccoli, in apertura, l’esibizione della Fanfara della Polizia, diretta dal Maestro Secondino De Palma, che ha eseguito alcune delle composizioni più amate, anche accompagnando i bambini del coro polifonico, emozionati e bravissimi, per poi suonare “Happy birthday”, regalo di compleanno speciale per la piccola Sofia, e concludere con l’Inno nazionale. Alla ribalta del castello Orsini si sono avvicendati Gianluca Guerrisi, Fausto Zilli, Vincenzo Ruocco e Roberto Frizzi, che sono riusciti a catturare l’attenzione dei più piccoli, attenti e partecipi per tutta la durata della manifestazione, e a veicolare così contenuti di assoluto rilievo. Al centro dell’incontro, animato anche dalla presenza di mascotte beniamine dei bambini – da Alvin a Iron Man – legalità, Costituzione e focus sul bullismo: dalle sue caratteristiche, anche nelle nuove forme, alla decodificazione dei segnali che evidenziano dinamiche pericolose, agli strumenti di contrasto ad esso, primo fra tutti la comunicazione con i genitori; ad offrire, al riguardo, preziose indicazioni ai piccoli, il professor Marino D’Amore, socio ARGOS Associazione Forze di Polizia e docente all’UniCusano.
Superstar della giornata, i bellissimi Master e Sparta: il primo associato al Reparto Cinofili e Artificieri della Polizia di Pescara, che ha offerto un applauditissimo saggio sulle attività di ricerca di esplosivi, e la seconda al Reparto Cinofili del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza dell’Aquila, già in azione nei luoghi del sisma e nel soccorso in montagna. Sul palco del Castello, spazio alle dimostrazioni delle giovani promesse del pugilato e scherma dei gruppi Sportivi delle Fiamme Oro della Polizia di Stato. Nel corso dell’evento sono stati consegnate le pregiate distinzioni al merito “un Cuore d’Oro” e il “Taccuino d’Argento”, assegnato, con altre testate locali, a Terremarsicane, pioniere dell’informazione online e attenta presenza nel territorio marsicano da oltre undici anni.
Curiosità e apprezzamento per i mezzi delle forze dell’ordine in mostra nell’area esterna del Castello, dai mezzi per il soccorso e da montagna fino alla Lamborghini della Polizia; a concludere l’incontro, ricco di genuine emozioni, non solo per i bambini presenti, il “vero” Babbo Natale, arrivato in slitta dalla Lapponia, che ha regalato gadget e allegria a piene mani ai piccoli in sala. Un evento che resterà nella memoria degli alunni e di tutti i presenti, testimonial della preziosa attenzione delle Forze dell’Ordine per i territori, ben oltre il pur essenziale esercizio delle proprie funzioni, e del profondo legame con essi.
Qui Marsica, la storia
Tra i temi centrali nell’evento organizzato al Castello Orsini da Argos, associazione Forze di Polizia, il bullismo, le sue nuove forme e gli strumenti per il contrasto. Un fenomeno complesso, certo distante dalle dinamiche sociali “normali” della crescita e del gruppo, che ha assunto negli anni una virulenza e forme inedite e violente che ne fanno uno dei fenomeni più preoccupanti ed urgenti del tempo, dalle conseguenze altrettanto drammatiche – nei casi più gravi dal ritiro sociale fino ad atti di autolesionismo – ed è parimenti uno dei fenomeni che più spesso rischia di non essere rilevato con prontezza o di essere sottovalutato. Accade, e più spesso di quanto si possa pensare, troppo spesso. Atteggiamenti prevaricatori e distruttivi nei confronti dei più deboli, o quelli percepiti tali, per i più svariati motivi, sono sovente inquadrati come “normali”, pur con dei distinguo e una riprovazione solo parziale, da chi dovrebbe, per primo, rilevare questi comportamenti e stroncarli alla radice, additandoli per le storture che sono, e di fatto così, passo dopo passo, contribuendo a una “normalizzazione” di essi.
In ciò pesa certamente la difficoltà di decifrare i segnali che adolescenti e preadolescenti inviano, da parte delle famiglie, ma anche da parte del mondo della scuola, per la maggior parte consapevole della centralità del suo ruolo educativo ma talvolta “distratto” e spesso schiacciato anche da una corrente e marcata tendenza dei genitori a “diluire” responsabilità e ruolo dei propri figli in certe dinamiche, come anche a non voler approfondire le origini e la direzione di certi comportamenti, salvo poi affannarsi, spesso e più o meno avanti nel tempo, nelle conseguenze di fragilità e problematiche di cui certi comportamenti vessatori erano sintomi o precursori. Non accade “nelle grandi città” o in un “altrove” dal quale siamo distanti e da cui siamo al sicuro: è accaduto, in forme tristissime e precoci, anche nel nostro territorio, e continua ad accadere.
Tante le testimonianze di quanto avviene nelle scuole, nei luoghi di ritrovo; una di esse, l’ultima in ordine di tempo giunta alla nostra redazione, riguarda un’adolescente, studentessa di un istituto superiore avezzanese, che scrive testualmente:
“Vorrei spendere due parole per quello che mi è successo oggi… Continuo a pensare che le persone non possono essere più animali degli animali stessi… Non è possibile che esco nel corridoio con la paura di essere presa a calci. Non penso quelle ragazze siano degne di essere chiamate donne per me dovrebbero essere chiamate animali… non è possibile prendere a calci in bocca una ragazza senza un motivo valido e possibile essere presa a spinte per le scale… La scuola fa schifo dovremmo essere sicuri di uscire per il corridoio… Non posso uscire con la paura che possono aggredirmi… poi nemmeno usando le mani.. prendendo l’estintore e buttandolo sulla testa di una ragazza (per fortuna questo non è successo a me) Io vedendo quella scena orribile ho preso l’estintore e l’ho posato vicino al muro e dopo vengo presa a calci… questa cosa è orripilante. La scuola è come una seconda casa e non possiamo sentirci sicuri allora dove possiamo sentirci sicuri?”.
Una denuncia, un’affermazione e una domanda semplici e terribili, cui le istituzioni devono dare una risposta. Noi continueremo a seguire la vicenda, le vicende, e a fare quanto possibile, ma l’auspicio è che scuola e famiglie rinnovino alle radici un vero patto che escluda omertà e colpevoli inerzie, torni a porsi realmente quale guida per bambini e ragazzi, che sono oggi il mondo che sarà, e verso cui il mondo degli adulti ha assoluta responsabilità. Ai ragazzi, un invito sentito: denunciate, alle forze dell’ordine, alla famiglia, ai dirigenti o ai docenti di riferimento, non scoraggiatevi, anche quando sembra non avere esiti la vostra segnalazione.
Non siete soli, non lo sarete, malgrado chi vuole isolarvi, chi vi aggredisce, verbalmente, talvolta fisicamente, chi vi dileggia tramite Rete, voglia farvelo pensare, voglia farvelo credere: non lo siete, e l’unico miserabile potere che ha chi vi fa questo è quello che gli date voi.