Abruzzo – Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, risponde con una lettera a Wilderness Associazione Italiana che aveva chiesto l’urgente ritiro dell’autorizzazione per l’iniziativa denominata “XV edizione racchette in Coppo dell’orso, prevista per domenica 26 febbraio 2023 in località Passo del Diavolo – La Cicerana in ambito Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Zona Speciale di Conservazione (IT7110205).
Questa la risposta del PNALM:
“Si riscontra la nota in data 23 febbraio scorso di Codesta Spett/le Associazione, relativa all’oggetto e che si trasmette in allegato per ogni migliore valutazione, per comunicare quanto segue:
1- La ciaspolata di cui all’oggetto si svolgerà seguendo il percorso dei sentieri T2 (Morrone del Diavolo – La Lungara) e un tratto del sentiero U1 che dall’incrocio con il citato T2 conduce a Gioia Vecchio. Risulta quindi totalmente priva di ogni e qualunque fondamento l’ipotesi riportata nella nota di codesta associazione perché la Cicerana non sarà interessata della ciaspolata.
2- Il tracciato individuato dai responsabili della sezione CAI Coppo dell’Orso, d’intesa con il Parco Nazionale, si snoda lungo il crinale che segue praticamente la SS 83 Marsicana, risultando di impatto davvero minimo sulle aree più critiche e delicate per l’orso. Nel merito si allega estratto della mappa dei sentieri del Parco dove è ben evidente il tracciato che sarà seguito dalla ciaspolata. Si specifica inoltre che, sempre per limitare l’impatto di gruppi troppo numerosi, la comitiva dei partecipanti, di cui al momento non è dato conoscere il numero totale, si muoverà con gruppi composti al massimo da 25 unità.
3- La sezione CAI Coppo dell’Orso nel 2022 ha presentato apposita istanza di VINCA nel corso del 2022 che, ai sensi della vigente normativa, ha valore per 5 anni.
4- Si ricorda a codesta associazione che dal mese di agosto 2020 lo scrivente ha adottato un provvedimento con il quale è stata introdotta una specifica disciplina per la fruizione turistica. Tale provvedimento individua le aree in cui poter svolgere attività escursionistica discriminando sia in merito agli orari (nelle zone A di riserva integrale le escursioni sono vietate in orari compresi fra le 22:00 e un’ora prima dell’alba del giorno dopo, mentre nelle zone B il divieto di escursione vige dalle 24:00 a un’ora prima dell’alba), sia in merito alle modalità di accesso (sono cioè stati individuati i percorsi lungo i quali è vietata o limitata l’escursione con i cani, con le MTB e con gli equidi). Il tutto disponibile con apposita cartografia dedicata sul sito del Parco www.parcoabruzzo.it.
5- Il suddetto provvedimento introduce inoltre il divieto di abbandonare i sentieri del Parco nelle zone A e B al fine di assicurare aree di riservatezza alla fauna e limitare l’impatto su specie e habitat protetti. Tale provvedimento, che va esattamente nella direzione auspicata da codesta associazione, ha tuttavia di recente sollevato alcune polemiche da parte di un’associazione nata per la “tutela degli escursionisti e scialpinisti” (ATES), che critica il divieto perché impedisce di poter esercitare liberamente gli sport citati (scialpinismo e sci escursionismo) in aree esterne a quelle della rete sentieristica ufficiale. Tutto ciò evidenziando quindi, non solo di ignorare (strumentalmente?) il significato del provvedimento, ma anche e soprattutto la totale mancanza di sensibilità verso il tema del disturbo alla fauna, soprattutto nei mesi invernali. Stranamente non risulta allo scrivente alcuna presa di posizione della Wilderness nei confronti della ATES.
6- Per contro, ben consapevoli delle primarie esigenze di tutela, si ritiene di tutta evidenza impossibile vietare, a meno di specifiche e dimostrate situazioni contingenti, attività come quella dell’escursionismo invernale, con i vari strumenti di progressione anche su neve lungo la rete sentieristica ufficiale, che resta una delle principali fonti di reddito per il territorio del Parco e che, se gestito e indirizzato attraverso processi partecipati e condivisi, resta una delle poche forme di turismo sostenibile. A maggior ragione se svolto attraverso associazioni come il CAI che della tutela ambientale fanno una delle primarie attività istituzionali e contribuiscono a diffondere informazioni sulla tutela e conservazione.
In conclusione quindi si ritiene che le preoccupazioni espresse da codesta associazione siano fuori luogo, non solo e non tanto per il caso specifico segnalato, che di fatto non andrà in Cicerana, ma in generale perché la normativa attualmente vigente (cioè la disciplina di cui alla nota 8838 del 13-08-2020, all. 3), che surroga il Regolamento che il Parco in assenza del Piano non ha ancora, prevede le diverse fattispecie e non può vietare le escursioni lungo i sentieri ufficiali“.