Abruzzo – La convenzione contempla la partecipazione dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, la Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”, la Cooperativa COGECSTRE, l’Università degli Studi di León e Università Cattolica di Lille. L’obiettivo, come si legge nel testo del documento, è quello di “promuovere la massima diffusione del popolamento di Orso bruno marsicano lungo la dorsale appenninica preservandone, nel contempo, l’integrità e il prezioso patrimonio genetico di cui è portatrice“.
Al momento il numero di orsi bruni marsicani si attesta attorno ai 50/60 esemplari: ciò significa che stiamo parlando di una specie ad alto rischio di estinzione. Nell’ultimo decennio, si spiega nelle premesse della convenzione, “sono andati perduti almeno 24 individui di cui 12 femmine, queste ultime indispensabili per il mantenimento della popolazione stessa“.
Alla luce di tali evidenze, si spiega, “la salvaguardia dell’Orso bruno marsicano sta nella formazione di metapopolazioni diffuse su tutto l’Appennino centromeridionale“. I territori che l’orso bruno marsicano potrebbe popolare sono più vasti e importati di quelli attuali pari, potenzialmente, a un milione di ettari. Un progetto che prevede impegno e tempi non brevi. La convenzione attuale ha la durata di cinque anni e potrà essere rinnovata.
Le due Università coinvolte, quella spagnola di Léon e quella francese di Lille, si impegnano, rispettivamente a:
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