Abruzzo – I nomi non sono semplici etichette; sono contenitori di memoria, geografia e cultura. Per il fiero custode delle greggi italiane, quel nome è stato a lungo oggetto di un paradosso storico che oggi trova finalmente giustizia.
Il Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese (CPMA) ha comunicato con soddisfazione un risultato epocale: la Fédération Cynologique Internationale (FCI) ha recepito l’inversione della denominazione ufficiale della razza.
D’ora in avanti, il nome sarà Cane da Pastore Abruzzese-Maremmano (in inglese: Abruzzes and Maremma Shepherd dog).
Un cambiamento che può apparire formale, ma che in cinofilia è sostanziale: il primo termine è quello che definisce l’identità primaria, orienta la lettura storica e consolida l’immaginario collettivo.
L’iter che ha portato a questo “punto di svolta” è iniziato formalmente nel 2016 sotto la presidenza di Paolo Damiani.
La spinta è arrivata da una Commissione di studio dedicata alla verifica storica, basata sulle ricerche di Sandro Allemand, che ha riaperto una questione rimasta irrisolta per oltre settant’anni.
Il lavoro diplomatico è stato complesso, richiedendo una costante interlocuzione con l’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana).
Fondamentale in questo senso è stata l’attività di Antonio Grasso, allora Vicepresidente del CPMA, che ha saputo mantenere viva la trattativa anche nei momenti di maggiore stallo istituzionale.
Il cuore della riflessione portata avanti dal CPMA era chiaro: il termine “maremmano” risultava spesso incoerente con il reale luogo di origine e di massima diffusione della razza.
Sebbene l’ipotesi iniziale considerasse l’eliminazione totale del riferimento alla Maremma, la diplomazia istituzionale ha individuato nell’inversione dei termini il risultato più concreto e immediato per ristabilire l’equilibrio.
Il CPMA ha tenuto a ringraziare il Presidente dell’ENCI, Dino Muto, per la disponibilità e l’attenzione dimostrate nel superare le fasi critiche del confronto, specialmente dopo il 2020.
Grazie a un impianto documentale sempre più solido, il dialogo non si è mai interrotto, portando alla soluzione attuale che restituisce “giustezza e coerenza” alla razza.
Mentre il sito della FCI ha già recepito la nuova dicitura, i canali ufficiali ENCI si adegueranno a breve. Per i soci, gli allevatori e i semplici appassionati, non si tratta solo di aggiornare i documenti, ma di celebrare un’anteprima storica: il riconoscimento che la storia di questo cane inizia, prima di tutto, tra le vette e i tratturi dell’Abruzzo.








