I confini della Marsica arrivano fino al Monte Marsicano
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Decreto-di-nomina
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Soldati spagnoli e commissario
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Magliano de' Marsi si prepara a celebrare il bicentenario della nascita di Padre Panfilo Pietrobattista, insigne teologo e missionario
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Maria Grazia Veltraino, una storia a lieto fine

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Celano – Un racconto lungo e commovente è stato scritto, questa mattina, dal Sindaco di Celano Settimio Santilli. La storia raccontata dal primo cittadino celanese è quella di Maria Grazia Veltraino, nata a Celano nel 1930, figlia di una domestica, mai riconosciuta dai suoi genitori e per questo registrata all’anagrafe come “figlia di N.N.” (trovatella).

Oggi, grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale, la sua storia ha un lieto fine. Maria Grazia è riuscita a ritrovare i suoi genitori, ormai defunti, ed ora non è più figlia di nessuno, così come riferisce orgogliosamente il Sindaco Santilli.

Questo il racconto.

Maria Grazia nasce a Celano il 1 Luglio del 1930. È figlia naturale di Maria Cristina D’Alessandro e di Flaviani Nicola. Maria Cristina era la domestica della famiglia Flaviani. Maria Grazia per la mentalità d’allora non è stata riconosciuta dai genitori ed ha trascorso la sua infanzia fino alla maggiore età in collegio.

Prima all’Aquila, a Collemaggio e poi a Roma. Nel collegio di Collemaggio vedrà la mamma Maria Cristina per l’ultima volta. Aveva quattro anni!

La nonna materna, marchesa di Navelli, riuscì a far incontrare Maria Grazia con la mamma Maria Cristina, nella Basilica di Collemaggio. Una scena straziante che Maria Grazia non ha mai dimenticato. La mamma Maria Cristina, piangendo, se la strinse al petto e questo fu l’ultimo contatto con la mamma.

Qualche giorno dopo Maria Grazia ritornó nella Basilica e vedendo la statua dell’Addolorata con il cuore trafitto dalle spade, cominciò a toglierle tutte e alla persona che la trovò a fare quel gesto disse: “queste sono le spade che trafiggono il cuore di mia mamma”!

Del mancato riconoscimento dei genitori Maria Grazia non ha mai portato rabbia e rancore; lei in cuor suo ha sempre amato i suoi genitori… li ha sempre pensati e purtroppo tante situazioni, una volta giunta a Roma, le hanno impedito di fare una ricerca dei suoi cari, fino all’età di 80 anni, quando don Carlo Ambrosio Setti e Claudio, suoi amici, non l’hanno condotta a Celano.

Era il 25 aprile festa della liberazione e quel giorno, usciti dalla chiesa di San Giovanni, nel centro di Celano, dove don Carlo Ambrosio Setti aveva suggerito di celebrare una Santa messa per i suoi “sconosciuti genitori”, incontrano componenti dell’amministrazione comunale e il signor Gianvincenzo Sforza, e da qui si sono aperte tutte le porte per trovare documenti e testimonianze orali che hanno permesso di identificare i genitori di Maria Grazia.

La felice conclusione è stata possibile qualche giorno fa grazie alle ricerche d’archivio e all’ottimo lavoro di Antonio Balestrieri e al proficuo e sensibile interessamento delle colleghe amministratrici Eliana Morgante e Divina Cavasinni che hanno preso a cuore la vicenda e sono riuscite a prendere contatti con l’unico parente vivente, cugino di Maria Grazia e nipote della mamma di Maria Grazia. Questo cugino non solo ha dato il consenso alla sepoltura nel loculo acquistato da Maria Grazia, ma desidera conoscere e abbracciare la sua parente, di cui ha tanto sentito parlare a Celano. Conoscenza che avverrà questo sabato in occasione di una apposita cerimonia.

Maria Grazia per tutta la vita ha sempre cercato la mamma e adesso che l’ha trovata, purtroppo al cimitero e non in vita, perché avrebbe voluto risentire quell’abbraccio intenso della mamma come quel giorno a Collemaggio, si è placata la sua sete! Ora ha trovato un posto per la sua cara ed adorata mamma, quello di una tomba dove andare a parlarle come se fosse viva, dove pregare il buon Dio per le anime dei suoi cari genitori: Maria Cristina e Nicolino Flaviani. Maria Grazia, oggi, può togliere, anche se in tarda età, 91 anni, ai suoi documenti le due brutte lettere “figlia di N.N.”.

Due immagini caratterizzano la vicenda a lieto fine di Maria Grazia. Da piccola, la bambina che è portata via, oltre le mura dei collegi, da palloncini tenuti da lei con un filo e l’altra e una volta a Roma, un tram che lei prendeva tutti giorni, poiché non aveva una casa e viveva per strada guadagnandosi da vivere lavando i vetri dei negozi. Il tram era la sua casa, i conducenti la sua famiglia, i viaggiatori i suoi parenti ed amici con i quali, oltre al saluto, si scambiava quel poco che aveva di cibo o altro.

Maria Grazia a 91 anni finalmente non è più figlia di nessuno!”.

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Laura Gemini

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