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Allergia al nickel? Come muoversi attraverso l’omeopatia ed il mineralogramma

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Quante persone oggi sono allergiche al nickel? Tante, troppe e con la medicina classica, a quanto pare, non si riesce a trovare una soluzione per tale ingombrante e debilitante patologia. Va immediatamente detto che il Nickel, come altri elementi che apparentemente possono sembrare solo nocivi, prendono parte attiva alle funzioni del corpo umano. Esso viene utilizzato dal nostro organismo per svolgere vari ruoli come: metabolizzare gli zuccheri, attivare alcuni enzimi del fegato; è presente nel nostro DNA e il rene è l’organo che ne governa l’eliminazione dal sangue. Come ogni cosa contenuta in un organismo deve essere equilibrata nella sua quantità. La domanda che sovente si pone è questa: “Perché sono diventata allergica/o al nickel?” Bisognerà spiegare alcune cose importanti. Ogni cellula nel corpo umano adempie a molteplici funzioni, come certamente saprete, ma quella che a noi interessa nello specifico riguarda il metabolismo di base.

Cosa significa metabolismo?

Il metabolismo si divide in più processi: anabolico, catabolico ed energetico. A noi interessa quello energetico e catabolico in quanto, nella cellula fisiologicamente attiva, si produce energia che verrà utilizzata attraverso funzioni enzimatiche, che serviranno per il mantenimento della sua osmosi e l’equilibrio fisiologico funzionale di ogni parte del corpo; da questo processo quindi si producono residui (cataboliti) che vengono gradualmente espulsi dalla cellula stessa attraverso il Sistema Linfatico, prima, e il Sangue Venoso, poi o altri organi emuntori, come la pelle ed i reni. Durante queste fasi un insieme di elementi prende parte attiva al tutto: enzimi, proteine sintetizzate attraverso vari tipi di aminoacidi, senza tralasciare le informazioni contenute nel genoma o patrimonio genetico. Comprendere di quali meccanismi svariati e complessi siamo fatti non è compito nostro, mentre invece è importante capire perché ad un certo punto, e solo a determinate persone, accade di divenire allergici al nickel o ad altri metalli pesanti. Va subito chiarito che la definizione “allergia al nickel” spesso non è corretta, perché sarebbe più giusto definire tale patologia “intossicazione da nickel”. Questo differenza sembra poca cosa, ma in realtà è molto importante, se non determinante ai fini del ritorno alla fisiologia del paziente. La differenza tra intossicazione e allergia sta nel fatto che una persona intossicata può risolvere più facilmente la patologia rispetto a quella allergica. Perché? Perché la persona allergica ha attivato componenti varie del Sistema Immunitario (vedi mio articolo precedente), che esplicano funzioni reattive spesso difficilmente controllabili, che rendono inattuabile il ripristino della normalità, sovente con impossibilità assoluta di guarire! Quindi è grossolanamente errato definire alcune persone “ALLERGICHE”, infatti con ogni probabilità sono solo intossicate e potrebbero tranquillamente guarire. L’importante è non sentenziare, perché a quel punto sarà molto difficoltoso aiutare le persone colpite da questo problema; esse crederanno che non ci sarà più nulla da fare e conseguentemente non penseranno di potersi rivolgere ad altri medici “alternativi” attraverso i quali possono risolvere definitivamente il problema. Comunque la cosa più allarmante e sconvolgente è data dal fatto che il paziente con questa patologia viene lasciato in balia di sé stesso. Questo è un grave errore, perché esistono soluzioni soddisfacenti e risolutive nell’ambito delle medicine non convenzionali fra cui annovero in prima linea l’Omeopatia, per poi passare al Test del Mineralogramma. Ora però andiamo a vedere cos’è un’intossicazione da Nickel o da metallo pesante in genere e come essa può manifestarsi in una persona piuttosto che in un’altra.

Il Nickel, come altri metalli (piombo, stagno, mercurio) lo troviamo in molti prodotti industriali come anelli, collanine, monete, pentole e posate da cucina, oggettistica in genere, amalgama dentale e, ahimè, in indumenti intimi e prodotti ortofrutticoli. In questi ultimi è presente a causa delle indiscriminate campagne antiparassitarie a cui la moderna agricoltura espone gli ortaggi e molti frutti. Quello che mi rammarica è il fatto che i controlli in questi casi sono completamente assenti. Il Nickel lo troviamo anche nei tessuti che vengono tinti con materiali e colori utilizzati per produrli. In questo caso uno slip, abbigliamento intimo, arriva direttamente a contatto con la pelle. La pelle è un vero e proprio organo capace di assorbire qualunque cosa, figuriamoci un metallo pesante. Oltre agli indumenti, in prevalenza importati, si riscontra presenza di Nickel anche negli alimenti.

  • Verdure: broccoli, pomodori, cipolle, spinaci, asparagi lattuga, cavoli, carciofi, crauti, spinaci, funghi, mais.
  • Legumi: fagioli, lenticchie, piselli, soia.
  • Carne: fegato, prosciutto cotto.
  • Pesce: acciughe, aringhe, sogliola, sgombro, baccalà, nasello, merluzzo, pesce azzurro, sardine.
  • Molluschi e crostacei: granchio, scampi, cozze, polpo, totani, vongole, lumache, seppie, ostriche, gamberi, calamari.
  • Frutta: frutti di bosco (more, mirtilli, lamponi), uva passa, ananas, datteri, cocco, melone, pere, prugne.
  • Frutta secca (mandorle, noci, arachidi, anacardi, nocciole, pistacchi, pinoli).

Non dimentichiamo il cioccolato, che contiene molto nickel.

Questo ovviamente è un elenco parziale, per ulteriori informazioni rivolgetevi al vostro nutrizionista, dietologo o dietista di vostra fiducia. Quindi entrando a contatto o ingerendo cibi che lo contengono, la persona può rischiare di intossicarsi ed avere così problemi legati al Nickel.

COSA ACCADE QUANDO UN ORGANISMO È INTOSSICATO?

Nel momento in cui un elemento, nel nostro caso il Nickel, entra nello organismo due son le possibilità: la prima che viene elaborato e “digerito” dalla cellula che, essendo ottimamente funzionale, lo espelle dopo averlo metabolizzato. L’altra possibilità è invece quella in cui un organismo che presenta un metabolismo cellulare “ingolfato” non riesce ad espellere questo elemento che rimane all’interno della cellula stessa e crea i disagi che molti, sfortuna loro, conoscono. Perché allora in quest’ultimo caso l’organismo non è riuscito ad eliminare il Nickel?  Nel mondo occidentale odierno l’essere umano – per fortuna – non ha più difficoltà a reperire cibo, per questo mangia più volte al giorno, trangugiando di tutto e di più, e portando lentamente il proprio corpo e quindi la cellula a lavorare troppo e male. Questa corsa frenetica al cibo è spesso indiscriminata ed è quindi ovvio che ci “impongono” di tutto, senza possibilità di discriminazione, anche, ahimè, cibi adulterati.

In quelle persone che hanno un metabolismo cellulare poco reattivo questi prodotti adulterati possono incidere sulla cellula e sul corpo in modo più invasivo, facendo si che il suo metabolismo vada in tilt. Tutti i processi enzimatici che prima risultavano coerenti in questo modo subiscono gravi variazioni, al punto che la cellula metabolizza a fatica. Questo porta ad un lavoro cellulare “pesante” in cui molti residui del catabolismo rimangono “intrappolati” prima fuori la parete cellulare (mesenchima) e con l’andar del tempo dopo aver esaurito gli spazi extracellulari, i depositi si formano all’interno della cellula (parenchima). All’inizio, durante l’intossicazione, la cellula inizia a depositare le tossine al di fuori della propria membrana, ma è ovvio che se c’è un elemento di perturbazione come un metallo (chelante), il normale funzionamento viene ostacolato; la cellula avrà difficoltà a metabolizzare giorno per giorno, fino ad arrivare ad una funzione alterata e non omogenea: il gioco è fatto, il metabolismo non è più fisiologico e le funzioni della cellula ne risentono e così tutto l’organismo. Il Nickel in casi in cui la cellula è poco funzionale, nel momento in cui entra nel circuito non esce più e, in medicina classica, non esistono modalità per lavorare su questo aspetto. È proprio in questi casi che i medici allopatici, che non credono nell’Omeopatia, dovrebbero assumere un atteggiamento umile e aperto ad eventuali possibilità di risoluzione. Se il paziente con questo disagio può essere aiutato a guarire, perché non provare! Rimanere su posizioni rigide e fuorvianti non porta da nessuna parte e non giova ad alcuno, soprattutto quando si giudica e si demonizza qualcosa che non si conosce; tutto ciò ci allontana gli uni dagli altri, indisponendoci vicendevolmente e mettendoci ancor più in contrasto con gli apparati sanitari. Esacerbando gli animi che mostrano ormai forte risentimento e volendo dimostrare che in casi come questo non esistono vie d’uscita, si discredita anche ciò che potrebbe essere un valido e risolutivo aiuto, ma soprattutto si allontanano le persone dalla verità. Che motivo avrebbero i tanti medici che lavorano con l’Omeopatia di dire cose false e non riscontrabili? Nessuno!

Il Nickel, come altri metalli, si può eliminare dal corpo umano, mentre sull’allergia al Nickel si potrebbe lavorare con ottimi risultati se si permettesse ai pazienti di arrivare nel momento giusto.

SINTOMI.

Passo ora ad elencare gli eventuali sintomi da intossicazione da Nickel! Come ogni altro metallo pesante il Nickel causa come sintomo guida la stanchezza! Mentre prima la persona si muoveva con energia e forza, nel caso di intossicazione fa davvero fatica a svolgere anche il minimo compito. La mente risulta obnubilata e stanca; l’attenzione vacilla e sfarfalla e la memoria va a farsi benedire. Il paziente ha enormi difficoltà a ricordare dalla più piccola alla più grande informazione. Le persone intossicate dal Nickel quando entrano in contatto con gli oggetti che lo contengono manifestano reazioni di ogni tipo: dal prurito intenso alla presenza di dermatiti da contatto; Altri sintomi sono le vertigini,

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costrizioni toraciche, forti dolori di testa: alcuni pazienti intossicati iniziano con dolori di testa che gradualmente aumentano di intensità fino ad avere manifestazioni sulla colonna cervicale con cervico-brachialgia; a volte anche mani e polsi doloranti; in molti casi si manifesta un interessamento dei nervi più sensibili del cranio, come il trigemino e il facciale, per non parlare dei sintomi del Vago come nausea e vere e proprie manifestazioni di vomito e tachicardie. Altre manifestazioni sono: tosse e alterazioni della respirazione con difficoltà ad incamerare aria. Molti pazienti presentano crisi di panico vere e proprie legate al Nickel e ad altri metalli pesanti come piombo e mercurio.  Altre sintomi sono: dolori osteo-articolari (dolori vari e molto spesso diagnosi di Fibromialgia); dermatiti di vario genere e tipo (desquamazione della pelle); sintomi respiratori (asma e difficoltò respiratorie in genere); problemi gastro-intestinali (gonfiore- dispepsia, stipsi o diarrea, coliche gassose, nausee).

QUALI TEST PER SCOPRIRE L’INTOSSICAZIONE?

Attualmente sono in uso test effettuati con il prelievo del sangue per verificare se c’è un’intossicazione da Nickel oppure il patch test, che si effettua con cerotti contenenti più di trenta sostanze allergeniche. Un’altra modalità è data da una macchina bioelettronica attraverso cui si possono verificare numerosissime intolleranze (più di trecento) a prezzi davvero vantaggiosi, e questa modalità è quella con cui lavoro personalmente per individuare alimenti o sostanze non tollerate dall’organismo.

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ESISTONO FARMACI PER ELIMINARE IL NICKEL?

Ad onor del vero in medicina allopatica c’è un’azienda farmaceutica che pare abbia trovato farmaci in grado di eliminare il Nickel dal corpo, ma, onestamente non li conosco e non ne conosco gli esiti.

QUALI SONO LE MODALITA’ PER RISOLVERE L’ALLERGIA AL NICKEL?

Come ho già detto in precedenza con la medicina Omeopatica si può lavorare per eliminare il Nickel in eccesso dal corpo. Le modalità seguono una logica coerente e risolutiva con cui nell’arco di un anno o poco più, si riuscirà a risolvere il problema. Qualcuno dirà che il tempo di risoluzione è troppo lungo ed io rispondo dicendo che un anno rispetto ai tanti anni che dovremmo trascorrere su questa terra è davvero il nulla. Si consideri che se si volesse accelerare la disintossicazione si potrebbe incorrere in disagevoli e pericolose reazioni. E se mai ci volesse un anno o più, è meglio continuare a vivere una vita di bassa qualità o è più vantaggioso viverla al top delle possibilità? L’intossicazione da Nickel crea molti problemi al paziente il quale deve confrontarsi con disagi prima d’ora mai incontrati; la vita non è più quella di una volta e farebbe qualsiasi cosa pur di ottenere la guarigione, quindi credo che non avrà alcun problema a disintossicarsi per migliorarsi a livello fisico, psichico ed energetico. La cura inizia con un drenaggio omotossicologico extracellulare di due o tre mesi per poi passare ad un drenaggio intracellulare di altri due o tre mesi; dopo questo periodo si inizia a dare Nickel Scalare Progressivo Normale che inizierà gradualmente ad espellere l’eccesso di Nickel nella cellula e nel corpo intossicato. Dopo altri due mesi circa si userà ancora un drenaggio intracellulare alzando lo Scalare Progressivo del Nickel. Nell’arco di dieci – dodici mesi la persona ha risolto il problema; tutto questo chiaramente se non ci sono altri fattori concomitanti tipo patologie autoimmuni o altre di una certa importanza.

MINERALOGRAMMA!

C’è un’altra possibilità per eliminare il nickel dal corpo: fare un mineralogramma!

Di cosa si tratta?

Si mandano i capelli presso un laboratorio competente e si permette di analizzare gli stessi attraverso un’indagine spettrometrica, da cui si ricaverà l’esito di tutti i metalli presenti nel corpo, quindi non solo nickel, ma piombo, mercurio, ma anche altri elementi come calcio, magnesio, e molti altri. Secondo questo esame si intercettano i metalli in eccesso e/o gli elementi in difetto per poi intervenire con una cura mirata a base di integratori, tra cui la vitamina c, che aiuteranno l’organismo ad espellere gradualmente i metalli tossici e a riequilibrare lo stato degli elementi carenti. Questo test è portato avanti da un’azienda italiana che, per ovvi motivi, non posso qui pubblicizzare; comunque, per eventuali chiarimenti, potrete contattare me.

Anche in questo caso il test è efficace per eliminare dal corpo metalli pesanti come mercurio, piombo ed altri, provenienti da amalgama dentale posta in loco per otturazione dentaria.

La cosa è molto interessante perché la spesa annua non supera i 600 euro!

A questo punto non resta che provare; tentare non nuoce come si suol dire e tentare per migliorare la propria qualità di vita è sempre e solo la cosa più giusta. Se amiamo la vita e noi stessi, viviamola nel miglior modo possibile.

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