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L’Università di Ferrara spiega perché l’orso marsicano è più piccolo e meno aggressivo

L'Università di Ferrara spiega perché l'orso marsicano è sempre più piccolo e meno aggressivo
Immagine di repertorio

Abruzzo – Un’importante scoperta scientifica rivela come la presenza umana possa aver plasmato l’evoluzione dell’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), una sottospecie rara che, come sappiamo, vive anche nei nostri territori.

Secondo uno studio condotto da Andrea Benazzo, Giulia Fabbri e Giorgio Bertorelle dell’Università di Ferrara e pubblicato sulla rivista internazionale Molecular Biology and Evolution (Oxford University Press), gli orsi che hanno vissuto più a stretto contatto con insediamenti agricoli e villaggi umani sono diventati più minuti e hanno sviluppato un carattere più mite.

Un adattamento evolutivo che oggi è rintracciabile nel loro codice genetico.

I ricercatori hanno evidenziato che l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi, benché spesso causa di frammentazione degli habitat e declino delle popolazioni, può anche determinare specifici percorsi evolutivi.

Nel corso dei millenni, la coesistenza con le attività antropiche ha agito sull’orso marsicano come una vera e propria pressione selettiva.

Un meccanismo che ha favorito la sopravvivenza e la riproduzione degli individui più tolleranti verso l’uomo e meno inclini all’aggressività.

La popolazione di orsi marsicani si è separata geneticamente dai suoi omologhi europei circa 2000-3000 anni fa, rimanendo completamente isolata almeno dall’epoca romana.

Le cause principali di questo isolamento sono legate alla trasformazione del paesaggio, in particolare al disboscamento e all’espansione dell’agricoltura, che hanno ridotto la connettività tra le popolazioni.

L’orso marsicano presenta oggi caratteristiche fenotipiche uniche, come una taglia corporea inferiore rispetto ad altri orsi bruni (europei, nordamericani e asiatici), tratti cranio-facciali peculiari e un comportamento generalmente meno aggressivo.

Per determinare se queste differenze fossero solo la conseguenza dell’isolamento e della ridotta popolazione o un vero e proprio adattamento evolutivo all’uomo, il team di Ferrara ha prodotto un genoma di riferimento ad alta qualità dell’orso marsicano e ha sequenziato il genoma completo di diversi esemplari.

I dati sono stati poi confrontati con quelli di una popolazione europea meno isolata (in Slovacchia) e con genomi di orsi nordamericani.

Il risultato più rilevante è stato l’identificazione di firme di selezione specifiche in geni associati al comportamento.

Queste indicano una selezione naturale diretta verso una ridotta aggressività. Gli studiosi suggeriscono che la rimozione storica degli esemplari più aggressivi nelle aree frequentate dall’uomo abbia facilitato la sopravvivenza e la riproduzione degli orsi più compatibili con la convivenza.

Il lavoro sottolinea l’importanza di preservare queste varianti genetiche, cruciali per mitigare il conflitto tra uomo e fauna selvatica.

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