Marsica – Sono state ascoltate dagli inquirenti due delle cinque ragazze coinvolte nell’inchiesta per presunti atti di bullismo ai danni di due coetanee in un istituto scolastico della Marsica. Le indagini, avviate dopo una denuncia presentata a fine marzo, contestano alle giovani comportamenti vessatori e minacce reiterate nel tempo. Le due ragazz, sentite ieri, si sono difese alla presenza dei loro legali, gli avvocati Luca e Pasquale Motta.
“Le presunte vittime – dichiarano i legali – hanno esagerato nel descrivere quanto accaduto: non si può parlare di stalking. Basti pensare che hanno trascorso sia il Capodanno sia l’Epifania con le stesse ragazze che ora accusano. Le nostre assistite, inoltre, non sono mai state sanzionate per comportamenti illeciti all’interno dell’istituto scolastico.
In merito all’episodio del bagno, dove si contesta a una delle nostre assistite di aver rinchiuso una compagna costringendola a sottostare ai suoi ordini, va detto che in quell’area c’è un collaboratore scolastico fisso, che avrebbe sentito e sarebbe intervenuto se qualcosa di simile fosse realmente accaduto.
I fatti, dunque, si sono notevolmente ridimensionati. Ci riserviamo di agire in sede legale per tutelare l’onorabilità delle ragazze, anche perché rischiano una pena che può arrivare fino a sei anni e mezzo.
Ricordiamo che il reato di stalking prevede comportamenti reiterati nel tempo che costringano la vittima a cambiare le proprie abitudini di vita. Ma in questo caso non ci sono né condotte ripetute né cambiamenti nello stile di vita delle presunte vittime. Se qualche screzio c’è stato, è riconducibile a normali dinamiche adolescenziali, legate a motivi di gelosia per dei ragazzi.”