Avezzano – Una mattinata di memoria e parole che toccano il cuore. Si è svolta nella Sala Consiliare del Comune di Avezzano, la cerimonia ufficiale in ricordo delle vittime civili dei bombardamenti subiti dalla città durante la seconda guerra mondiale. Tra i presenti anche Monsignor Giovanni Massaro, vescovo dei Marsi, insieme agli alunni dell’Istituto Comprensivo Collodi-Marini e agli studenti del Liceo Classico Torlonia, protagonisti attivi del percorso di memoria collettiva.

Durante il suo intervento, il vescovo ha rivolto un saluto alle autorità civili e militari e si è soffermato sull’importanza della presenza degli studenti: “La vostra presenza è particolarmente importante – ha detto – perché so quanto siate sensibili ai temi della pace e della fratellanza.”
Nel corso della commemorazione è stato ricordato il bombardamento più devastante, quello del 22 maggio 1944, avvenuto nell’ambito delle operazioni alleate per colpire il Comando della Wehrmacht stanziato a Massa d’Albe, sotto la guida del generale Albert Kesselring. In quei nove mesi di fuoco, tra il settembre 1943 e la primavera del 1944, Avezzano visse uno dei momenti più drammatici della sua storia, forse secondo solo al terremoto del 1915.
“Di molti di loro – ha proseguito Monsignor Massaro – non restano che nomi, lacrime e il silenzio doloroso di chi attese invano un ritorno. Alcune salme, purtroppo, non furono mai più ritrovate. Eppure sono qui con noi, nella memoria viva della nostra comunità.”
Un invito, quello del vescovo, a trasformare il ricordo in impegno: “Questa commemorazione non è solo un atto dovuto alla storia e alla verità, ma un impegno morale che ci interpella come cristiani e come cittadini. Oggi, ricordare i caduti di Avezzano significa anche levare un grido profondo contro ogni forma di violenza e odio.”
In un contesto globale ancora segnato da conflitti e tensioni, il richiamo finale è stato chiaro: “Il dolore di ieri trova purtroppo eco nel presente. Ed è per questo che il nostro compito è più che mai urgente: seminare pace, custodire la memoria, educare alla fraternità.”

