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   La Necropoli di Val Fondillo
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Castello baronale dei Colonna
Il sistema fiscale delle imposte nella Marsica vicereale dopo la peste del 1656
Lo studioso Ugo Speranza pubblicò alcuni rogiti del notaio Domenico Bucci (1658)  nei quali possiamo riscontrare la numerazione dei «fuochi» delle università di Avezzano, Collelongo, Trasacco, Luco...
Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
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Aspetti della giurisdizione delegata nella Marsica durante il viceregno spagnolo e austriaco
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Grotta di Sant'Agata
La grotta di Sant'Agata
Una grossa cavità naturale posta sul versante acclive della Serra di Celano grotta di Sant’Agata Sopra la parte sommitale della rocca della Turris Caelani, sotto una grande sporgenza rocciosa...
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Luigi Colantoni (1843-1925), canonico, vicario capitolare e ispettore ai monumenti
Questo articolo su Luigi Colantoni segue quello interessante dell’amico Fiorenzo Amiconi apparso su Terre Marsicane lo scorso 24 dicembre 2019 e vuole essere una integrazione ed un completamento di quanto...
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La Marsica di Tommaso Brogi (1900) – Parte III

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NECROLOGI MARSICA

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La Marsica di Tommaso Brogi (1900)
Tradotta e resa leggibile da Franco Francesco Zazzara
>> Capitolo primo
   >> Capitolo secondo

Capitolo Terzo

Nell’anno 346 dalla fondazione di Roma ( fu fondata nel 754 a. C.) troviamo per la prima volta nella storiografia di Roma l’accenno al popolo Marso , in occasione della guerra volsco-romana , quando il dittatore Publio Cornelio assaltò ed espugnò un oppidum vicino al Lago Fucino , e fece schiavi tremila uomini (Tito Livio ) .

Nell’anno 412 due legioni romane attraversarono il territorio dei Marsi e dei Peligni per ricongiungersi con l’esercito che si dirigeva a Capua contro i Sanniti .

Anche nell’anno 430 (Livio )  i soldati di Roma passarono attraverso la Marsica durante la guerra contro i Vestini .

Questo fa supporre che in quelle occasioni i Marsi erano alleati con Roma ; nel 439 i Sanniti si impossessarono di Plestinia ( Pescina) ed i Marsi si confederarono con Roma per recuperarla , insieme con i Peligni .

Nell’anno 428 iniziò la seconda guerra sannitica  ,che durò ventidue anni .

Nel 430 i Vestini si allearono con i Sanniti . Roma discusse per molto tempo se intervenire contro di essi , per il timore di inimicarsi i Marsi , i Peligni ed i Marrucini .

Quando iniziò lo scontro , i Marsi rimasero neutrali , per il timore dell’accresciuto potere dei Sanniti .

I Romani nel 433 furono sconfitti nei pressi di Gaudio ed oltraggiati con le Forche Caudine .

Per questo motivo i Marsi si allearono con Roma , per recuperare Plestinia ai Sanniti .

Roma si espandeva sempre di piu’ e nel 443  a. C. ci fu la vittoria di Lucera .

I popoli italici cominciarono a rendersi conto che le continue vittorie romane accrescevano il potere sui loro territori .

Gli Etruschi e gli Umbri si allearono con i Sabini per primi , dopo seguirono i Frentani ed i Marrucini . Marsi e Peligni stettero in attesa .

Nel 444 Roma sconfisse gli Etruschi e gli Umbri con il console F. Rulliano nei pressi del Lago Trasimeno ; anche i Marsi furono sconfitti dallo stesso console. Fu questa la prima volta che i Marsi si schierarono contro Roma ..

Nel 448 ci fu un primo movimento unito degli italici contro Roma : Equi , Sanniti , Marsi , Peligni , Marrucini e Frentani cercarono di ribaltare le sorti della storia contro Roma .

Inutilmente, poiché Roma vinse la II° guerra Sannitica e questi popoli nell’anno 450 furono costretti a chiedere la pace a Roma .

Il Senato romano non trattò tutti allo stesso modo : ai Marsi fu concessa un’alleanza , con la supremazia di Roma.

Nell’anno 452 solo i Marsi e gli Etruschi si opposero a Roma, forse  per un eccesso di supremazia o di un patto violato ,oppure il dolore per la perduta indipendenza e il non riconoscimento dei servizi prestati insieme al ricordo del loro antico valore .

Tito Livio scrisse che il sollevamento dei Marsi gettò il terrore a Roma , per l’occasione fu eletto un dittatore dal Senato ,di nome Marco Valerio Massimo .

I Marsi , dopo aver occupato le colonie romane di Albe e Carsoli , entrarono nel Carseolano .

Giunsero le legioni romane che ricacciarono indietro i Marsi fino alle loro città di Plestinia (Pescina ), Milonia (Rivoli-Collecavalli) e Fresilia ( Pescasseroli) che furono distrutte .

Valerio rinnovò con loro l’alleanza , ma li privò di molte terre .

Da questo momento la loro sorte fu decisa: “ sottostare alla supremazia di Roma “.

I Marsi furono sinceri e leali alleati di Roma in molte occasioni: nella terza guerra sannitica ,nella disfatta contro Pirro , nella invasione dei Galli e dei Cartaginesi .

Dopo la battaglia di Canne , solo i Marsi rimasero fedeli a Roma .

Nella spedizione in Africa , Marsi e Peligni e Marrucini furono volontari in quella armata.

Quando Annibale attraversò per due volte il territorio Marso , nell’anno 537 della battaglia del lago Trasimeno e nell’anno 541 nella battaglia di Canne , I Marsi erano alleati di Roma .

Non fu la colpa dei Marsi se la smodata ed ostentata supremazia di Roma portò a spezzare una lunga e sperimentata amicizia .

—–Nota :– Gli studiosi  hanno voluto ricercare quale strada abbia percorso Annibale nella prima invasione quando , partito da Ascoli , passò (questo è certo) per la Valle Castellana ovvero da Amatrice, Amiterno , Corvaro e dal Cicolano nella Marsica .

Nella seconda incursione , partendo da Capua per giungere a Roma , c’è disaccordo fra Celio di  Rodi e Tito Livio : il primo lo  fa passare per il Sannio , a Sulmona , Amiterno , nella Marsica e quindi nella campagna romana ; il secondo invece da Isola Liri , Frosinone , Anagni e Tuscolo ( per cui secondo questa versione non sarebbe passato nella Marsica) .

Si deve supporre che l’esercito cartaginese fu diviso in due tronconi : uno per gli Abruzzi e l’altro per la via Latina . L’amicizia con Roma si spezzò per gli eccessi di una supremazia smodata ed ostentata .

Tutti i popoli italici avevano contribuito con tutti i mezzi e con sacrifici alle vittoriose imprese ottenute in Africa, in Grecia , in Asia e nella stessa Italia , ma non ne avevano raccolto i benefici ; solo i romani godevano di una classe privilegiata in un popolo di soltanto 400.000 abitanti comprese le colonie .

I popoli italici erano esclusi dallo “Ius Quiritum” e considerati inferiori , come dei diseredati . Il malcontento generale dunque fu causato da onori defraudati , interessi manomessi , servizi vilipesi con l’offesa dell’amor proprio .

In molte occasioni fu richiesta l’emancipazione : l’orgoglio e l’interesse di una fazione potente e numerosa (romana) soffocò sempre le lamentele ed a respingere le richieste .

Si giunse pertanto alla cospirazione : nacque una lega fra i Marsi , i Peligni , i Vestini , Frentani , Marrucini, Sanniti , Picentini , Appuli ,Lucani , Irpini , Pompeiani , ;Venusini , Umbri ed Etruschi  per sottrarsi al dominio di Roma e creare una nuova signoria : fu costituito un Senato composto da un rappresentante di ogni città dei Collegati e furono eletti due Consoli , il Marsicano Quinto Poppedio Silone e il Sannita C. Capio Mutilo .

Fu scelta per Capitale la città di Corfinio alla quale fu cambiato il nome in ITALIA .

La Lega fu chiamata Marsa , perché gli ideatori e gli organizzatori erano prevalentemente Marsi .

A Roma c’erano uomini prudenti e saggi che proponevano delle concessioni ai popoli italici .

Fra costoro c’era il tribuno della plebe Livio Druso che aveva promesso ai cospiratori della Lega che , per vie legali , essi  avrebbero ottenuto  le prime concessioni giuridiche .

Egli fu assassinato per opera del senato , pochi giorni prima del voto .

La Lega Italica decise di cominciare la rivoluzione  ed avevano fissato anche la data che fu anticipata ad Ascoli Piceno dove venne trucidato il proconsole Servilio : fu la scintilla che fece scoppiare l’incendio.

Febonio fissò questa data nell’anno 659 di Roma e la fine delle ostilità nell’anno 670 .

Fu una terribile guerra che ebbe dall’una all’altra parte abili generali , prodi soldati , uguale furore , armi uguali , vittorie e sconfitte .

La proverbiale furbizia romana si palesò anche in questa occasione : il Console Mario teneva testa agli Italici    con le armi insieme all’altro console Lucio Cesare che , oltre ad essere un bravo capitano era anche un abile politico , emanò la legge ( per senatoconsulto) che concedeva la cittadinanza romana a coloro che avrebbero deposto  le armi .

La Lega Italica cominciò a disgregarsi : si sottomisero prima gli Etruschi e gli Umbri , per ultimi i Marsi .

Non accettarono il compromesso soltanto i Sanniti con alla testa il forte e valoroso capitano marso  Poppedio Silone con alcuni suoi uomini fidati  , che combatterono fino alla morte .

Gneo Pompeo sottomise i resti della lega italica nel territorio di Ascoli , mentre Silla soffocò nel sangue gli ultimi baluardi  di un popolo che voleva la libertà nel Sannio .

Roma aveva vinto , ma i vinti avevano ottenuto ciò che volevano con la perdita di circa 300000 (trecentomila ) uomini , l’uccisione di tutti i capi , e da parte dei romani la morte di due consoli , di duecento senatori , sette pretori, sessanta edili , trentadue consolari : una desolazione fra tutte le famiglie . con la distruzione di molte città , villaggi e campagne.

I Marsi diventarono cittadini di Roma e , insieme con i Peligni e Sabini , furono assegnati alla tribu’ Sergia .

Dopo la guerra sociale non ci fu subito la pace .

Iniziò la rivalità fra Mario e Silla , ci fu la guerra contro Sertorio , quella dei gladiatori di Spartaco e la congiura di Catilina . .In questi anni non ci è stata tramandata notizia dei Marsi  .

Durante la guerra fra Cesare e Pompeo furono reclutati dal generale pompeiano Domizio uomini fra i Marsi e i Peligni , furono formate venti coorti che si radunarono ad Albe  .

Domizio seppe che Cesare marciava dall’Umbria verso Corfinio , lasciò una guarnigione di sei coorti ad Alba Fucente al comando del pretore L. Manlio e   con le altre sedici coorti si recò a Corfinio chiedendo altri rinforzi a Pompeo .

La risposta di Pompeo fu che Domizio doveva spostarsi a Brindisi con tutta la soldatesca che si trovava a Corfinio e a Sulmona .

Non ce ne fu il tempo  e ,nascondendo l’ordine ricevuto , assicurò che avrebbe presidiato la città e che i soccorsi stavano per giungere .

Ma egli si diede alla fuga . Se ne accorsero  i capi delle milizie e seguirono il suo esempio .

Il contingente dei Marsi si oppose a questa codardia , occuparono il fortilizio piu’ agguerrito , si impadronirono di Domizio e lo consegnarono a Cesare  e trattarono con onore la resa della città di Corfinio .

II 
La Città di Albe 

Alla fine della seconda guerra sannitica Roma si impadroni’ di Albe , che apparteneva agli Equi , e vi portò una colonia di 6.000 uomini .

Albe si costitui’ con i diritti del Lazio , per questo fu detta Latina  ( come la chiamò Strabone in molti passi dei suoi scritti ) .

Fu distinta dunque dai Marsi . Secondo lo storico Appiano i Romani la chiamarono Alba e, per distinguere i suoi abitanti da quelli delle altre città omonime che erano detti Albani , li fece chiamare Albensi ;altri autori la distinsero aggiungendo il termine Fucense o Fucente per la vicinanza al Lago Fucino .

Gli abitanti di Alba furono iscritti alla tribu’ Fabia .

Situata su di una collina , fu comoda per trasferirvi una colonia .

Alta, scoscesa, cinta di mura poderose era inespugnabile . Custodita da cittadini fedeli a Roma , aiutati dal valore dei Marsi .

Nell’anno 541 , quando Annibale si recava verso Roma , duemila Albesi andarono in sua difesa .

Appiano scrisse :…” in quella circostanza la colonia di Alba Fucente mostrò grande fedeltà e prontezza d’animo nei confronti di Roma” . Il Senato biasimò questo slancio , per il timore di sguarnire con imprudenza il territorio .  E questo successe quando le milizie cartaginesi , passando da oriente ( dalla Marsica ) , giunsero sopra ad Alba approfittando della guarnigione diminuita di numero .

I cartaginesi furono respinti , ma proseguirono il percorso verso Roma , dopo aver disseminato distruzione e morte nella contrada .

L’anno seguente la colonia di Alba tradi’ Roma . Accadde dopo la battaglia ,nella quale mori’ il valoroso Marcello . Roma richiese nuovi soldati e denaro . Dodici colonie , fra le quali Alba , non vollero eseguire gli ordini . Il Senato riusci’ a convincere le altre diciotto colonie a farlo e solo per questo , come scrive T. Livio , il popolo romano fu salvo .

L’anno dopo la vittoria del fiume Metauro in cui mori’ Asdrubale il fratello di Annibale , i cuori si rinfrancarono dalla paura per la sconfitta .

Roma ne approfittò per richiedere con veemenza e sotto pene severissime / ricordandosi il rifiuto di cinque anni prima , il doppio dei fanti di quanto avrebbero dovuto dare per la guerra precedente ed in piu’ 120 soldati a cavallo . Se non avevano i cavalieri ognuno di essi doveva essere sostituito con tre fanti. .

Non si sa con precisione se le colonie ubbidirono .

I romani costruirono in questa città un carcere orribile , destinato ai condannati a morte .

Diodoro Siculo lo descrive con raccapriccio e con dovizia di particolari ; per certo lo avrà visitato .

Egli scrive :….”Questo carcere è una caverna scavata sotto terra , grande quanto una camera da pranzo ,  contenente piu’ di nove panconi , fumosa , puzzolente dal grande numero di prigionieri ivi rinchiusi che , trasandati nei loro corpi , diventavano come belve che vivevano insieme ai propri escrementi che emanavano un puzzo insopportabile …..”

Vi furono rinchiusi numerosi Re : nell’anno 550 c’era il re Siface .

Nell’anno 553 stava per essere  portato a Roma come fenomeno da baraccone durante il trionfo di Publio Cornelio Scipione , mori’ a Tivoli durante il viaggio per i patimenti del carcere di Albe , ridotto in fin di vita .

Il secondo re famoso fu Perseo della Macedonia insieme con tutta la sua famiglia ( moglie , i figli maschi Filippo ed Alessandro , ed una femmina , tutti in tenera età ) .

Furono portati a Roma in occasione del trionfo di L. Emilio Paolo : i tre figlioletti fra una folla inferocita e Perseo vestito a lutto , incatenato , pallido e con lo sguardo assente ,con accanto la moglie con incedere lento ma altero . Sul carro del vincitore Emilio Paolo , anche egli triste  ,perché aveva perso suo figlio cinque giorni prima . Questa precisione di particolari ci è stata tramandata da numerosi storici .

Tutta la famiglia di Perseo fu rinchiusa nel carcere di Alba nell’anno 587 ….Diodoro Siculo continua ….” Perseo passò in questa prigione sette giorni , chiedendo ed implorando un tozzo di pane dagli altri carcerati , anche essi sfiniti per il poco cibo che veniva distribuito  . Costoro , presi da commiserazione e piangendo , dividevano parte del loro cibo con il povero re . Avevano procurato anche un pugnale ed un laccio per invitarlo al  suicidio ; non c’è però nessuna cosa migliore per quelli che soffrono , che aspettare l’ora giusta per una morte degna . Il console M. Emilio , in una pubblica assemblea , fece notare le condizioni inumane del Re in prigione e riusci’ a farlo spostare in una stanza , da solo . Egli offese i carcerieri che per rivalsa gli impedirono di dormire per cui , dopo due mesi di insonnia , il Re Perseo mori’”.

Lo storico Patercolo scrisse che mori’ dopo quattro anni , mentre Zonara scrisse che si suicido’ .

Il senato romano gli tributò funerali in pompa magna , a spese dello stesso senato . La moglie era già morta . Poco dopo morirono il figlio Filippo e sua sorella , mentre il piu’ piccolo di nome Alessandro lavorò in una fonderia a Roma , secondo Eutropio  ; invece Zorara scrive che Alessandro non andò via da Albe , ma diventò scrivano della Magistratura .

Nell’anno 631 di Roma in questo carcere fu rinchiuso un altro Re di nome Bituito , del popolo  degli Alverni.

Durante la guerra sociale (italica ) si sa dallo storico Epitome che Albe venne assediata dagli alleati italici , non si sa però come fini’ l’assedio .

Durante la guerra fra Cesare e Pompeo Albe all’inizio parteggiò per Pompeo .L. Comizio vi lascio’ una guarnigione di sei coorti al comando del pretore L. Manlio .

La sconfitta di Corfinio , insieme con i continui successi di Cesare che aumentava il suo prestigio presso il popolo , convinse Manlio ad abbandonare Albe  con l’intenzione di raggiungere Pompeo in Puglia . Questo disegno però non gli riusci’ ,perché fu inseguito dalla cavalleria guidata dal comandante Bivio Curio fedele a Cesare e , sconfitto , passò fra le linee di G. Cesare ,insieme alla città di Albe . Dopo la morte di Cesare diventò potente Marco Antonio : egli volle impossessarsi anche di Albe dove erano acquartierate due legioni di veterani . Ma G. Cesare Ottaviano aveva in mira anch’egli di impossessarsi delle due legioni che si trovavano ad Albe . Giunse però prima Lucio che le convinse con promesse e denaro ad aspettare gli eventi . Questo durò poco tempo perché la legione Marsa si ribellò e parteggiò per il Senato  . Quando lo seppe Marco Antonio che si trovava a Brindisi , istigato anche dalla moglie , fece trucidare i centurioni della legione che si trovavano con lui ( come scrisse Cicerone in una sua Filippica) . Egli parti’ da Brindisi solo con le legioni macedoni , che lasciò fuori le mura di Roma  ed entrò da solo a Roma . Dopo poco tempo seppe che anche la quarta legione si era schierata con Ottaviano per cui si recò ad Albe con un seguito poco numeroso , avvalendosi del suo prestigio . Le porte di Albe però restarono chiuse e dalle sue mura gli furono scagliati contro dardi . Egli fu costretto a partire per la Gallia .

Cicerone dunque nelle orazioni contro Antonio mise in evidenza l’importanza strategica di Albe ,  considerata città valorosa e fedelissima , vicina a Roma , ben fortificata , quindi luogo molto caro ed utile per i Romani .

Ottaviano nel frattempo riuni’ il suo esercito presso Albe : fu formato dalle due Legioni Marsa e Quarta , di altre due composte da veterani e una di sole reclute . Lo fece sapere al Senato , che si congratulò con lui .

Oltre ad essere una città militare , Albe ebbe anche monumenti interessanti , come si può notare dai suoi ruderi : era fornita di fontane pubbliche , di terme , di un teatro , di un anfiteatro e templi , fra i quali , quelli piu’ importanti , celebri quello di Giove e di Diana .

In recenti scavi fatti dal Capreton e dal Guarini , si sono rinvenute molte statuette , medaglie , monete , frammenti di cornici , resti di marmi lavorati , mosaici , statue …ed un grosso tubo di piombo che serviva come conduttura d’acqua . In Albe c’era il Senato , censori , una magistratura municipale , come si è letto in una lapide sepolcrale di M. Marco Giusto . Vi si batteva moneta .

Dopo la fondazione dell’impero , tornò a far parte della Marsica , come sostiene Varrone .

 

         Da Augusto fino alla caduta dell’Impero

L’Impero è la pace , dovette pensare Cesare Ottaviano , quando soffocava nel sangue ogni ribellione :

Ed infatti vi fu una pace lunga e prosperosa che fu chiamata l’età dell’oro .

La Marsica , provveduta dalla natura di un territorio molto fertile , ebbe modo di avere molto commercio con Roma : aveva vigneti , i cui vini sono ricordati spesso da Marziale . Ateneo dice che erano un pò  aspri , ma non facevano male allo stomaco. C’erano pometi di ogni specie , con frutti molto squisiti , in particolare le pere invernali , dette spine . Plinio lodò le noci della Marsica , Simaco i fichi o “fullacchij”:Mandorle , lino canapa ; non mancava l’olio né il grano ..Situata a 700 m di altitudine dal mare , aveva un clima mite , perché il Lago Fucino “ di grandezza simile al mare “ come dice Strabone , come un serbatoio di calore , temperava il freddo dell’inverno e l’afa estiva .La spaziosa Valle del Fucino era allietata dalle cristalline acque del Lago , con intorno limpidi stagni ; era abbellita da terre verdeggianti , ricche di messi ,coperte da alberi da frutta ; i monti intorno erano pieni di alberi ; villaggi e città , nella pianura o addossati alle pendici dei monti o in cima alle colline , godevano della sua bellezza e fertilità .

Una cosi’ bella contrada attraeva i ricchi signori di Roma . Qui’ passavano giorni di riposo e di spensieratezza . Il padre dell’imperatore Vitellio aveva una villa a San Pelino , il poeta Tibullo vicino a Poggio Cinolfo .Sulla sponda orientale del lago , nei pressi dell’odierno Trasacco , l’imperatore Claudio fece costruire un palazzo dove dimorò anche l’imperatore Traiano .

Quando Augusto divise l’impero in Province , divise altresi’ l’Italia in Regioni: La Marsica fece parte della quarta  ma , essendo vicina a quella di Roma , fu sottoposta al Prefetto di Roma .

Per porre un freno alle escrescenze del Fucino , l’imperatore Claudio ascoltò le suppliche dei rivieraschi e iniziò quella grande opera , terminata dopo dieci anni .

Fu inaugurato due volte l’apertura dei suoi cunicoli : la prima volta si dovette correggere il

livello . In tutte e due le occasioni ci furono spettacoli , l’imperatore Claudio stesso fu presente con sua moglie Agrippina  . Ci fu una immensa folla : nella prima inaugurazione ci fu una battaglia navale sul lago  e nella seconda volta una battaglia fra gladiatori . La prima giornata fu una delusione per tutti , per il mancato deflusso delle acque , mentre nella seconda volta ci fu notevole spavento per tutti : un terremoto e il riflusso delle acque sulle rive che portò via buona parte degli argini . Anche la coppia imperiale ebbe paura , perché si trovava  a ridosso del canale . Narciso , direttore-appaltatore dei lavori fu accusato da Agrippina di ingordigia e di ruberia , il deflusso non fu totale .

E’ stato discusso molto fra gli esperti se l’opera di Claudio fu ripresa . Vi si cimentarono gli imperatori Traiano ed Adriano , che volevano scongiurare solo i danni provocati dalle inondazioni del Lago .

L’impero romano cominciò a decadere fin da Commodo (182 di G. C. ) , per novanta anni seguirono continui trambusti e sconvolgimenti . Resse a malapena gli urti incessanti di Alemanni , Franchi , Sassoni , Goti e Persiani . Soltanto per la genialità di Diocleziano e di Costantino I si rinfrancò e torno quasi all’antico splendore . Le grandi invasioni iniziarono dopo la morte di quest’ultimo . Nell’anno 401 e per cinquant’anni Alarico , Radageso , Attila e Genserico (terribili condottieri ) veri flagelli di Dio fecero dell’Italia un teatro di inenarrabili sciagure . Nel 476 Odoacre si proclamò re dopo aver deposto l’imperatore Augustolo : con questa data ebbe fine l’Impero Romano . In questo tempo di decadenza la Marsica non fu la florida e prosperosa regione che si ebbe sotto i Giuli , i Flavi e gli Antonini. Non ci sono molte notizie storiche di quel periodo . Soltanto Elio Lampridio descrive un fatterello che fu escogitato da quel pazzo di Eliogabalo : la plebe , che era avida di giochi circensi e si affollava fin dalle prime ore del giorno per prender i posti al circo , si ritrovò un giorno una moltitudine di serpenti fatti  prelevare  dalla marsica e fatti portare al circo da Eliogabalo . Ci fu un fuggi fuggi generale , con numerosi feriti per la calca e per il morso dei serpenti ..

Durante la decadenza ci fu la necessità di rifare la divisione delle contrade italiane : da undici passarono a diciassette , oltre a Roma ed il suo territorio ; il nome di  regioni fu sostituito da quello di provincie. Alla Marsica fu restituita la parte che era stata soggetta alla prefettura di Roma e fu aggregata tutta alla Provincia Valeria . Questo si ricava dall’elenco delle provincie stilato da Paolo Diacono .

La Valeria aveva confini con il Sannio, il Piceno , l’Umbria , la parte occidentale dell’antica Etruria e la vicinanza di Roma . Essa comprendeva le città di Tivoli , Carsoli ,Forcona , Amiterno , Norcia e Rieti che , secondo il Cluverio , era a capo della provincia ; dunque la Marsica si trovava dentro la Provincia Valeria .

Paolo Diacono aggiunge che non è fondata l’opinione che la Marsica fosse provincia  , non essendo descritta nel Catalogo . Le Province si mantennero fino al tempo dei Goti . Benchè al suo tempo avesse perduto la dizione di Provincia e preso quello di Marsia o dei Marsi , giova ricordare che il territorio ha sempre conservato la “qualifica” di Marsi , come Gastaldato , Contea e Principato dei Marsi .

Le Città

MARSI : -Secondo Plutarco fu una città che diede il nome al popolo e che fu sommersa dal Lago Fucino .

Il Proia , per non contraddire Plutarco (Mem.sul Lago Fucino lette ai Lincei in Roma .8 agosto 1834), scrisse che la città di Marruvio era chiamata anche Marsi . Ma al tempo di Plutarco Marruvio era nel suo splendore , per cui la Marsi sommersa non può essere Marruvio.

ARCHIPPE:-Solino e Plinio scrivono che fu edificato da Marsia , capitano dei Lidi e che fu “ingoiata” dal Lago Fucino . Virgilio ci ricorda che al tempo della guerra contro Enea , il Re dei Marsi si chiamava Archippe , (forse) quegli che fece costruire la città che portava il suo nome : dunque la sua origine risale  al periodo degli eroi .

MARRUVIO : – fu la città a capo dei Marsi : Ne parlarono Virgilio, Silio Italico ,Plinio e Strabone..

Era situata sulla sponda orientale del Lago Fucino . La tavola peutingeriana che riporta le miglia da una stazione all’altra della via Valeria , evidenzia anche Marruvio . Nel periodo romano la città veniva chiamata Marsus o Marsi . Il Frontino scrive del Marsus ,  Municipium  e il Romanelli scrive Marrubium Marsorum Municipium…

Dopo la caduta dell’impero romano , mentre tutte le cose andavano rinnovandosi , il nome Marruvio restò immutato fino al medioevo , quando la città capoluogo della Marsica fu detta” Marsi”.

La tavola Peutingeriana all’inizio si credette che fosse stata compilata nel 226 d. C. , al tempo di Settimio Severo , ma poi venne assodato che venne fatta sotto l’imperatore Teodosio ( per questo è chiamata anche tavola teodosiana . Lungo l’itinerario della Via Valeria ivi dipinto  , si segnala nominativamente Marruvio . Fu grande e splendida nel periodo piu’ florido dell’Impero Romano , come si può leggere in una iscrizione di una lapide che conserva la famiglia Melchiorre di Pescina . Marruvio ebbe un senato e magistrati propri  , aveva bei templi , statue e case di marmo , un anfiteatro . Moltissimo dei suoi ruderi , sia per distruzione dei barbari che per incuria dei suoi abitanti , è andato disperso e perduto . I pochi resti ci fanno immaginare la sua magnificenza.

VALERIA:- Città della cui esistenza vari scrittori sono stati sostenitori , affermando che , sparita Marruvio nel IV° secolo di Roma ( secondo alcuni ) o nel sesto ( secondo altri) , sia sorta sulle sue rovine . Chi la dice edificata nel 447 di Roma dal console M. Valerio Massimo e chi al tempo dell’imperatore Claudio (43-56 d. C.) e chi dalla figlia Valeria  dell’imperatore Diocleziano morto nel 332 d. C.  : si scrisse che fu la Caput Marsorum , raggiungendo così tanta nobiltà e magnificenza da farla paragonare a Roma . La sua esistenza è attestata da Anastasio il Bibliotecario che , nella Vita del  Papa Bonifacio IV° (607- 615) scrisse che fu marsicano della città Valeria . La sua scomparsa sarebbe dovuta alla ferocia dei Goti e dei Longobardi , oppure alla rapacità delle acque del Fucino .

Notiamo come le acque del Fucino siano state tanto tremende da sommergere città e castelli : Marsi, Archippe , Marruvio e Valeria , tutte sacrificate al dio Fucino .  Oh acque del Fucino !: è stata triste la fama che vi ha accompagnato !.Sarà stato per questo che vi hanno fatto sparire completamente dalla faccia della Terra ?!. Voi che eravate l’ornamento dell’Italia , sorriso della vallata e dei monti circostanti , non ci siete piu’ !La vostra bellezza , i vostri pregi ed i vostri benefici sono spariti per sempre !. Ahi !, fu troppo severa quella mano che vi ha tolto per sempre chè, se anche grandi fossero state le vostre colpe , non sono stati meno grandi i vostri meriti . Perché non siete state trattate con giustizia uguale ? Perché? Oggi , che tutte le membra del vostro bel corpo sono state denudate ed avete la prova che siete state innocenti per quanto riguarda ingoiamenti di città e castelli , rinfacciate ai vostri detrattori le calunnie che avete sopportato e state mostrando quanto siete state punite . Dal prosciugamento non è venuta fuori nessuna traccia che dimostri o che accenni alle tanto decantate sommersione di città rivierasche . Il lago non era di origine vulcanica , ma si era formato con lo scioglimento dei ghiacciai e con gli immensi scoli delle acque pluviali che scendevano dai monti .

Riferimenti: http://francofrancescozazzara.wordpress.com/

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Franco Francesco Zazzara

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