Avezzano – In questi giorni di piena emergenza coronavirus l’azienda L-Foundry si è trovata al centro di alcune polemiche, sollevate sia dalla Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) sia dalla
L’Aquila Teramo, riguardanti la sicurezza e l’igiene dei lavoratori durante le turnazioni.
A noi della Redazione è pervenuta una “segnalazione” su una particolare categoria di lavoratori interinali della L-Foundry, i wafer carrier, volgarmente detti “carrellisti“.
“I carrellisti sono considerati come la categoria debole dell’azienda. Loro movimentano i lotti di produzione su carrelli dove la manutenzione è pressoché inesistente, con conseguenze alla schiena e alle ginocchia” ci confida un lavoratore “hanno solo mezz’ora di pausa su 6 ore, mentre i colleghi che fanno 12 ore ne hanno 2. Non sono ammessi avanzamenti di carriera e nelle riorganizzazioni importanti sono sempre esclusi, anche per dei semplici auguri di natale. Mentre i loro colleghi operai, interinali e non, seguono la rotazione di un turno si ed uno no per permettere di restare a casa, loro devono recarsi al lavoro quasi sempre. Hanno solo un turno di cassa a persona, possono stare a casa una volta su 7 turni ed hanno un giorno e mezzo di riposo tra un turno ed un altro. Anche adesso, con questa emergenza sanitaria, la salute di questi ragazzi, che durante il lavoro incontrano tutta la produzione, è stata purtroppo accantonata.”
Un grido di allarme che merita di essere preso in considerazione dall’azienda interinale, dalla L-Foundry e soprattutto dalle organizzazioni sindacali di categoria per gli atipici, enti quest’ultimi che hanno l’importante compito di dare voce a questi lavoratori, oggi dimenticati.