Avezzano – Ci sono momenti in cui il web può sorprendere e ciò accade quando una foto, e la didascalia che l’accompagna, raccontano una storia sorprendente. Accade che, spulciando le immagini postate su Instagram, ci si ritrovi a leggere la “Storia di una sedia ritrovata”, raccontata dal Laboratorio Artigiano “Ennio Gentile” di Avezzano. E accade che la “Storia di una sedia ritrovata” ha molto a che fare con la storia di Avezzano e con quell’evento spaventoso e devastante che fu la scossa di terremoto della mattina del 13 gennaio 1915. La popolazione del capoluogo marsicano, e non solo, in pochi istanti, fu quasi del tutto annientata; i sopravvissuti erano pochissimi, spaventati, infreddoliti e circondati da cumuli di macerie.

Giovanbattista Volpe era un imprenditore friulano titolare della “Società anonima Antonio Volpe”, nata a Udine nel 1882 e specializzata in legno curvato. Il legno curvato era un’invenzione straordinaria, messa a punto nel 1859 da Michael Thonet. Si tratta di una tecnica particolare che permetteva di curvare il legno con il vapore e, di conseguenza, di creare sedie composte da pochi pezzi, leggere, economiche e facilmente trasportabili. Con la tecnica del legno curvato, la ditta Volpe realizzò uno spettacolare Villino di Montagna che, per la sua originalità e la tecnica realizzativa, venne presentato durante l’esposizione universale di Milano del 1906. Il villino rappresentava uno dei primi esempi di edificio prefabbricato.

Quando Giovanbattista Volpe venne a conoscenza del tragico terremoto di Avezzano, volle che il suo Villino di Montagna venisse smantellato e inviato nella Marsica: lo regalò ad Avezzano. Quel prefabbricato, realizzato con l’avveniristico sistema del legno curvato, venne installato ad Avezzano e divenne sede del Regio Commissariato Civile. La sorpresa, però, deve ancora arrivare perché gli artigiani del laboratorio Gentile di Avezzano hanno appena rintracciato una sedia con il marchio Volpe. Non è dato sapere con certezza da dove provenga la vecchia e preziosa sedia, ma non si può escludere che possa arrivare proprio da quel Villino in legno curvato giunto dalle nostre parti su iniziativa di un generoso imprenditore friulano.

Una storia che richiama uno degli eventi più drammatici vissuti ad Avezzano e in tutta la Marsica. Una storia che è anche un racconto di vicinanza, di solidarietà e di fratellanza. Una sedia che sembra essere sopravvissuta al tempo e agli eventi per ricordarci che anche i momenti più complicati e angoscianti, alla fine, vengono superati. Un semplice oggetto in legno curvato come simbolo di resilienza e di tenacia, ieri come oggi.