Sulla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo e sul suo Monastero Benedettino sono stati pubblicati decine di libri, vi risparmio quindi la storia di questa Chiesa che gli archivi papali annoverano come la più antica di Tagliacozzo.
Mi interessa invece soffermarmi su un paio di particolari dell’antica struttura che non sempre vengono riportati nelle guide turistiche.
Se vi capita di fare una passeggiata ed entrare nel cortile della Chiesa soffermatevi a guardare una lapide di marmo incastonata nella torre campanaria. In essa appare una scritta che recita: “ ABBA CARIDA” e sotto è inciso un anno: “1564”.


Ebbene il nome riportato nella lapide non è altro che quello della madre badessa Abba Carida detta Caridonia che nel 1564 fece eseguire un rilevante restauro ed un innalzamento del campanile.
Dopo aver visto la lapide entrate nel Monastero dove potrete notare un piccolo sportello di legno girevole che oggi viene usato dalle Monache per vendere i famosi dolci “cavallucci” e “palombelle” richiestissimi durante la festività del Volto Santo.

Ma non va dimenticato che una volta questa porticina girevole veniva chiamata “LA ROTA PROIETTI” perchè usata da chi voleva abbandonare un neonato, senza essere visto dall’interno. Dietro la ruota c’era sempre una “pia ricevitrice dei proietti” così chiamata perché prestava la sua opera umanitaria sia di notte che di giorno. Cognomi come Diotaiuti, Diotallevi, Sperandio, Esposti, Trovati, Innocenti e altri appartengono proprio a queste persone.
Negli antichi archivi anagrafici esisteva un apposito “Registro de’ Proietti” riservato ai trovatelli abbandonati presso le ruote delle chiese. La prima città in Italia a chiudere la ruota fu Ferrara nel 1867 ma la completa abolizione delle ruote si ebbe solamente all’inizio del Novecento.
Per finire segnalo un’altra piccola apertura riservata ai neonati abbandonati ben visibile sulla parte destra della facciata della Chiesa dell’Annunziata.

