Anche tre marsicani coinvolti nell’operazione ‘Pay to Drive’

Associazione a delinquere, falso in atto pubblico e sostituzione di persona alcuni dei reati contestati

Marsica – Anche tre marsicani sono finiti sotto indagine nell’ambito dell’inchiesta ‘Pay ti Drive’, che ha portato all’arresto di 20 persone e a 135 indagati. Si tratta di E.T., 40 anni di San Vincenzo Valle Roveto, e due stranieri residenti a Gioia dei Marsi e San Benedetto dei Marsi, A.M. di 46 anni, e E.N.H. di 38. Per loro, le accuse sono di falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato.

L’OPERAZIONE – Frode, associazione a delinquere, falso in atto pubblico e accessi abusivi a sistemi informatici. Questi alcuni dei reati che gli investigatori hanno accertato nell’inchiesta «Pay for drive»: 155 indagati, 20 dei quali arrestati (tre in carcere e 17 ai domiciliari) tra Lazio, Campania e Abruzzo. Obiettivi dell’organizzazione, come scrive il Corriere della Sera, erano far conseguire, revisionare o rinnovare la patente di guida in cambio di circa quattromila euro: questo l’obiettivo dell’organizzazione sgominata dalla polizia di Frosinone. Tra gli arrestati anche un ingegnere della Motorizzazione civile del capoluogo ciociaro che, all’epoca dei fatti, ricopriva l’incarico di direttore dell’ufficio.


IL MECCANISMO ILLECITO – In ognuna delle sessioni d’esame l’organizzazione era in grado di garantire la promozione di almeno 15 candidati. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’ingegnere della Motorizzazione, dietro compenso, assegnava alle prove d’esame uno dei tre esaminatori corrotti. E costoro, in cambio di tangenti, chiudevano gli occhi e permettevano ai complici di sostenere la prova teorica al posto dei candidati che non erano in grado di affrontarla.


SOSTITUTI E FAVORI SESSUALI – A ricoprire il ruolo di «sostituti», stando agli accertamenti della polizia, erano i membri dell’organizzazione: erano in grado di compilare correttamente la scheda del candidato di cui prendevano il posto e, allo stesso tempo, di suggerire le risposte esatte ad almeno altri tre. Era compito dell’esaminatore corrotto predisporre le postazioni in modo che il « suggeritore» sedesse in mezzo ai candidati da aiutare, lontano dagli occhi indiscreti di quelli estranei giro di tangenti. La polizia ha accertato che all’interno dell’organizzazione, in aggiunta alle mazzette, non si disdegnavano i favori sessuali. Elargiti dalle candidate o addirittura dalle consorti di clienti uomini.


LE RIPRESE – Il comportamento illecito degli esaminatori, che sistemavano i banchi e facevano sedere candidati e «suggeritori», è stato immortalato nelle sale d’esame. La polizia ha anche rilevato che sul piazzale della Motorizzazione di Frosinone, al termine degli esami, i sodali riscuotevano le somme dovute dai candidati, fatti promuovere, e pagavano subito il compenso all’esaminatore corrotto. Gli elementi salienti dell’indagine sono contenuti nei video-audio che gli investigatori sono riusciti a captare nell’ufficio del direttore facente funzioni, riprendendo i momenti delle varie consegne delle bustarelle.


PROMOSSI IN 70 – La polizia, tra ottobre del 2014 e aprile 2015, ha ricostruito l’alterazione di ben cinque sessioni d’esame, tra teoria per la patente B e la revisione. Ed è emerso che oltre settanta candidati-clienti dell’associazione sono stati promossi illegittimamente. Diversi, sempre secondo quanto verificato dagli agenti della questura di Frosinone, i servizi illeciti offerti dal sodalizio. Nei casi più difficili, i clienti ottenevano la patente direttamente a domicilio, con il pubblico ufficiale corrotto che alterava fraudolentemente la banca dati centrale della Motorizzazione e assegnava loro, dal nulla, una patente della categoria richiesta (o ne posticipava la scadenza). Il cliente, che, come ricostruito dalla Squadra Mobil del capoluogo ciociaro, non si disturbava nemmeno di iscriversi ad alcun esame e non doveva far altro che denunciare falsamente di aver smarrito la patente attribuitagli, per ottenere il duplicato a domicilio.

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