Roma, 16 ottobre 1943, il rastrellamento del ghetto ebraico costituì il primo momento della deportazione nei campi di sterminio di 1259 persone di cui 689 donne, 363 uomini e 207 bambini appartenenti alla comunità ebraica da parte dell’esercito nazi-fascista.
Con una poesia la scrittrice dei Marsi commemora tale anniversario per sensibilizzare le coscienze affinché tale ferocia dell’uomo contro l’uomo non avvenga mai più
A mano disarmata.
A mano disarmata muoversi tra i fruscii
Della notte nel mezzo di ottobre
Tra gli anfratti dei cespugli e i recinti dei cortili
Tra le mute soffitte e le vuote stanze
Ascoltare passi pesanti oltre i muri
Percepire feroci suoni d’ingiurie
Oltre i sensi ancora assopiti in domestiche
Bussole dove riporre l’affanno del cuore.
Di piombo e fiamma riluce il tempo indifferente
A spezzar tutto il mio mondo in schegge d’odio.
In questo impareggiabile fulgore di sovrana maestà
Come potrei abbassare le palpebre nel buio che annulla?
A mano disarmata le mie pupille spalancate davanti al potere
Di uccidere non avranno più lacrime per impietosire.
Solo i miei pensieri carnevali di fiori e stelle si fanno presagi
Di dolore tra la marcia dei tamburi impazziti.
A mano disarmata come un cervo davanti al cacciatore
Su le schegge crudeli brandelli di preghiera invocano pace.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Avezzano (AQ) n.9 del 12 novembre 2008 – Editore web solutions Alter Ego S.r.l.s. – Direttore responsabile Luigi Todisco.
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