Lutto a Pescina, muore ex sindaco Pompeo Tranquilli

Pescina – Si è spento Pompeo Tranquilli, ex sindaco di Pescina, una persona sempre disponibile e con il sorriso sulle labbra, un sindaco distinto e signorile.
V
ogliamo ricordarlo con le testimonianze di alcuni amici che lo hanno conosciuto.
Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte della redazione di Terremarsicane


Maurizio Di Nicola

È venuto a mancare oggi Pompeo Tranquilli, già Sindaco della Città di Pescina nel periodo 1988/1993.
Una persona distinta e appassionata di pescinesita’, con la quale, nel corso degli anni, ho spesso avuto modo di collaborare in svariate iniziative.
È vivido nella mia mente un bellissimo carnevale, organizzato nella Chiusa D’Amore con la sua guida, nel quale non ci fece mancare finanche la lettura di brani dell’Odissea mentre allestivamo i carri allegorici tematici per la sfilata di paese.
A lui chiesi, nell’ormai lontano anno 2000, un ricordo scritto della sua esperienza amministrativa; fu disponibile, cortese e tempestivo nel darmi riscontro. Mi incoraggiò a coltivare la mia passione per la Politica e non si risparmiò nell’offrirmi saggi consigli sulle caratteristiche, visibili ed invisibili, della nostra comunità.
La notizia della sua morte mi rattrista moltissimo, e poiché temo di non riuscire ad essere presente alla funzione religiosa, voglio porgere le mie condoglianze sincere ai familiari anche attraverso questo mezzo social.
Ma, soprattutto, voglio condividere con la nostra comunità quel ricordo che Pompeo mi concesse, in attesa di dare finalmente alle stampe l’insieme dei documenti che raccolsi in quella mia iniziativa giovanile di ricostruzione delle nostre radici amministrative comunali.
Riecheggiano nelle sue pagine i temi di sempre, tra i quali la difesa dell’acqua del Giovenco all’epoca del famigerato progetto di Amplero; l’ospedale Rinaldi, la Pretura soppressa. Credo che avrebbe avuto piacere di sapere che domani la comunità dei Sindaci fucensi è stata convocata in Regione Abruzzo per essere messa a conoscenza del progetto irriguo del Fucino, che vedrà la realizzazione di vasche irrigue proprio nei territori di Pescina e San Benedetto ai bordi dell’alveo del nostro Giovenco, pienamente difeso e valorizzato. Così come credo che abbia apprezzato il fatto che da Sindaco di Pescina scelsi di salvare il Giudice di Pace da una certa chiusura memore di quel suo appello contro la chiusura della Pretura. Ed ho sempre tenuto a mente il prezioso lavoro di quella sua amministrazione comunale per dare il giusto lustro al nostro concittadino Ignazio Silone con un adeguato Premio Internazionale.
Ma ancor più nitido ho il ricordo del rammarico che mi affido’, seduti lungo lo stradone mentre mi consegnava queste pagine battute a macchina, nel rievocare un periodo particolare, quello dopo il 1992, quando, chi non si era mai occupato di cose pubbliche, forte delle inchieste di Tangentopoli, facendo di tutta l’erba un fascio, senza riconoscere l’onesta’ e la rettitudine di molti che avevano militato nei partiti tradizionali dell’epoca repubblicana, dispensava odiose cattiverie verso brave persone. Vi era l’amaro privato di quell’ingratitudine pubblica, che gli promisi avrei lenito restituendo a Pescina la dignità politica sciupata nel tempo, con la forza di quelle loro storie di sinceri amministratori pubblici.
Oggi, da Consigliere regionale, credo di aver già in parte tenuto fede a quella promessa. Resta da dare alle stampe tutto il racconto, con la speranza di saper restituire anche onori a persone dimenticate. Confido di poterlo fare presto, e sarà il passaggio finale del mio impegno politico.
Ad oggi, caro Sindaco Pompeo, che la terra ti sia lieve e che il Signore ti dia la pace degli affetti, ovunque prosegua questa nostra esperienza cristiana dopo la morte.

Il tempo scorre in un luogo sempre uguale, restano le tracce, gli impegni civili e le amarezze umane. Ma voglio credere che nulla è vano se qualcuno si incarica il racconto pubblico, senza che mai si perda il bandolo di questa lunghissima matassa di fatti e di vicende, che si svolgono ed avvolgono mentre il Giovenco imperterrito continua a scorrere…


Orazio Mascioli

È proprio vero, Maurizio, la pescinesità è la caratteristica che più ha contraddistinto il percorso terreno di Pompeo.
Funzionario in una banca che, quella sì, era a fianco del cittadino, si è sempre reso disponibile alle esigenze di una popolazione di cui s’è sempre sentito parte integrante.
Come ho conosciuto Pompeo? È ovvio, lo ho conosciuto attraverso la pratica della Politica.
E ho conosciuto un uomo che sapeva, a caro prezzo, distinguere le logiche di sagrestia dall’interesse comune, che sapeva separare il grano dal loglio.
Non dimenticherò mai una seduta di Consiglio Comunale in cui tirò in ballo Manzoni e i bravi di don Rodrigo per tirare dritto sulla strada dell’interesse comune, oltre le logiche correntizie del suo partito di riferimento.
E non dimenticherò mai una bufera di neve di quelle nostre, tutta pescinese, la sera in cui era convocata in Comune una delle tante riunioni del comitato cittadino per la salvaguardia dell’ospedale. Si presentarono lui, Daniele ed Edoardo per comunicare, con rammarico, che giocoforza, la riunione era rinviata. Non erano obbligati ma si sentivano come in colpa per quella bufera di neve.
Perché? Perché quella Amministrazione Comunale non era mai stata sorda e non lo sarebbe mai stata alle esigenze della pescinesità.
In un’epoca in cui, giusto per fare un esempio, chi scrive e il Segretario cittadino del PCI rifiutavano di sottoscrivere un documento, fosse anche sulla salvaguardia dell’ospedale, congiuntamente al Consigliere Comunale di riferimento dell’MSI. Pompeo sapeva superare anche questi dettagli, nell’ottica della sua pescinesità.
Pescinesità che aveva ereditato, a mio modesto avviso, da Tonino Cipolla e finanche da Tonino Cascione del PCI, che avevano in passato saputo superare ostacoli per niente semplici all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’allora Serafino Rinaldi.
In un’epoca in cui Pescina sapeva e poteva rivendicare un ruolo di centralità all’interno del bacino produttivo della Valle del Giovenco, il Sindaco Tranquilli era pienamente cosciente del dovere di giocarsi le carte sul tavolo.
In un’epoca in cui i capibastone regionali avrebbero modificato le regole del gioco pur di intitolarsi un premio internazionale e portarsi a casa quanto di pescinesità eravamo riusciti a strappare coi denti.
E non vado oltre.
Non condivido, leggendo le carte che ha voluto trasmetterti, il suo personalissimo cruccio per le vicende legate alla logica di manipulite. Chi ha frequentato i palazzi della politica (questa sì scritta con la p minuscola) non ha mai dubitato dell’integrità morale diretta e persino indiretta di tanti amministratori come lui, indipendentemente dalla tessera di partito, a fronte di cappi e guanti bianchi platealmente esibiti da chi, in realtà, non vedeva l’ora di andare a spartirsi un piatto di lenticchie.
Con quel sindaco Tranquilli non mi sono mai sentito segretario di un partito seduto sui seggi dell’opposizione. Mi sono sentito, al contrario, referente politico di una minoranza che rappresentava, pur sempre, una parte di paese. Che era uscita sconfitta da una competizione elettorale ma aveva messo in campo progetti da completare e poteva condividere iniziative e battaglie tutte nostre, dall’acqua all’ospedale.

Conservo, insomma, di Pompeo, un’ottima opinione.
Non uso il termine “ricordo”. Siamo ancora tutti intrisi nelle problematiche di allora, che oggi si (ri)presentano sotto vesti apparentemente mutate.
Dovremmo tutti, di tanto in tanto, fare bagno di umiltà e saper cogliere insegnamento da chi ci ha preceduti, come sapeva fare Pompeo e tanti altri con lui.
Assieme all’opinione conservo, di lui, un bel volume fotografico.
Volle donarmelo dicendomi: chi meglio di te.
Un’esternazione di fiducia forse grossolana.
Fiducia mal riposta?
No, soltanto uno dei tanti insegnamenti della vita.

Che la terra gli sia lieve, come si dice in questi casi.
E non sotterri, aggiungo io, percorsi di memoria condivisa


 

La Confraternita San Berardo di Pescina
esprime i sensi del più vivo cordoglio per la scomparsa di Pompeo Tranquilli , nostro amato e stimato confratello.
Alla famiglia tutta giungano le nostre sentite condoglianze. Che San Berardo lo accompagni nella gloria di Dio.
Il priore Alfredo Milone


https://www.terremarsicane.it/in-scena-al-teatro-san-francesco-di-pescina-fontamara/

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