Magliano de' Marsi si prepara a celebrare il bicentenario della nascita di Padre Panfilo Pietrobattista, insigne teologo e missionario
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Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
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Grotta di Sant'Agata
La grotta di Sant'Agata
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Le chiese esistite ed esistenti in Opi

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NECROLOGI MARSICA

Necrologi Marsica Carlo Alberto Petrucci
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Necrologi Marsica Cesidio Iacovetta
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Necrologi Marsica Domenico Cipriani (Memmo)
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Informazioni che si danno all’Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Barone Vescovo dei Marsi, dall’arciprete: Curato del Clero o Capitolo della Chiesa … della terra di OPI, da beneficiari et amministratori … circa lo stato della Chiesa e delle cappelle”, documento datato 24 maggio 1731.
Nel documento si parla di tre Chiese, quella sotto il titolo di Santa Maria Assunta, quella sotto il titolo di San Rocco, immediatamente fuori dell’abitato e la terza Santa Maria delle Grazie, distante dalla terra circa 200 passi (MONSIGNOR GIUSEPPE BARONE VESCOVO DEI MARSI).
Ogni curato era tenuto a dare le notizie dello Stato delle Anime “del popolo” al proprio Vescovo.

Si appura, inoltre, da questo documento al capitolo terzo che in Opi vi era una casetta, sotto il nome di Ospedale, due Confraternite: una sotto il nome del Rosario, l’altra sotto il nome del Suffragio, che furono sciolte o abolite, in quanto non rispondevano alle regole richieste dal regolamento fatto dalla Curia a quel tempo.
Oltre a queste vi era un titolo della terra di Opi nel pubblico Catasto, ma non si conosceva sotto quale titolo e gli ufficiali (coloro che gestivano questi titoli si chiamavano Prefetti) ed erano tenuti a rendicontare al Sacerdote curatore dei titoli, tutti gl’introiti.
Appuriamo ancora, che a quel tempo, nella terra e Chiesa di Opi c’erano otto sacerdoti di cui tre confessori, quattro chierici minori ed erano: Don Giacomo Leone arciprete di anni 69, Don Giuseppe Rubini di anni 78, don Nicola Rossi rettore in Teologia di anni di anni 59, Don Donato Serone coadiuvatore (coadiuvante) di anni 52, Don Paolo D’Ercole vicario lateranense di anni 57, Don Anselmo Ursitti coadiuvatore ( coadiuvante) di anni 34, Don Donato Conte di anni 32 e Don Gaetano D’arcangelo di anni 36.

Prendiamo dal volume “La Terra dei Marsi “ di autori vari, finito di stampare nel dicembre 2002 dalla Tibergraph s.r.l. con sede in Città di Castello ( PG ) queste poche righe , che mettono in evidenza alcuni aspetti tra i preti: ”…i continui dissidi tra preti non miglioreranno certo la condizione morale e religiosa dei paesi marsicani. L’Università (Comune) di Opi, all’epoca, inviava un duro reclamo al vescovo Corradini, (e siamo al 28 febbraio 1708), perché la maggior parte del popolo non sapeva da chi dovesse ricevere il pascolo dei Sacramenti, essendo necessitate a bussare , hora (ora) alla porta di un prete, ed hora alla porta dell’altro”
Allora il vescovo, per redimere le discordie, affidò l’incarico ad un solo arciprete con il titolo anche di economo, sperando che questi rendesse più servizio a Dio, più quiete tra i preti e maggior utile al popolo di Opi. Tutto questo non bastò a sopire le liti, in quanto la chiesa Santa Maria Assunta, sarebbe stata alleviata da ogni discordia , solo quando l’arciprete avesse dichiarato quanto bastasse al suo sostentamento e che questi assumesse il peso della Curia ( delle somme da inviare alla Curia)e prendere per se tutte le decime( entrate ) derivanti da tomoli trentasei circa.
Il reverendo Mattia Tatti di (quattro) ordini minori di anni 23, il reverendo Giovanni Battista Serone di anni 22, il reverendo Francesco Ursitti di un ordine minore di anni 21, Ercole D’ercole di anni 19, Geremia Mascia di anni 20, i quali tutti si trovano in Opi, ma alcuni pronti per partire per altri paesi.
Come si evince anche i preti emigravano o meglio andavano dove vi era una Chiesa da amministrare, come accade ancora oggi.
Tornando al documento preso in esame troviamo che vi erano dei benefici per i curati residenti.

Ci stava un solo beneficio per il curato residente, sei benefici semplici: Santa Maria della Grazie, posseduto da Don Nicola Rossi, la Pietà posseduto da Don. Donato Serone, il Carmine posseduto da Don Anselmo Ursitti, San Giovanni Battista posseduto da Don Giuseppe Rossi di Peschio Asseroli (Pescasseroli), la Madonna di Costantinopoli posseduto da Paolo Emilio D’ercole, l’Annunziata posseduto da Donato Comei ed oltre a questi c’era un altro beneficio chiamato la Cappella dei Baroni posseduto da don Giuseppe Rubino.
Apprendiamo ancora che vi era un solo maestro di scuola, ed era, Don Anselmo Ursitti, un medico che faceva anche da chirurgo era il dott.” Fisico” Angelo Antonio Rubino ed una sola mammina (levatrice) di nome Oratia Di Marino.
Per quel che riguarda il capitolo della Cattedrale e della Colleggiata della Diocesi c’informa, l’estensore del documento, che la chiesa di Opi è a servizio di tutti i cittadini di questa terra (residenti in questa terra) e si riferisce alla terra di Opi, che per antica consuetudine, cantano ( ufficiano) una messa ogni festa e qualche volta la settimana e a qualche anniversario.
Le sole messe cantate della domenica, il curato le applica per il popolo, poi si celebrano 22 anniversari l’anno, per obbligo del Capitolo, e uno solo con l’assistenza dei Ministri, secondo quando stabilito nella tabella, che si trovava in sacrestia.
Per quel che riguarda la Chiesa S.M. Assunta si celebrava la festa il 15 agosto, come avvien ancora oggi.
Si appura anche, che nelle festività solenni le donne occupavano i due terzi (2/3) della Ciesa, mentre l’altra veniva occupata dagli uomini.

Oltre alle tre Chiese esistite in Opi, innanzi citate, passiamo a nominare (parlare) delle altre, partendo da un tempio pagano esistito in Opi, dedicato alla dea Opi, tempio che si fa risalire alla nascita di Opi, costruito in onore della dea dell’abbondanza (CERERE-OPI) intorno agli anni 238/218 a.C., insieme alle cinque città Laziali: Anagni, Aquino, Alatri, Arpino, ed Atina. (COME RIPORTATO DAL CLAVELLI).
Nell’anno 1188 troviamo la Chiesa S.M. Assunta, troviamo ancora la Chiesa Madonna delle Grazie, San Rocco, ma troviamo anche la Chiesa di Sant’Elia nella zona “Casali di Opi” anch’essa nata su un tempio pagano, che ritroviamo nominata nel 1324, dagli atti delle decime.
Nel 1583 ritroviamo nominata la Chiesa di Sant’Elia e quella di San Nicola (nelle vicinanze del Mulino di Opi.
Ed arriviamo ad oggi che scriviamo, (siamo al 28 maggio 2016) e troviamo sul territorio della terra di Opi le seguenti Chiese, Cappelle ed Edicole: Santa Maria Assunta nel centro storico antico di Opi, San Giovanni Battista nel centro divenuto ormai storico, la Cappella del Cimitero in località Madonnina, la Cappella dei Lancia ristrutturata per iniziativa del gruppo Alpini di Opi recentemente e l’edicola intitolata alla Madonna degli Spineti per iniziativa del Gruppo infiorata.

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Andrea Di Marino

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