La storia di San Lorenzo e le stelle cadenti

Si avvicina il 10 Agosto e tutti siamo pronti, con il naso all’insù, per scrutare la volta celeste. Una celebre poesia di Giovanni Pascoli, interpreta la pioggia di stelle cadenti come lacrime celesti, intitolata appunto, dal giorno dedicato al santo, X agosto: «San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l’aria tranquilla / arde e cade, perché si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla…».

Nonostante la sua celebrità, non si hanno molte notizie sulla vita di San Lorenzo. Era originario della Spagna e più precisamente di Osca, in Aragona, alle pendici dei Pirenei. Ancora giovane, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; qui conobbe quello che sarebbe divenuto papa Sisto II. Egli insegnava in quello che era considerato uno dei più noti centri di studi della città e, tra quei maestri, il futuro Papa era uno dei più conosciuti ed apprezzati.

Tra maestro e allievo iniziò un’amicizia e una stima reciproche. Entrambi lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma. Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono con la responsabilità delle attività caritatevoli nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1500 persone fra poveri e vedove. Nell’agosto 258 l’imperatore Valeriano aveva emanato un editto, secondo il quale tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovevano essere messi a morte. L’editto fu eseguito immediatamente a Roma.

Sorpreso mentre celebrava l’eucaristia nelle catacombe, papa Sisto II fu ucciso il 6 agosto insieme a quattro dei suoi diaconi, tra i quali Innocenzo; quattro giorni dopo il 10 agosto fu la volta di Lorenzo, che aveva 33 anni. Sant’Ambrogio racconta che San Lorenzo fu bruciato sopra una graticola: un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. Ma gli studiosi considerano leggendaria questa tradizione. L’imperatore Valeriano non ordinò torture. Si può supporre che Lorenzo sia stato decapitato come Sisto II, Cipriano e tanti altri. Il corpo venne deposto in una tomba sulla via Tiburtina. Su di essa, Costantino costruì una basilica, poi ingrandita da Pelagio II e da Onorio III; e restaurata nel XX secolo, dopo i danni del bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943. Ma cosa c’entra il santo con le stelle cadenti?

La notte di san Lorenzo (10 agosto) è tradizionalmente associata al fenomeno delle stelle cadenti, considerate evocative dei carboni ardenti su cui il santo fu martirizzato. In effetti, in quei giorni, la Terra attraversa lo sciame meteorico delle Perseidi e l’atmosfera è attraversata da un numero di piccole meteore molto più alto del normale. Il fenomeno risulta particolarmente visibile alle nostre latitudini in quanto il cielo estivo è spesso sereno. A questo viene associato l’esprimere un desiderio e quindi buona caccia alle stelle cadenti.

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