Il Volto Santo di Tagliacozzo

Tagliacozzo – Festa grande a Tagliacozzo, come tutti gli anni la domenica in Albis, cioè la domenica dopo Pasqua, con la  “festa della benedizione”.

Una tradizione antica, sembra risalente ad una donazione dei principi Colonna fra il XVII ed il XVIII secolo, fissata nel tempo anche grazie alla famosa canzone del compositore tagliacozzano Luigi Venturini, che racconta bene l’attaccamento che lega i tagliacozzani a questa tradizione.

“Che bella festa è la Benedizione Laurì,
se porta jo stendardo ‘mpretissione Laurì.
Prepara pure tu no ciammellone
pe poteglio beneì;
prepara pure tu no ciammellone
pe poteglio beneì.
E coscì fino a massera
allegramente atemo sta,
giacch’è puri primavera
te ve’ voglia de cantà.

E quando alla fontana l’acqua schizza Laurì,
la gente se ‘nzinocchia e un po’ s’arizza Laurì;
prepara puri tu ‘na bona pizza
alla cantina atemo i;
prepara puri tu ‘na bona pizza
alla cantina atemo i.
E coscì fino a massera…  etc etc

E quando jo prete ha tutto beneitto, Laurì,
la palombella coglio cavallitto, Laurì;
perciò puri a ti te lo so itto,
alla cantina atemo i;
perciò puri a ti te lo so itto,
alla cantina atemo i.
E coscì fino a massera…  etc etc”

L’immagine del Volto Santo è custodita dalle monache benedettine di clausura del monastero dei Santi Cosma e Damiano, durante tutto l’anno. Il sabato pomeriggio dopo Pasqua, viene consegnata nelle mani del sindaco e successivamente esposta in chiesa. La domenica mattina poi, dopo la cerimonia eucaristica nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano,  viene portata in processione.

Una lunga processione in onore del quadro del Cristo sofferente (che sembra essere una delle rare copie risultanti direttamente dalla quella conservata nella Basilica di San Pietro a Roma), portato con tutti gli onori in giro per il paese al suono allegro della banda e accompagnato dalle principali personalità politiche e religiose del posto.

Il tutto culmina nella centralissima Piazza Obelisco, capolavoro simbolo del paese inserito tra i borghi più belli d’Italia, in cui il parroco, da una delle terrazze dei vari palazzi storici presenti, declama la sua orazione e dà la solenne benedizione alla folla e ai dolci che vengono sollevati, attraverso gli zampilli della fontana dell’Obelisco, che per l’occasione viene fatta schizzare con più vigore; dolci pasquali, uova, “cavallucci e palombelle”  finiranno sulle tavole dei Tagliacozzani, adornate a festa. (F.G.)

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