Casa dolce casa

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Casa è una parola che ha origine dal latino càsa e vuol dire capanna. La prima preoccupazione dell’uomo primitivo, dopo quello di alimentarsi, fu quello di trovare un rifugio che lo proteggesse dalle intemperie e dagli animali. Il primo rifugio fu la caverna; in seguito iniziò a costruirsi una sorta di capanna, sugli alberi, sulla terra ferma e sull’acqua (le palafitte). Con l’evoluzione della razza umana anche le case subirono una sorta di progresso diventando di fango, di legno, di muratura, fino ad arrivare ai giorni nostri in eco bioedilizia. Ma per ogni uomo, per ogni, donna, per ogni bambino la casa è qualcosa di strettamente individuale e personale. È un mondo unico, diverso per tutti, al quale si è legati indissolubilmente per tutta la vita.

La casa è un ricordo indelebile che negli anni rimane intatto nella memoria come fosse accaduto pochi attimi prima, ed altri ricordi che sbiadiscono nonostante si cerchi di afferrarli disperatamente per imprimerli nella mente.

Ci sono profumi che tornano vincendo il tempo, e basta chiudere gli occhi per percepirli, assaporarli; e volti, oggetti, luoghi che rimangono dentro l’animo per sempre.

Ci sono persone, che segnano la vita, nel bene e nel male, ed altre che scivolano via in punta di piedi, svanendo nell’attimo stesso in cui si distoglie lo sguardo.

E poi ci sono avvenimenti, grandi e piccini, che modificano per sempre l’esistenza e formano l’essenza stessa di essere umano.

Ma c’è qualcosa che ti lega alle tue origini, che ti ricorda chi sei, da dove vieni e come sei giunto fin lì ed è un profumo, un’emozione, un’impalpabile sensazione tanto viva quanto reale che ti accompagna nel viaggio della vita.

Per me è l’odore del caffè al mattino, il gradevole profumo del pane appena cotto, il vociare sommesso delle donne in cucina, che mi riportano alla mia infanzia e alla mia cara nonna, a quella stufa economica che riscaldava come un soffice abbraccio; e il passo deciso di mio padre quando rientrava la sera dopo il lavoro, portando con se l’aroma del freddo inverno. Tutto questo per me è casa, mia madre, la mia famiglia ormai disgregata. E nei momenti difficili, nelle ore gelide, nei giorni bui del dolore questi ricordi mi scaldano il cuore e ricordano che sono viva.

L’esistenza dell’essere umano è questo, un insieme di giorni andati, di sogni che forgiano l’anima, giorni che manipolano il cuore risvegliando emozioni dimenticate; giorni che arricchiscono la mente ed impreziosiscono i ricordi. La casa non è solo cemento e mattoni, ma è la base che ci tiene saldamente ancorati alla nostra stirpe, alla nostra terra, al nostro credo, come un albero che affonda le sue radici nel terreno e saldamente si erge verso il cielo incurante del tempo che passa. La casa, alla fine, siamo noi, ovunque saremo, per sempre casa dolce casa.

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Violetta Salvati (Iole)

Casa Funeraria Rossi

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