Pescasseroli – Si è levata forte e chiara, ieri mattina a Pescasseroli, la voce di protesta contro la crescente desertificazione dei servizi nelle aree interne, con un focus impietoso sulla drammatica situazione della sanità nell’Alto Sangro.
La manifestazione, che ha visto la partecipazione di cittadini e amministrazioni territoriali unite, ha denunciato con forza l’ennesimo episodio che evidenzia la gravissima carenza di personale medico nel servizio di emergenza/urgenza 118.
Ancora una volta, nel corso di questo mese, l’ambulanza del 118 si è trovata a operare con il solo autista e un infermiere a bordo, lasciando sguarnita la figura cruciale del medico.
Questa situazione, che purtroppo non rappresenta un episodio isolato ma una criticità che si protrae da anni, è stata definita “inaccettabile” dai manifestanti.
Un’assenza così grave mina profondamente la capacità di fornire un soccorso tempestivo ed efficace, mettendo a serio rischio la salute degli abitanti dell’Alto Sangro e alimentando un diffuso senso di sconcerto e precarietà.
La denuncia si fa ancora più aspra se si considera il paradosso di una comunità che, a fronte di una progressiva contrazione dei servizi essenziali, si trova a subire un innalzamento della pressione fiscale. Un quadro che acuisce il senso di abbandono e ingiustizia percepito dalla popolazione.
Di fronte a questa emergenza, le amministrazioni territoriali, in sinergia con i cittadini, hanno espresso con veemenza la necessità di un intervento urgente e di una programmazione seria e concreta per il ripristino dei servizi sanitari nell’area dell’Alto Sangro.
Le soluzioni adottate finora, infatti, sono state giudicate mere misure temporanee e transitorie, incapaci di garantire la continuità di un servizio vitale, soprattutto in un territorio che nei periodi di alta stagione turistica arriva a contare fino a 70.000 presenze.
Un afflusso che rende ancora più critica la carenza di un sistema di emergenza efficiente e adeguatamente equipaggiato.
La mobilitazione, dunque, non si ferma. Come annunciato durante la manifestazione, la protesta proseguirà con la dichiarazione dello stato di agitazione e non esclude lo sciopero territoriale, con l’obiettivo primario di rivendicare un diritto fondamentale: quello alla salute e all’accesso alle cure.