Balsorano – Riceviamo e pubblichiamo la lettera del consigliere di Balsorano Giovanni Tuzi, in merito alla vicenda che lo ha visto coinvolto sull’incompatibilità del proprio ruolo nell’amministrazione comunale e tutti i fatti correlati.
Così nella premesse:
Vi invio la comunicazione che ho appena trasmesso al Presidente del Consiglio Comunale di Balsorano per la vicenda che ha riguardato la contestazione di incompatibilità dal ruolo di consigliere comunale avanzata nei miei confronti per aver proposto, in qualità di genitore esercente la potestà genitoriale di mia figlia Erika, ricorso al TAR avverso la delibera di Consiglio Comunale n. 34/2018 e di tutti gli atti conseguenti. Tale delibera ha stabilito la chiusura della scuola media di Balsorano e lo spostamento delle classi presso il plesso di San Vincenzo Valle Roveto.
La causa di incompatibilità era inesistente, come provato nel corso del Consiglio Comunale mediante presentazione del parere del Ministero che allego alla presente comunicazione, ma l’Amministrazione di Balsorano ha voluto continuare con la procedura nell’intento di punire “politicamente” chi ha osato opporsi allo scellerato progetto deliberato.
La lettera: comunicazione rinuncia ricorso TAR R.G. 503/2018
Facendo seguito alla seduta consiliare dello scorso 02.02.2019, nella quale si è deliberato di contestarmi definitivamente una causa di incompatibilità ai sensi dell’art. 69, comma 4, del D. Lgs. 267/2000, ritengo di dover precisare:
- Nel corso del Consiglio Comunale il Sindaco ha introdotto “a sorpresa” una relazione, di cui ha dato una veloce lettura, senza neppure fornirne copia ai consiglieri, in modo che questi potessero seguire quanto veniva enunciato. Con tale relazione il Sindaco ha cercato di integrare in extremis la carente motivazione che corredava la proposta di deliberazione messa originariamente a disposizione dei consiglieri;
- Pur risultando tali motivazioni integrative di natura puramente “suggestiva”, in quanto i richiami giurisprudenziali appaiono del tutto inconferenti, tale produzione argomentativa è risultata decisiva per convincere il Consiglio Comunale a deliberare la contestazione nei miei riguardi;
- L’introduzione “a sorpresa” di elementi motivazionali non tempestivamente messi a disposizione dei consiglieri ha impedito a me ed al mio collega di gruppo di articolare una adeguata replica in ordine alle “nuove” argomentazioni addotte;
- Non è stata accolta la richiesta di rinvio, che pure con i colleghi consiglieri di minoranza, abbiamo avanzato, per valutare, con un minimo di riflessione, la rilevanza delle nuove argomentazioni frettolosamente introdotte in sede consiliare;
- Tale diniego ha impedito ai consiglieri di minoranza di poter tempestivamente smascherare il carattere artificioso e l’inconsistenza delle argomentazioni tardivamente prodotte dal Sindaco;
- Il Consiglio Comunale, fortemente condizionato dalla comunicazione sindacale, non si è assolutamente curato delle argomentazioni da me addotte, corroborate dall’unico documento ufficiale che si è specificamente occupato di una fattispecie corrispondente a quella che mi riguardava. Tale documento, da me illustrato e depositato agli atti del Consiglio Comunale, è il parere del Ministero dell’Interno 15900/TU/00/63 del 24.02.2015. Tale parere è peraltro suffragato dalla Giurisprudenza della Corte di Cassazione che si è specificamente occupata di casi analoghi al mio, oltre che dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 240 del 02.07.2008.
Tanto precisato,
comunico che pur ritenendo l’atto deliberativo adottato gravemente lesivo dei miei diritti di consigliere comunale e pur ritenendo, di conseguenza, la causa di incompatibilità contestatami del tutto inesistente, al fine di continuare
ad esercitare il diritto/dovere di consigliere eletto, per rappresentare i miei concittadini, ho notificato, per il tramite del mio Legale, atto di rinuncia al ricorso al TAR 503/2018 in data 07.02.2019.
Ritengo, a questo punto, la vicenda legata alla contestazione avanzata nei miei confronti definitivamente conclusa, avendo io rimosso la presunta causa di incompatibilità.
Questo non mi impedisce di esprimere vivo rammarico per la richiamata condotta del Sindaco, poco rispettosa delle prerogative dei consiglieri, e per quella inerte del Presidente del Consiglio, organo preposto alla tutela della correttezza del dibattito consiliare.
Colgo l’occasione per esprimere anche il vivo rammarico per il fatto che un procedimento così strumentalmente condotto mi abbia impedito di continuare ad esercitare, sulla vicenda specifica, la responsabilità genitoriale e di poter far valere, come l’art. 24 della Costituzione prevede, i diritti di mia figlia davanti alla Giurisdizione.