Lecce nei Marsi – Non si ferma l’encomiabile lavoro di studio e ricognizione del prof. Roberto Mastrostefano, da anni sulle tracce delle antiche miniere dei minatori marsicani: dalla scoperta delle cave di bauxite a cielo aperto individuate nella zona di La Guardia a Lecce nei Marsi, all’identificazione, nelle ultime ore, di un giacimento di litantrace nell’altopiano di Aschi Alto.
Un patrimonio collettivo di valore inestimabile, già incluso dalla Legge Regionale 13 aprile 2022 tra i venti siti minerari di importanza storica culturale e naturalistica, il cui ritrovamento ha dato il via alla realizzazione di itinerari turistici geologici attraverso esplorazioni di grotte, calle, sentieri, rifugi menzionati nelle mappe dell’800, fondamentali alla conoscenza antropologica del territorio abruzzese.
Le miniere di bauxite furono attive dalla seconda metà dell’Ottocento sino ai primi decenni del Novecento e rappresentarono una risorsa straordinaria per le allora comunità marsicane. La roccia sedimentaria, utilizzata per la produzione di alluminio, fu al vertice della produzione mineraria dell’Italia dell’epoca diventando uno dei maggiori proventi finanziari per gli estrattori; quanto alla litantrace, fu un combustibile fossile che ben si prestò al riscaldamento domestico durante i rigidi inverni di fine secolo causati dal repentino cambiamento del clima, all’indomani del prosciugamento del Lago di Fucino.
Oggi, i percorsi sono inclusi in quello che viene denominato il “Cammino della Bauxite”. In tale contesto si inseriscono le passeggiate turistiche, le visite culturali, le escursioni didattiche e le attività ludiche destinate ai più piccoli, fruibili a partire dal prossimo autunno grazie all’impegno del primo cittadino di Lecce nei Marsi, Augusto Barile, con la collaborazione degli speleologi del Graim, il Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Majella diretto da Gabriele La Rovere. (AJD)






