Emergenza fauna selvatica: 50 trattori all’Emiciclo per difendere territori e aziende

Emergenza fauna selvatica
Emergenza fauna selvatica

Cia, Confagricoltura, Copagri e Liberi Agricoltori in presidio all’Emiciclo con cittadini e 50 trattori

“Il conto lo stanno pagando i campi devastati, le aziende agricole allo stremo, le famiglie che vivono nelle aree interne dell’Abruzzo e che da troppo tempo denunciano una gestione inefficace, e spesso assente, della fauna selvatica. A questa situazione ormai insostenibile il mondo agricolo risponde con una mobilitazione pubblica. Martedì 13 maggio, a partire dalle ore 10:00, agricoltori, allevatori, cittadini e amministratori locali si ritroveranno davanti al Consiglio Regionale d’Abruzzo, all’Emiciclo dell’Aquila, per una manifestazione organizzata congiuntamente da CIA Abruzzo, Confagricoltura Abruzzo, Copagri Abruzzo e Liberi Agricoltori Abruzzo. Si prevede una larga partecipazione di persone, con bandiere, striscioni e una colonna simbolica di trattori. Un messaggio chiaro rivolto a tutta la politica regionale: serve un cambio di passo.

Il cuore della protesta è un documento condiviso tra le organizzazioni agricole che contiene dieci proposte operative per affrontare l’emergenza fauna selvatica. Il testo, già approvato da numerosi Consigli comunali, verrà consegnato, dalla delegazione delle Organizzazioni promotrici alle ore 11:00 al Presidente Regionale Marco Marsilio e al Vicepresidente e assessore all’agricoltura, ambiente e parchi Emanuele imprudente; a seguire ci sarà l’incontro con il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e i Capigruppo di tutte le componenti politiche in seno al Consiglio regionale.

Le proposte sono il frutto di un lavoro, portato avanti da chi vive e lavora nei territori colpiti da danni sempre più gravi: colture distrutte, recinzioni abbattute, animali predati, pascoli inaccessibili. Le aree agricole, in particolare nelle zone montane e collinari, stanno progressivamente diventando territori marginali, economicamente fragili, esposti a spopolamento e degrado ambientale. Dove manca presidio umano, avanzano il rischio idrogeologico e l’abbandono strutturale.

La richiesta del mondo agricolo non è uno scontro ideologico né un’opposizione alla tutela della fauna: è una domanda di equilibrio. Il documento chiede l’attuazione piena del piano regionale di contenimento dei cinghiali, con l’obiettivo fissato per il 2024 a 28.000 capi, ad oggi largamente disatteso; lo sblocco del piano cervidi, sospeso da una sentenza del TAR, ma ritenuto imprescindibile dalle organizzazioni per la tutela delle colture e dei boschi; e ancora, l’elaborazione di una gestione coordinata della presenza del lupo, con misure di monitoraggio, prevenzione, contrasto all’ibridazione e tutela degli allevamenti.

Tra i punti del documento anche il contenimento delle specie fossorie e volatili nocivi, come nutrie, volpi, storni, l’adeguamento dei risarcimenti per i danni subiti dagli agricoltori, il potenziamento delle misure di autodifesa con recinzioni e dissuasori, l’istituzione di un coordinamento regionale permanente, il coinvolgimento attivo degli Ambiti Territoriali di Caccia attraverso una riforma delle leggi regionali 10/2003 e 10/2004, e un ruolo più concreto degli agricoltori nella definizione delle strategie di gestione.

Parallelamente alla stesura del documento, è stata avviata una raccolta firme che in pochi giorni ha superato le tremila adesioni. Le organizzazioni hanno sottoposto la proposta a cittadini, operatori economici e istituzioni locali, raccogliendo una larga convergenza.

“La gestione della fauna selvatica non può essere lasciata al caso o all’emotività. Occorrono regole chiare, dati affidabili e responsabilità condivise. L’equilibrio tra tutela ambientale e attività umane non si raggiunge ignorando il problema, ma affrontandolo con strumenti adeguati e visione di lungo termine”, affermano le organizzazioni promotrici.

Mercoledì 14 maggio, il giorno successivo alla manifestazione, una delegazione composta da dirigenti delle rappresentanze agricole sarà presente davanti al TAR dell’Aquila, in occasione dell’udienza sulla legittimità della delibera che autorizzava l’abbattimento di 469 cervi. Sarà un presidio civile, composto, ma determinato, per ribadire che ogni decisione istituzionale su questi temi avrà un impatto diretto sulla sopravvivenza dell’agricoltura in Abruzzo.

Durante entrambe le giornate, le organizzazioni promotrici garantiranno un servizio d’ordine interno, per assicurare il regolare svolgimento delle iniziative. Il senso della mobilitazione è chiaro: chiedere all’intero Consiglio Regionale di assumersi, con obiettività e buon senso, il compito di governare un problema che da troppo tempo grava interamente sulle spalle delle imprese e dei territori.

“Non c’è più spazio per rinvii, promesse o tavoli inconcludenti. Servono atti, serve volontà condivisa, servono strumenti applicabili. L’Abruzzo ha una straordinaria ricchezza ambientale e agricola. Ma senza un’agricoltura viva, senza presìdi attivi, la natura rischia di diventare instabilità. Il 13 maggio ci presenteremo davanti al Consiglio regionale con proposte concrete. La Regione tutta dovrà decidere se restare a guardare o assumere il ruolo che le compete”, concludono le rappresentanze”.

Comunicato stampa Confagricoltura L’Aquila 

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