Marsica – La coesistenza tra uomo e orso è possibile solamente con un grande impegno da parte di enti, istituzioni e associazioni. Diminuire la mortalità di origine umana (illegale e accidentale) e permettere l’espansione di questa popolazione in Appennino devono essere i due obiettivi principali degli sforzi di conservazione. Questi potranno essere raggiunti soltanto lavorando per una corretta conoscenza dell’orso e delle buone pratiche da adottare nelle aree di presenza di questo animale. Episodi come l’uccisione dell’orsa Amarena, proprio un anno fa, ci ricordano che occorre impegnarsi ancora molto per favorire l’adozione di corretti comportamenti da parte di residenti e turisti e per migliorare l’accettazione sociale dell’orso in Appennino. Questo episodio drammatico non deve essere dimenticato. Perdere ancora oggi individui di orso marsicano per atti di bracconaggio è inaccettabile, per una popolazione unica che conta solo 50-60 individui in tutto l’Appennino.
Per questo si vuole tenere vivo il ricordo di Amarena lavorando ogni giorno con le persone, incontrandole nelle piazze dei paesi e aprendosi al dialogo e al confronto.
Come tappe per l’attività di sensibilizzazione per le giornate del 30 e 31 agosto sono stati scelti due centri abitati limitrofi all’area di presenza storica, simbolici delle sfide che ci attendono per salvare questa popolazione dall’estinzione.
Il 30 agosto (ore 9.30-18.00) il WWF sarà a Capistrello, comune frequentato dall’orso in questi ultimi anni, mentre il 31 agosto (ore 9.30-18.00) l’associazione sarà presente con un presidio a San Benedetto dei Marsi, a un anno esatto dall’uccisione dell’orsa Amarena, una delle femmine di orso più famose e prolifiche dell’intera popolazione. I suoi due cuccioli sono ancora vivi e rappresentano il simbolo della speranza di sopravvivenza di questa specie unica.
Nell’ambito del progetto Orso 2×50 il WWF Italia è impegnato in numerose attività, dalla messa in sicurezza delle strade nelle aree di espansione dell’orso, al supporto diretto ad allevatori e apicoltori per mitigare il conflitto fino ad attività di comunicazione e sensibilizzazione.